«Se sei famosa la gente crede di avere il diritto di dirti in faccia qualunque cosa, come se questo non potesse ferirti… A volte, penso che sarebbe meglio evitare la vecchiaia e morire giovani. Ma vorrebbe dire non completare la propria vita, non riuscire a conoscersi completamente».
5 agosto 1962, moriva Marilyn Monroe. Attrice mediocre, viso stupendo, corpo mozzafiato, Norma Jeane , dal momento della sua scomparsa, è entrata a far parte dell’Olimpo del Cinema, diventando un ‘mito’. Oggi, a cinquanta anni di distanza, la sua bellezza rimane intatta, così come il suo magnifico ‘profilo’ di celluloide.
Un ricordo tratto da Mymovies:
obbiamo tutto a Marilyn Monroe. Ma ancora di più dobbiamo a quella giovane attrice che si era fatta Marilyn Monroe. Una celebre maschera di seduzione che lei stessa aveva creato, come uno schizofrenico alter ego che sapeva usare sessualità e pietà nella giusta misura, che sapeva farsi perdonare quando sbagliava, che sognava di rimanere sempre bella, ma anche di superare quella cronica insicurezza d’interprete con una perfezione recitativa degna delle colleghe che le stavano intorno o che l’avevano preceduta. «Se avessi rispettato tutte le regole, non sarei arrivata da nessuna parte», diceva. E questa consapevolezza di aver osato troppo e, nell’osare, di essersi spinta lì dove il confine fra sola bellezza e stupidità era sottilissimo, le causò un’infelicità autentica. «Non sono mai stata abituata alla felicità: è qualcosa che non ho mai dato per scontato, pensavo che sarebbe arrivata con il matrimonio». Ne ebbe tre, ma nessuno di quei tre la salvò dalla sofferenza che provava. Nessuno dei tre matrimoni riuscì a instillare in quel corpo burroso la gioia di vivere. L’unica cosa che contava per Marilyn, per Norma, era il pubblico. Il sentirsi apprezzata come una brava attrice, piuttosto che come una attrice sexy.
Per sempre Marilyn…