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42 cassonetti di monnezza addosso al Colosseo. Una raccolta rifiuti da sottosviluppo umilia il nostro patrimonio

Creato il 07 gennaio 2016 da Romafaschifo
42 cassonetti di monnezza addosso al Colosseo. Una raccolta rifiuti da sottosviluppo umilia il nostro patrimonioAltro che prima attrazione culturale come numero di visitatori, il Colosseo è il primo monumento al mondo circondato di cassonetti. I romani non vedono, i romani sono abituati, ma il ruolo di questo blog è quello di provare a spiegare a tutti voi che il contesto in cui vivete, che considerate ordinario, è in realtà unico, straordinario, inaccettabile.
A integrazione del nostro articolo di stamani, ecco il video che dimostra come si sta trasformando la raccolta rifiuti anche in aree centralissime e cruciali per il turismo. Qui era pieno di cassonetti, orrendi e mal ridotti, ebbene ora è pienissimo: sono arrivati i verdoni per il vetro e i marroni per la frazione organica. Una maniera fallimentare, superata, vecchia, assurda di raccogliere i rifiuti. Una maniera che tutte le grandi città occidentali hanno abbandonato da tempo. 

Ma a Roma si può, senza vergogna e senza remora. Tanto nessuno pensa, tanto nessuno confronta, tanto nessuno capisce, tanto nessuno protesta. Ovviamente è tutt'altro che un problema soltanto estetico e turistico (semmai queste due cose non fossero importanti!), bensì un problema di decoro urbano e di igiene pubblico. La raccolta differenziata stradale non funziona per il semplice fatto che tenere dei contenitori, aperti a tutti, in strada non disincentiva nessuno, non porta nessuno a comportarsi bene obbligatoriamente e vanifica gli sforzi di chi lo fa: infilare qualcosa di sbagliato nel contenitore sbagliato è facile e non ha conseguenze. Lo si può fare semplicemente passando, così come si può gettare una cicca di sigaretta accesa nel cassonetto della carta e così via. Per tacere sui ristoratori: possono scegliere, o conferire ad Ama e pagare un tot in base a quanto conferiscono oppure imbertare tutto nei cassonetti a casaccio facendo finta (cosa utile anche a livello fiscale) di lavorare di meno. Esattamente come fanno i ristoratori nella zona del video.

Diverso è il porta-a-porta spinto dove ti senti in qualche modo controllato dai tuoi vicini di casa, dove se qualcuno sbaglia viene sanzionato (come a Milano, con multe salatissime) a livello condominiale e poi la riunione condominiale diventa un processo a chi è stato. Così si cambiano le abitudini e Milano lo dimostra. Ci vuole, come sempre, un sano conflitto di interessi di chi vuole comportarsi bene contro chi ha l'interesse a continuare a comportarsi incivilmente. Da noi, invece, vince solo un interesse: quello della barbarie e della sciatteria diffusa. Incontrastata e incontrastabile.

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