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Recensione | The 100 2×14 “Bodyguard of lies”

Creato il 01 marzo 2015 da Parolepelate

Le cose si fanno intense e il conto alla rovescia ci avvicina sempre di più ai season finali: Blood Must Have Blood, parte 1 e parte 2.

Siete pronti? Io no. Non sono pronta in alcun modo a salutare Bellamy, Clarke, i Cento rimasti, i Terrestri e in qualche modo neanche gli abitanti di Mounth Weather. Neanche sapendo che la terza stagione è stata confermata…

L’episodio di questa settimana “Bodyguard of lies” ha piantato le basi per un esplosivo finale di stagione che, ne sono certa, lascerà tutti a bocca aperta. Ricordate come è finita la stagione scorsa? Sì, esplodeva anche quella…

Tirando le somme, questo episodio è stato meno colmo di avvenimenti dello scorso, ma altrettanto intenso.

Bellamy ha avuto dei momenti davvero tosti e, nell’attimo in cui la keycard non apre la porta e le guardie del Monte capiscono che non è Lovejoy ho temuto per il peggio. Nessuno è al sicuro, in The 100, non più. Quasi sulla scia de Il Trono di Spade, sembra che chiunque sia sacrificabile ai fini della trama: abbiamo detto addio a Wells, ad Anya, a Finn e, vista l’assenza di Lexa nella prossima stagione a causa della sua entrata nel cast dello spin-off di The Walkin Dead, temo vada aggiunta anche la nostra nuova Comandante alla lista.

Nonostante Cage sia una brutta persona che tutti odiano ho trovato fosse una mossa davvero astuta quella di “fregare” Bellamy facendogli credere di essere riuscito a neutralizzare la Nebbia Acida quando, in realtà, non era così. Ma grazie agli episodi di McGiver visti sull’Arca durante i pomeriggi in cui doveva badare ad Octavia, il nostro ragazzone riesce a salvare la situazione. No, sul serio, una genialata. Io me la sarei fatta sotto e sarei fuggita il più velocemente possibile.

Recensione | The 100 2×14 “Bodyguard of lies”

Ma tutto il fuoco che lo ha raggiunto non gli ha bruciato neanche un po’ le punte dei capelli? Peccato, una scena d’azione potenzialmente bella è stata fatta un po’ troppo superficialmente.

ORA: la nebbia acida è fuori uso, l’esercito Terrestri+Popolo del Cielo è attorno a Mount Weather e una parte dell’esercito è già all’interno, senza che nessuno lo sappia.

Una cosa che noi sappiamo, però, (e Bellamy no) è che il Monte lo ha ascoltato per tutto questo tempo e ora l’hanno tagliato dalla conversazione con Raven. Riusciranno i Cento all’interno e quelli all’esterno a comunicare ancora? Magari Monty farà un’altra delle sue magie dando a Bellamy una nuova radio che poggia su un nuovo canale?

Lontano (lontano, lontano, lontano) dalla calma prima della tempesta, Jaha e i restanti vagano per il deserto, incappando in ostacoli che avrebbero scoraggiato chiunque e infatti, uno di loro, per lo sconforto corre verso la “City of Light” e solo per culo non mette il piede su una mina. Tutto ciò che ruota intorno a Jaha da quanto è stato lasciato solo sull’Arca è quasi surreale. Prima le allucinazioni su Wells, poi l’incontro nel deserto con la famiglia alla ricerca della City of Light, dopo ancora il viaggio nel deserto che sembra giungere a livelli di assurdità pazzeschi quando un drone spuntato dal nulla li guida sino ad una barca che li condurrà, probabilmente, alla loro meta. (Che noia, però, Jaha con questi vaneggiamenti sulla fede, eh. Basta, sul serio.) Nonostante l’assoluta bellezza di Murphy che è diventato il re della sassyness, una cosa proprio non mi va giù: VOGLIO LA FINE DELLA BARZELLETTA SUL TERRESTRE, L’ABITANTE DI MOUNT WEATHER E QUELLO DELL’ARCA!!

Recensione | The 100 2×14 “Bodyguard of lies”

Come non mi stancherò mai di dire, la mia dolce e adorabile Octavia da bambina capricciosa è diventata non solo una donna forte, ma una Grounders. I ruoli, tra lei e Lincoln sembrano essersi invertiti. Lui, che prima era il cattivo, il terrestre ora è considerato “meno Terrestre” dai suoi e anche Clarke lo considera uno dei suoi mentre Octavia, una Sky People, è diventata una Terrestre che combatte come e con loro, si veste come loro, parla la loro lingua e soprattutto segue più gli ordini di Indra che quelli di Clarke. La ragazza dell’Arca è diventata una Grounders e il Grounders è diventato uno del Cielo.

Romeo e Giulietta, vi siete scambiati i cognomi? Montecchi e Capuleti non ne saranno contentissimi.

Ma come mi aspettavo, l’improvvisa scomparsa-salvezza di Lexa e Clarke non è passata inosservata. Forse perché studia quello che le accade attorno, forse perché è sveglia e basta: O si è resa conto che le due leader sono scampate miracolosamente al missile nonostante si trovassero a TonDC. Capisco il motivo per cui Abby cerca di perdonare sua figlia, dopo il discorso di Kane, ma Octavia non ha alcuna ragione per perdonarla perché lei stessa ha sempre cercato di salvare il possibile, senza sacrificare mai nessuno e, nonostante tutto, sono certa che non avrebbe mai accettato di tacere sul missile, se fosse stata al posto di Clarke.

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Certo, anche lei non è perfetta: non lo hanno mostrato ma è chiaro che Octavia, durante il suo addestramento come seconda di Indra ha ucciso qualcuno, ma le cose sono diverse. Forse cerco di giustificarla e la mia visione è distorta dall’adorazione per questo personaggio ma la sua mentalità ora è quella di una Grounders, uccidi o muori, quella di Clarke no. Le due sono cresciute in mondi differenti anche se non sembrerebbe: Clarke ha vissuto una vita felice fino alla morte del padre e poi, anche pur convivendo con quella perdita e con il segreto che ha portato a quella morte, ha iniziato a diventare da ragazza a donna come una leader, come qualcuno che doveva scegliere la cosa giusta per tutti, non solo per se stessa. In qualche modo la sua vita è stata più facile di quella di Octavia che ha vissuto la sua vita sempre rinchiusa, prima in una botola e poi in prigione, per il solo fatto di essere nata e poi, quando per la prima volta ha vissuto la sua liberà ha avuto a che fare con scelte che mettevano a rischio la sua moralità (Lincoln, per esempio). Clarke ha iniziato a capire come funzionavano le cose già sull’Arca, con l’influenza della madre, del Consiglio e di Jaha; Octavia ha sempre vissuto la solitudine e l’unica vera vita che ha vissuto è stata quella di guerre e uccisioni e ora che sta diventando una donna lo sta facendo non sotto l’ala di una madre o una società rigida ma sotto quella di una guerriera per cui una vita deve rispondere ad una vita e una spada fa la differenza tra la vita e la morte.

E ora passiamo alla parte più discussa della settimana: la relazione tra Clarke e Lexa. Come ripeto praticamente dal primo momento in cui le due leader si sono incontrate: io adoro la chimica e le interazioni tra le due. Sanno tenersi testa l’un l’altra e sanno fare breccia -come abbiamo ben visto- l’una nelle debolezze dell’altra. La sofferenza nello sguardo di Lexa quando la nostra Princess le dice che è ancora ancorata a Costia e che provava qualcosa per Augustus è visibilissima. Per un momento ho pensato: vedremo Lexa versare qualche lacrima? No. Già, niente lacrime ma quello che è venuto mi ha reso più felice.

Recensione | The 100 2×14 “Bodyguard of lies”
   
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Lexa si fida di Clarke, e glielo dice e, dopo aver sottolineato come la leader dei Cento tenga a Bellamy più che a qualunque altro dei ragazzi, la bacia. C’erano stati spoiler, gif e video su questo momento ma mai mi sarei aspettata questo. Pensavo l’avrebbero fatto essere un sogno, o magari che Clarke l’avrebbe allontanata, o… Non so. Ma tutto mi sarei immaginata tranne che Clarke ricambiasse il bacio.

Sono contenta per la giusta rappresentazione LGBT+ che hanno i personaggi di questo show, non è mai facile per i network, vista la mentalità retrograda di molte persone ma è piacevole quando “azzardano” e mostrano personaggi forti e ben fatti con orientamento sessuale vario. Come Rothenberg ha detto, però, dopo la catastrofe nucleare importa poco CHI ti piace e le etichette etero-gay-bi e così via non sono pecette che vengono affibbiate.

Nonostante poi metta un punto (un punto e virgola?) alla relazione tra le due, ho trovato giusta la reazione di Clarke: Finn è morto da poco, la guerra è vicina e quello non è il momento (né in generale, né per la ragazza) di iniziare una relazione amorosa.

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Quasi lo stesso discorso potrebbe essere fatto per Raven e Wick ma sono così contenta perché Wick è palesemente cotto di Raven da secoli ed è così tenero e adorabile e assolutamente sexy che non ce la faccio a non dire “figliate subito, immediatamente. Sposatevi e fate tanti piccoli nerd che si credono gli dei della meccanica e della chimica e della fluido dinamica e del mondo intero”. Sì, sono troppo di parte e ho sofferto quasi fisicamente quando Raven, dopo momenti così carini, diventa fredda verso Wick. Ma non posso darle neanche torto: Finn è morto da poco (vale anche per lei) e la guerra è vicina, troppo vicina. Magari, quel gesto era un “divertiamoci, che domani potremo essere sotto terra”.

   

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Vi lascio con il promo del prossimo episodio: “Blood must have blood – part 1″

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