Lo stile non si improvvisa. Non si posa leggero come un fringuello sulle mani di un artista ignaro, ma è frutto di studio, esperimenti e conoscenza delle tecniche. Lucia Sforza è un’illustratrice romana che non si è mai accontentata di prendere in mano una matita. Ha studiato le tecniche dell’incisione, della monotipia e della calcografia. Tutto questo, insieme a una vena creativa davvero rara, ha dato vita a un suo stile personalissimo che ci incanta da sempre. Queste sono le risposte alle nostre tradizionali 5 domande.
Quando è iniziata la tua attività di illustratrice?
La prima commissione mi è arrivata dalla Sinnos, ho realizzato un’illustrazione di prova e poi ho atteso speranzosa e trepidante la risposta. Un momento che ho sentito importante per dare la stura a possibilità future.
Chi sono i tuoi illustratori preferiti?
Un nome tra tanti è quello di Iela Mari. Mi piace ricordare anche Chiara Carrer, uno dei miei primi riferimenti nel campo dell’illustrazione, ma sono molti gli illustratori a cui guardo. Curiosare tra i libri per cercare nuove forme d’espressione o trovare conferma degli illustratori/illustratrici che stimo mi fa sostare nelle librerie o nelle biblioteche immemore del tempo. Comunque è l’arte a fornirmi gli strumenti per guardare e capire.
Qual è la storia che vorresti tanto illustrare?
Le Mille e una notte.La capacità affabulatoria di Sherazade m’incanta, forse perché non sono così ciarliera. Ma soprattutto le storie che sconfinano in altre storie che a loro volta continuano e che hanno echi di culture tra loro distanti ma simili nelle strutture e simboli che ritornano.
Cosa consigli a chi vuole diventare illustratore?
Difficile o troppo facile dare consigli. La tenacia continua ad essere la mia risposta alle difficoltà che inevitabilmente incontro.
A cosa stai lavorando in questo momento?
Ad un mio progetto libro… In lavori diversi ho sperimentato varie soluzioni tecniche che ora vorrei mettere insieme in una storia che giochi sull’inganno della forma (mimetismo animale e altro).