Oggi avrei potuto parlarvi di qualche bel borgo o itinerario. Invece no. Perché credo che a un certo punto chi scrive di viaggi possa contribuire ad accrescere il dialogo e la conoscenza tra comunità e culture differenti.
Non ha senso amare il mondo e visitare posti lontani se non si cerca di guardare con apertura di spirito le realtà differenti dalla nostra.
D’altronde, non è proprio per questo che amiamo viaggiare? Per vedere quanti altri punti di vista possibile sono applicabili in questo mondo? Per conoscere lingue, culture, sapori, filosofie differenti? La diversità non ci arricchisce forse?
In questo periodo, soprattutto sui social network, noto purtroppo un aumento dei fenomeni di intolleranza e scontro tra religioni e nazionalità diverse, soprattutto verso chi è di religione musulmana.
Eppure molti turisti, gli stessi che una volta tornati qui additano guardandolo con sospetto il fedele musulmano, si recano spesso e volentieri in paesi a maggioranza di fede musulmana per le loro vacanze e foto esotiche.
Che senso ha se poi non ci si sforza di comprendere?
Credo che i recenti atti di terrorismo tra le vittime abbiano proprio colpito anche tante persone oneste seguaci dell’Islam, che in tutto il mondo si vedono accusate di violenza e guardate con sospetto.
Ecco alcuni luoghi comuni sull’Islam sui quali varrebbe la pena ragionare prima di adattarsi a slogan urlati da altri.
Non sono un esperta di religioni, ma ho conosciuto diverse persone di religione musulmana e ho cercato alcune informazioni. Ovviamente questo testo è incompleto e non esaustivo: la tematica d’altronde è troppo vasta e complessa per essere trattata in un blog di viaggi. Spero solo che possa servire come spunto di riflessione.
Quindi con questo post voglio solo condividere alcune notizie e siti web dove chi vuole potrà farsi un’idea su quello che spesso non viene detto sull’Islam e sui luoghi comuni che colpiscono i musulmani.
I musulmani sono violenti o terroristi?
La Comunità Islamica Italiana anche dopo i recenti fatti di Parigi, come in altre occasioni, ha ampiamente condannato e preso le distanze dai terroristi.
Ieri, durante una manifestazione in onore del compleanno del profeta Maometto che si è svolta a Gallarate, in provincia di Varese, diversi portavoce delle comunità musulmane hanno ripetuto in continuazione che “Islam è pace”.
Un cartello della comunità pakistana a Gallarate durante le celebrazioni del compleanno di Maometto
Il nome “Islam”, deriva da ”silm” che ha due significati: “sottomissione volontaria al volere di Dio” e “pace.” Entrambi i significati sono connessi.
I musulmani tra loro si salutano così: ”as-salamu 'alaykum — pace su di te”, e l'altra persona risponde: ”'alaykumus salam — su di te la pace.”
Samir El Baroudi, rappresentante della comunità islamica a Varese, ha detto: “Dio ha insegnato la legge dell’amore attraverso i suoi profeti, il principio dell’”ama il prossimo tuo come te stesso”. Anche Gesù era un profeta, e chi legge il Corano non può che amarlo ancora di più. Sua madre, Maria, è considerata la più santa tra le donne nel Corano. Ma purtroppo queste cose non vengono dette mai”.
Non esiste una religione della violenza. Esistono uomini violenti che usano la religioneClick To TweetL'Islam opprime le donne?
La gran parte dei maltrattamenti subiti dalle donne nel mondo musulmano discende da culture e tradizioni locali, ignoranza, e non ha fondamento nella fede dell'Islam. Pratiche come matrimoni forzati, violenze coniugali e limitazioni delle libertà femminili sarebbero in contraddizione con la legge islamica.
In diversi paesi a maggioranza musulmana le donne hanno raggiunto la più alta carica dello stato. Benazir Bhutto per esempio è stata due volte primo ministro del Pakistan, l'ex-primo ministro della Turchia, Tansu Ciller, l'ex-presidente indonesiana, Megawati Sukarnoputri, l'ex-presidente del Kirghizistan, Roza Otunbayeva.
I musulmani sono arabi?
L'Islam è spesso associato alle genti arabe. Invece sono solo il 15% della popolazione musulmana nel mondo. Il paese con la maggiore popolazione di musulmani è l'Indonesia. I musulmani costituiscono 1/5 della popolazione mondiale, con grandi concentrazioni in Asia (69%), Africa (27%), Europa (3%) ed altre parti.
“A casa loro” non permettono che vengano costruite le chiese
Dipende dagli stati. In diversi Paesi a maggioranza islamica esistono chiese cristiane. In Turchia per esempio, in Egitto, in Giordania e in Iraq.
Allo stesso modo il fatto che esistano chiese cristiane nei Paesi islamici non significa che in quei Paesi la vita per i cristiani sia sempre facile, anzi di recente alcuni conflitti si sono acuiti. Ma dire che non si sono chiese in quei territori non è corretto.
Un altro esempio interessante lo racconta il sito Civiltà Islamica qui
In Marocco, paese a maggioranza musulmana con più di 30 milioni di fedeli, vivono oltre 25.000 cristiani. Due Diocesi cattoliche (Rabat e Tangeri) amministrano più di 65 tra cattedrali, chiese e monasteri, distribuiti in più di 40 città del Marocco.
Per conoscere il rapporto tra cristiani e musulmani in Libano, leggete questo interessante articolo dell’Avvenire
I musulmani credono nella Guerra Santa?
Il concetto della Jihad, la Guerra Santa, viene spesso associato ai musulmani. C’è chi crede che sia lo stesso Corano a imporlo. Leggo però una cosa diverse in un recente articolo l’International Business Times
“la jihad non fa parte dei cosiddetti "cinque pilastri dell'Islam" (arkān al-Islām), ovvero i cinque obblighi fondamentali di ogni musulmano, che per la cronaca sono la testimonianza di fede (Shahada), le preghiere quotidiane (Salah), l'elemosina per i bisognosi (Zakat), l'astinenza dal mangiare, dal bere, dal fumare e dai rapporti sessuali durante il Ramadan (Sawm) e la visita alla Mecca almeno una volta nella vita (Haji).
La parola jihad ha in effetti una pluralità di significati, che vanno dalla lotta contro gli infedeli (per quanto questa non sia l'interpretazione prevalente) a qualsiasi sforzo compiuto per la propria fede. In particolare, esiste la Jihad al-nafs (contro sé stessi), la Jihad bil-lisan (lottare con le parole), Jihad bil yad (lottare con le azioni) e la Jihad bis saif (utilizzare la spada).”
Insomma, quali siano le vostre opinioni, non rinunciate ad avere dubbi e informarvi personalmente, e anche a cambiare idea se lo ritenete. Credo che per convivere, tutti dovremmo cercare di conoscerci meglio e capirci di più. Non credo sia il caso in questo momento di continuare a seminare odio.
Risorse utili
Qui trovate un’interessante riflessione e un documento da scaricare per approfondire sul dialogo tra Islam e Cristianesimo scritto dal cappellano dell’aeroporto di Malpensa, don Ruggero Camagni, sul suo blog Cappellania Malpensa.