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Veniamo al punto: lo avrete capito, 4:44 last day on earth, l'ultimo film di Abel Ferrara, è una ciofeca clamorosa. Il film più irritante e imbarazzante visto qui al Lido, 'catastrofico' in tutti i sensi e talmente carico di comicità involontaria da riabilitare, addirittura, il film di Garrel con la Bellucci (è tutto dire...). L'argomento è di quelli non proprio originalissimi: si parla della fine del mondo. Esattamente dell'ultima notte dell'umanità... secondo Ferrara, infatti, la Terra finirà di esistere esattamente alle 4:44 di un mercoledì notte, non un secondo di più, nè uno di meno. Come? Ovvio, a seguito della classica 'catastrofe ecologica' che causerà per quell'ora una terrificante esplosione che cancellerà il nostro pianeta dalla Galassia. Ovviamente non si sa nè come nè perchè, anche perchè fuori è tutto tranquillamente normale. Non c'è assolutamente niente fuori posto, il traffico di New York scorre regolare, case, animali e piante sono sempre lì, la gente si prepara ad affrontare l'Apocalisse come se stesse per andare in ufficio...
E voi invece come vi sentireste se foste proprietari di un loft a Manhattan, condiviso con la vostra dolce e tenera mogliettina, ad aspettare la fine del mondo? (ovviamente la fanciulla è bellissima, ha velleità artistiche ed è, chiaramente, molto, molto più giovane di voi). Che cosa fareste? Come 'ingannereste' il tempo in attesa dell'ora fatale? Ovvio! Scopando come ricci, dipingendo quadri astratti, mangiando cibo cinese, guardando la tv, magari andando a salutare i vicini di casa che, per ringraziarvi della visita, vi regalano pure qualche bella pista di cocaina...
Vi pare impossibile? Non ci credete? Eppure è tutto terribilmente vero! In questo inimmaginabile pastrocchio Abel Ferrara vuole davvero spiegarci che il destino è ineluttabile (che scoperta!) e che dobbiamo accettarlo serenamente e con metodo zen (non a caso la coppia di protagonisti è buddista praticante). Meglio se abbracciati teneramente al proprio compagno stesi sul pavimento a copulare... certo che sarebbe davvero il sogno di tanti! Impossibile, insomma, prendere sul serio una roba del genere. E dispiace che a ridursi così in basso sia un regista 'di culto' ancora amatissimo da intere generazioni di cinefili.
Ma, caro Abel, se la pietà non si nega a nessuno, la pazienza sì. Qualcuno gli dica di smettere.
VOTO: *
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