4/10/2012, Genova: presentazione libro per aiutare il Burkina Faso

Creato il 07 settembre 2012 da Giornalismo2012 @Giornalismo2012

-Di Carmen Gueye

Scrivere di se stessi è sempre un po’ imbarazzante, ma ci proverò. Mi è sempre piaciuto scrivere. È anche una terapia, in fondo. Lo faccio da quando avevo otto anni e mi pubblicavano i temini sul giornalino della scuola perché spiccavano in “fantasia”.

Questa volta però ci occupiamo di crude realtà.

Il libro che verrà presentato si intitola “Terra d’Ombra”. E’ una spiegazione alternativa del significato del nome “Italia”, ma allude, nelle mie intenzioni, alle tante ombre del nostro passato.

Accadeva che nostri connazionali vivessero un po’ ovunque: nelle colonie del Corno d’Africa, piuttosto che in Egitto, Tunisia e perfino in Romania, dove arrivò, nel diciannovesimo secolo, una massiccia ondata di forza lavoro dal Triveneto.

Ho trovato perfino dei testimoni diretti: l’impresa è difficile, anche a causa, talora, dell’età avanzata di qualcuno di loro.

Ho avuto conferma, aggirandomi nella materia, della pacifica convivenza tra appartenenti a religioni diverse, quando l’istigazione alla zuffa non era ancora diventata uno stratagemma per arrivare al famigerato “divide et impera”.

Successe che poi, per svariate ragioni, molti di questi italiani abbiano dovuto tornare in patria: e non trovarono l’accoglienza che avevano sperato. Alcuni furono aiutati, altri abbandonati a se stessi, ma soprattutto essi si sentirono respinti culturalmente, come dei diversi, come dei “clandestini in patria”.

Ciò premesso, il ricavato dalla la vendita di questo libro servirà a uno scopo che non tocca a me definire, ma che credo non peregrino: aiutare una nuova piccola ONLUS.

Mi si dirà: un’altra?
Ebbene, io ci credo fortemente, perché si tratta di una scommessa vinta. Parliamo di “Associazione Foguni Burkina Faso ONLUS”, fondata e amministrata da una eroica signora valdostana, che sarà presente all’evento, animata solo dal desiderio di aiutare i più deboli: per la qual cosa lotta quotidianamente con tutte le difficoltà del caso.

Insieme a chi ha deciso di sostenere i bambini del villaggio prescelto, che curiosamente si chiama “Siena”, si è dato vita a un progetto snello e trasparente. Non c’è spazio per improvvisazioni, in territori dove già le difficoltà abbondano. Noi sappiamo tutto dei nostri ragazzini e chi scrive, cedendo al proprio temperamento, ha già trovato il modo di ammonire il proprio affidato per un piccolo calo di rendimento scolastico!

Poveri piccini: lavorano tutto il giorno per aiutare le famiglia (scarsi quelli con i genitori, i più vivono con parenti e qualche fratello o cugino) e fanno i compiti sulle ginocchia, all’imbrunire, dopo aver pestato il sorgo, portato l’acqua dal pozzo o pascolato le capre. Un po’ diversi dai nostri marmocchi viziati…

La mediazione della direttrice e del suo referente “prussiano”, anche se burkinabé, ci permette di accostarci con più umiltà a un mondo che dista anni luce, e non solo qualche migliaio di chilometri, dal nostro.

Amici, siete con noi? E allora, comprate il libro! O venite a Genova, chi potesse: giuro che non ve ne pentirete.

E grazie dell’ospitalità!

(Clicca qui per aprire la locandina)


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