La trama è nota più o meno a tutti.Qui siamo alla scena della cabina telefonica.Rosemary si è resa ormai conto che tutte le persone attorno a lei sono collegate e stanno tramando qualcosa di terribile. Cerca in tutti i modi di riallacciare i contatti con il vecchio ginecologo, del quale ancora si fida, in una sconnessa lotta contro il tempo. La colonna sonora incalza, spaventa, la paura si è insinuata strisciante come il sudore che imperla la fronte di Mia Farrow (da me detestata nei film di Woody Allen, ma superba in questo capolavoro del 1968).Fa caldissimo, la città è avvolta da una luce tagliente e da una cappa di calore spietato. Ogni volta mi terrorizza. Ogni volta ogni muscolo del mio corpo si tende.
Carlito Brigante (Al Pacino, mica uno qualunque) si decide finalmente.Va a trovare, di notte, la sua Gail.Una delle coppie più belle della storia del cinema, secondo me.Noi stiamo aspettando questo momento da circa mezz'ora.Tensione erotica alle stelle.
Carlito Brigante: Sorpresa.
Gail: Io stavo dormendo.
Carlito Brigante: Oh... Beh, posso entrare? T'ho portato una cheesecake.
Gail: Non mi piace la cheesecake.
Carlito Brigante: Tu non mi avresti telefonato Gail, se non volevi farmi entrare.
Gail: E invece è così, Charlie.
Carlito Brigante: E adesso cosa faccio?
Gail: Non so, cosa fai? Mmm... Dici che spezzerai la catena? Che mi rincorrerai per la casa? Mi spoglierai? Mi prenderai sul pavimento?
Carlito Brigante: Sono vecchio per fare queste cose.
Gail: Oh, che peccato... Se non riesci ad entrare, non entri.
Parte "You Are So Beautiful" di Billy Preston. Mi sciolgo.
A dire la verità ogni singolo fotogramma di questo film è un'esperienza extrasensoriale, tanto che definirlo semplicemente un film è riduttivo.Ma la scena della visita "di cortesia", tutt'altro che cortese, da parte della vicina di casa a Nikki Grace popola i miei incubi peggiori da alcuni anni.Il racconto si fa a poco a poco sconnesso, illogico, stridente; le parole della sinistra signora vanno a toccare qualcosa dentro di me che non credevo nemmeno esistere, qualcosa di scomodo, di fastidioso, di profondamente sbagliato.
"Suppongo che se fossero le 9.45, io direi che era dopo la mezzanotte…"
Lynch è un meraviglioso genio, forse un genio del male, ma io amo la sua testa e tutto quello che di folle e meraviglioso è contenuto in essa.
Il nostro carissimo, struggente McMurphy si improvvisa radiocronista di una immaginaria partita di calcio, dopo che ai degenti dell'ospedale psichiatrico è stato vietato di guardare la tv. Scena memorabile, commuovente, potente. Nicholson con questo film tocca vette altissime, e con lui tutto il cast in stato di grazia.Da vedere e rivedere.
La sequenza finale del film, "winter", è dedicata alla terza parte della vita dei protagonisti: dopo l'ascesa, il declino, ecco la caduta. Molto più che il classico pugno nello stomaco, questa conclusione mi ha fatto stare fisicamente molto male, e tuttora non sono ancora stata in grado di rivederla. Ma è comunque un'esperienza visiva e acustica eccellente, da provare almeno una volta. La colonna sonora di Clint Mansell si avvale di cori e di un'intera orchestra. Devastante.