50 anni fa nasceva il Secondo Programma, l’attuale Raidue

Creato il 01 novembre 2011 da Iltelevisionario

Cinquanta anni fa nasceva il secondo canale della Rai, denominato allora Secondo Programma. “Questa sera per noi, cittadini del monoscopio, sudditi delle antenne, inscritti nei ruoli del teleschermo, questo è un grande giorno. Da pochi minuti, sul palazzo di via Teulada, una mano a 17 pollici ha esposto un nastro bianco. E poi lo sapete tutti: è nato il secondo canale… il suo destino è già segnato, nasce all’insegna della vittoria”. Sono le parole di Mina, testimonial d’eccezione della nascita, il 4 novembre 1961.

Già dal suo debutto, il canale aveva lo scopo di trasmettere una programmazione alternativa e maggiormente dinamica rispetto a quella del Programma Nazionale (l’attuale Raiuno). Il canale vedrà anche la nascita del Telegiornale, in onda alle 22.00 circa, con una novità importante: la presenza di un giornalista (l’attuale conduttore) che sostituisce lo speaker, con il compito di presentare gli avvenimenti del giorno. Direttore del Telegiornale unico, anche se sdoppiato, é Enzo Biagi. Con la riforma del 1975, il Secondo Programma assumerà la denominazione di Rete 2 e il Telegiornale assumerà la denominazione di Tg2. Il primo direttore della neonata testata sarà Andrea Barbato e a condurre la prima edizione sarà chiamato Piero Angela.

Paolo Garimberti, attuale presidente della Rai, ha ricoperto nel periodo 1993-1994 la carica di direttore del Tg2: “Non pensavo, allora quando ero Direttore del Tg2, di trovarmi oggi da Presidente della Rai a celebrare il 50° anniversario di Rai2 o come si chiamava il secondo programma. La rete è stata la fucina di tanti talenti e la sede dove sperimentare nuove formule di trasmissioni  e nuovi linguaggi, che si sono poi affermati proprio grazie a quella vetrina. Programmi che hanno lasciato il segno ed eredità importanti e un Tg agile, veloce, moderno che ha segnato una svolta nel giornalismo televisivo. Quando arrivai al Tg2, sapevo che mi si chiedeva di fare un buon telegiornale, equilibrato, attento alle nuove istanze che si muovevano nel paese, insomma un Tg del servizio pubblico e non una testata di parte”.


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