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41 edizione del Festival di Gramado

Creato il 04 settembre 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

41 edizione del Festival di Gramado

Arrivato alla sua 41 esima edizione, il festival di Gramado (9-17 Agosto) è il più prestigioso e antico festival sudamericano. Ha vita in una delle città più fredde del Brasile, ottocento metri di altitudine, fondata a fine ottocento da emigranti portoghesi, tedeschi e italiani in cerca di un clima simile a quello europeo. Negli ‘40 la cittadina cominciò a diventare una meta turistica per ricchi brasiliani stanchi delle alte temperature estive del paese. L’offerta alberghiera crebbe  talmente tanto che si cercò di trovare un pretesto per attirare turisti anche in stagioni di bassa affluenza come l’inverno. Inizialmente il festival era dedicato solo al cinema locale, ma nel 1992, a causa della grave crisi economica del paese, ci furono solo due film brasiliani in tutto l’anno. La soluzione fu di aprire la kermesse alle pellicole di tutto il sud america. Nel 1994 fu tributata una retrospettiva a  Michelangelo Antonioni che per l’occasione si recò per la prima volta in Brasile. Negli ultimi anni, grazie a sponsor privati ed ai fondi del governo federale (quello di Rio Grande do Sur, uno dei più ricchi del Brasile) il festival è tornato a splendere di nuova luce, attirando alcuni dei maggiori cineasti e divi del cinema latino.

Gli ospiti. Wagner Moura ha ricevuto un premio alla carriera annunciando che girerà a breve un film in cui interpreterà Federico Fellini. Si intitolerà Fellini Black & White e, in un mix tra sogno e realtà, racconterà le 24 ore precedenti alla vittoria dell’Oscar per La Strada (1954), quando il regista scomparse senza lasciare tracce. La diva portoghese Maria De Medeiros è diventata celebre internazionalmente grazie al ruolo dell’apprensiva fidanzata di Bruce Willis in Pulp Fiction, ma le sue collaborazioni l’hanno portata a lavorare in tutto il mondo, compresa l’Italia (fu la nobildonna portoghese Eleonora Pimentel de Fonseca, storica figura della rivoluzione napoletana del 1799 ne Il resto di niente di Antonietta de Lillo, 2004). A Gramado ha presentato il suo sesto film da regista, Repare Bem, documentario incentrato sulle torture della dittatura brasiliana degli anni ‘60, coproduzione tra Brasile, Italia e Francia. “L’attualità dei nostri giorni dimostra che la tortura è un argomento che purtroppo non passa mai di moda”. Il celebre fotografio Sebastião Salgado (di cui fino al 15 settembre è possibile visitare all’Ara Pacis di Roma la mostra Genesi) è invece il al centro del documentario Revelando Sebastião Salgado, qui presentato in anteprima mondiale. La fuga dal Brasile per scappare alla dittatura, i primi difficili anni a Parigi, la scoperta quasi casuale della passione per la fotografia dopo un viaggio di lavoro (era dipendente di una società inglese operante in centro Africa), i primi successi, la sfortuna/fortuna di trovarsi con la propria macchina fotografica a pochi metri da Ronald Reagan quando  subì l’attentato del 1981, i vari viaggi per il mondo e per il sud america coronati dal ritorno in pianta stabile in Brasile dove è stato recentemente premiato per l’impegno profuso per la riforestazione della zona di Minas Gerais  con l’impianto di milioni di nuovi alberi: il film di Betse de Paula ripercorre la storia di uno dei più importanti fotografi contemporanei, spesso al centro delle critiche per il modo apparentemente “troppo glamour” di ritrarre la povertà. “La riforestazione del Brasile è la mia grande sfida di questi anni e per fortuna l’esempio che abbiamo dato io e mia moglie è stato copiato da tanti imprenditori agricoli della zona” spiega Salgado a Repubblica dall’Indonesia, dove si trova per un nuovo progetto “La crescita culturale e sociale del Brasile passa anche attraverso questo tipo di iniziative. Dobbiamo amare il nostro paese e territorio se vogliamo davvero che quello sviluppo economico di cui tanto si parla sia veramente sostenibile nel lungo periodo”.

Andrea D’Addio


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