48° Rapporto Censis: Italia società liquida

Creato il 05 dicembre 2014 da Lasfinge
05/12/2014
Alla sua 48° edizione la presentazione del  Rapporto del Censis sulla situazione sociale nel paese, mette in evidenza il clima di attendismo ed incertezza: l'Italia di oggi viene descritta come un paese liquido nel senso che "la maggiore fonte di liquidità  dell'Italia sono gli italiani" che tendono a risparmiare e conservare in depositi bancari e liquidità disponibile, perché il 60% degli italiani pensa che possa capitare a chiunque di cadere in povertà da un momento all'altro.
La tendenza ad accumulare risparmio trova la sua motivazione per il 45% dei casi per crearsi un paracadute in caso di imprevisti e disgrazie come perdita del lavoro o gravi malattie e nel 36% dei casi per "sentirsi sicuri" e con le spalle coperte.
La liquidità è aumentata del 4,9% mentre i consumi si sono ridotti dell'8% e sono calate le compravendite immobiliari ed altro tipo di consumo produzione e mercato.
Il cosiddetto ceto medio è rimasto schiacciato dalla crisi.
Solitudine e sfiducia  nei propri simili: il 79,6% ritiene che ci si debba saper guardare con molta attenzione, mentre solo il 20,4% pensa che la maggior parte della gente sia affidabile.
Disincantato anche l'atteggiamento verso la vita: il 29% degli italiani ritiene che per ottenere successo bisogna avere le "conoscenze giuste" ed il 19% che bisogna nascere nella famiglia giusta, mentre solo il 51% dà un ruolo all'istruzione ed il 46% alla capacità di lavorare sodo: queste due ultime percentuali molto al di sotto di quanto percepito in altre nazioni europee.
Insomma mentre la forbice sociale si è approfondita sembra si vada perdendo la speranza di poter cambiare il proprio status sociale attraverso le proprie qualità, la propria preparazione ed il lavoro personale.
Scarsa la fiducia verso le istituzioni europee vissute come estranee e vessatorie.
In Italia un grande patrimonio culturale rimane inutilizzato e non sfruttato come fonte di reddito nella creazione della industria turistica e gli investimenti hanno seguito una parabola discendente raggiungendo i valori minimi dal dopoguerra, malgrado la redditività delle imprese si sia conservata a livelli elevati.
L'immersione nel nero, ovvero le spese pagate in contanti con elusione ed evasione fiscale ammontano in Italia a 410 miliardi di  euro, praticamente il 41% del totale di spesa.
I giovani tra i 15 ed i 34 anni rappresentano la più elevata quota di disoccupati, il 75,9% (erano il 50,9% prima della crisi) aumentano i cosiddetti neet o giovano che non studiano e non lavorano, che nel 2013 hanno ormai raggiunto circa i due milioni e mezzo e circa la metà dei giovani che vivono per conto proprio e lavorano sono sottopagati tanto da dover comunque ricorrere all'aiuto dei propri familiari.
Insomma la depressione in Italia è qualcosa che ormai è andata oltre il mero dato economico ed ha finito per investire la vita delle famiglie e degli individui che tendono in questo a perdere il sentimento di identificazione comunitario nel proprio tessuto sociale ed a chiudersi in una solitudine  scettica e disincantata.
Malgrado tutto l'Italia continua ad esercitare un certo fascino tutto suo: il nostro export è cresciuto del 30,1% dal 2009 al 2013, il turismo verso l'Italia è aumentato a sua volta nel 2013 del 6,8% rispetto al 2012 ed infine la lingua italiana è conosciuta e parlata in tutto il mondo da 200 milioni di persone

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