La pubblicazione a Venezia, nel 1540, della Musica Nova accomodata per cantar et sonar sopra organi e altri strumenti composta per diversi eccellentissimi musici, segna una data fondamentale per l’affrancamento della musica strumentale da quella vocale, una decisa emancipazione dal quadro stilistico del mottetto e della toccata. Tale novità editoriale evidenzia la necessità di razionalizzazione della musica strumentale, finora lasciata all’ improvvisazione, ai repertori vocali, sembra scaturire dal consumo di musica per complessi strumentali che da tempo si produceva. Di pari passo l’evoluzione degli strumenti a fiato ed in seguito della liuteria contraddistingue i diversi passaggi che implicano nuovi mezzi compositivo-espressivi della musica stessa. Alla “Musica Nova” seguirono una molteplicità di pubblicazioni «accomodate per cantar et sonar d’ogni sorte di istromenti», fino a giungere a quelle grandiose e policorali concepite da Andrea e Giovanni Gabrieli per uno dei luoghi più straordinari per far musica: la basilica di S. Marco. Tra Cinque e Seicento la basilica diviene teatro di sorprendenti esecuzioni policorali realizzate con ampie dotazioni di strumenti e voci, dislocate in più cantorie contrapposte per raggiungere effetti stereofonici, dialogici, ed infine, concertanti. Sarà il modello di riferimento cui molte altre chiese – nei limiti delle loro risorse – tenderanno ampliando o aggiungendo cantorie per accogliere organici strumentali e vocali maggiori. Tali sfarzosi apparati musicali erano talmente ambiti dalle Corti europee, che alcuni sovrani mandavano, a proprie spese, organisti e compositori a studiare in Italia o richiamavano musicisti, fenomeno questo che in seguito si perpetuerà nel ricercato melodramma italiano. I cinque concerti qui programmati offrono un saggio sulle antiche prassi esecutive partendo dall’antico canto piano in alternatim con l’organo, alla pratica della diminuzione (tecnica di ornamentazione consistente nel variare semplici melodie con figurazioni più complesse) dei più popolari madrigali in auge a quel tempo affidata al cornetto. Altresì raro per le difficoltà tecniche, il concerto per tromba naturale, che propone le poche testimonianze scritte per tromba & organo insieme di Girolamo Fantini e Bonaventura Viviani seguite da un saggio di squisite pagine barocche di Händel. Gli esecutori di questo primo appuntamento, il 3 maggio, saranno Gabriele Cassone e Manuel Tomadin
La pubblicazione a Venezia, nel 1540, della Musica Nova accomodata per cantar et sonar sopra organi e altri strumenti composta per diversi eccellentissimi musici, segna una data fondamentale per l’affrancamento della musica strumentale da quella vocale, una decisa emancipazione dal quadro stilistico del mottetto e della toccata. Tale novità editoriale evidenzia la necessità di razionalizzazione della musica strumentale, finora lasciata all’ improvvisazione, ai repertori vocali, sembra scaturire dal consumo di musica per complessi strumentali che da tempo si produceva. Di pari passo l’evoluzione degli strumenti a fiato ed in seguito della liuteria contraddistingue i diversi passaggi che implicano nuovi mezzi compositivo-espressivi della musica stessa. Alla “Musica Nova” seguirono una molteplicità di pubblicazioni «accomodate per cantar et sonar d’ogni sorte di istromenti», fino a giungere a quelle grandiose e policorali concepite da Andrea e Giovanni Gabrieli per uno dei luoghi più straordinari per far musica: la basilica di S. Marco. Tra Cinque e Seicento la basilica diviene teatro di sorprendenti esecuzioni policorali realizzate con ampie dotazioni di strumenti e voci, dislocate in più cantorie contrapposte per raggiungere effetti stereofonici, dialogici, ed infine, concertanti. Sarà il modello di riferimento cui molte altre chiese – nei limiti delle loro risorse – tenderanno ampliando o aggiungendo cantorie per accogliere organici strumentali e vocali maggiori. Tali sfarzosi apparati musicali erano talmente ambiti dalle Corti europee, che alcuni sovrani mandavano, a proprie spese, organisti e compositori a studiare in Italia o richiamavano musicisti, fenomeno questo che in seguito si perpetuerà nel ricercato melodramma italiano. I cinque concerti qui programmati offrono un saggio sulle antiche prassi esecutive partendo dall’antico canto piano in alternatim con l’organo, alla pratica della diminuzione (tecnica di ornamentazione consistente nel variare semplici melodie con figurazioni più complesse) dei più popolari madrigali in auge a quel tempo affidata al cornetto. Altresì raro per le difficoltà tecniche, il concerto per tromba naturale, che propone le poche testimonianze scritte per tromba & organo insieme di Girolamo Fantini e Bonaventura Viviani seguite da un saggio di squisite pagine barocche di Händel. Gli esecutori di questo primo appuntamento, il 3 maggio, saranno Gabriele Cassone e Manuel Tomadin
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