Perché le vacanze non sono solo questo
Miei cari,
come sapete bene oramai, non amo granché muovermi, specie perché sono costretta a farlo spesso. In particolare, oggi vi illusterò le cinque cose delle vacanze in grado di mettere malanimo a tutti, benché poi tale malessere sia (fortunatamente) ripagato dal relax di cui le ferie sono portatrici… quando si riesce a rilassarsi, ovviamente.
1 . Il malanimo da biglietto/prenotazione/documento. Colpisce in particolare chi è un po’ distratto, il malanimo da perdita di biglietto/dimenticanza di documento/problemi con la prenotazione, è una vera piaga sociale. Lo spauracchio dell’aver dimenticato qualcosa è sempre dietro l’angolo e in un mondo in cui tocca prenotare anticipatamente pure un bagno nella pozzanghera comunale, il tutto può diventare veramente una tragedia.
2. Il malanimo magno della valigia. Questa è credo la cosa più stressante di tutte le vacanze. Fare le valigie è il male, non c’è dubbio. Se poi si parte in aereo, il male è il doppio. A parte la noia di dover selezionare roba da infilare in valigia, la cosa più angosciante è il carriarsi (dial. napoletano.: trascinarsi) la suddetta in lungo e in largo, tra il sudore, la stanchezza, i bimbi scassacazzi. E arrivare fino alle Hawaii e aver scoperto di aver dimenticato le infradito non ha prezzo. (p.s. se come me soffrite di chinetosi, nella valigia vi consiglio di mettere pura la xamamina o qualcosa del genere, o ne vedrete delle belle)
Sottocategoria: il malanimo del bagaglio speciale. Solitamente si tratta di un qualcosa di estremamente delicato, quindi il vostro mandolino, chitarra acustica, fisarmonica. In aereo avrete il terrore di separarvene per non vederlo finire ruzzolare sul nastro trasportatore, altrove vorrete abbracciarlo affinché qualche creaturo malefico non ci si vada preterinzionalmente a rompere le corna contro. E non c’è custodia blindata che tenga: la paura che il vostro bagaglio speciale faccia una brutta fine è sempre troppa.
3. Il malanimo dei vicini di treno/aereo/alischifo. I vicini di posto sono una brutta razza. Che viaggiate in treno, aereo, traghetto o nave veloce snav, se siete soli è matematico che vi beccherete il vicino che tenta di attaccare bottone. Non importa che abbiate le cuffie nelle orecchie o un libro in mano a ostentare tutta la vostra indifferenza, egli tenterà comunque di estorcervi qualche parola o di raccontarvi la sua intrigantissima esistenza. E quando, evidentemente esauriti, vi alzerete per andare a prendere una cosa al bar, egli, non pago, vi raggiungerà perché “anche io ho voglia di un caffè!”
Sottocategoria: Il malanimo del bambino che piange. Ok, so quello che mi starete per dire: “Quando sarai madre, capirai”. E sono assolutamente certa che abbiate ragione. Fatto sta che tra i malanimi più fastidiosi non si può non annoverare il fastidio del bambiniello che strepita, piange, si dispera, allucca amorevolmente nelle vostre orecchie raggiungendo tonalità fin’ora sconosciute agli esseri umani. (Comunque, for the record, quando io ero piccola e in viaggio accennavo a rompere le scatole venivo ampiamente redarguita dal genitore con cui mi trovavo, abitudine che evidentemente al giorno d’oggi si è persa).
4. Il malanimo della telefonata di lavoro. Voi siete stesi felicemente sulla spiaggia, cosparsi di olio di cocco o mallo di noce, oppure vi trovate in una spensierata campagna a fare una passeggiatina con annessa scorpacciata di more selvatiche, quando il display del vostro telefono si illumina perché il dottor TizioeCaio si è ricordato il 7 agosto che tempo fa avevate concordato un’intervista a riguardo del suo ultimo libro “Dove osano le paperelle del bagnetto”. La tentazione dell’attaccare il telefono in faccia è forte ma alla fine basta dire “Sono in ferie, caro dottore, la richiamo io quando rientro” e sperare che il dottore votti a scurdare.
5. Il malanimo dell’influenza intestinale. Vi colpisce immancabilmente se andate in qualche posto esotico e non c’è enterogermina che funzioni. Non si sa bene cos’avete mangiato, fatto sta che vi ha fatto male, molto male, tanto che parte della vacanza si è conclusa in hotel, stesi a letto, con 40 gradi all’ombra. Secondo un amico di mio padre, spesso il nostro corpo non accetta che nutrimenti che conosce (purpette al sugo, parmigiana di melanzane, broro di purpo) ma comunque vadano le cose, sono malanimi.
E voi? Che malanimi avete quando andate in vacanza?
p.s. Sarò fuori per lavoro e una breve vacanza fino al 10. Fate i bravi!