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Pausa Gender – Podcast #3

Creato il 29 giugno 2015 da Signorponza @signorponza

Siamo sopravvissuti alla seconda puntata del podcast, ma vi ricordo che questo non vuol dire nulla perché anche Forte Forte Forte ha superato la seconda puntata senza essere cancellato. La puntata odierna di Che bello fare le pause si intitola Pausa Gender e affronta temi di strettissima attualità. In particolare io e Wannabefre abbiamo cercato di rispondere ad alcune domande che sicuramente frullano nelle vostre testoline: perché su Facebook avevano tutti la foto arcobaleno? Che cosa è successo negli Stati Uniti sui matrimoni gay? In Italia come siamo messi? Ma soprattutto: che cos’è la teoria gender che tanto spaventa tutti?

Tu lotti per i diritti nella società The Lady Gif

Potete ascoltare la puntata (e le risposte a queste domande) proprio qui, ora o quando vi pare, schiacciando play:

Come promesso nel podcast, vi riportiamo qui di seguito alcuni link e video che abbiamo citato o che approfondiscono i temi trattati nella puntata.

In questo articolo de IlPost trovate due passaggi chiave scritti dai giudici nella sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti sui matrimoni gay, uno a favore e uno contro. Questo è il passaggio (completo) che abbiamo letto:

Nessuna unione è più profonda del matrimonio, dato che contiene gli ideali più alti di amore, fedeltà, devozione, sacrificio e famiglia. Unendosi in matrimonio, due persone diventano qualcosa di più grande rispetto a cos’erano prima, separatamente. Come hanno dimostrato alcuni dei querelanti in questo caso, il matrimonio implica un amore che può durare anche oltre la morte. Affermare che questi uomini e queste donne non rendono onore all’ideale di matrimonio sarebbe irrispettoso. Lo rispettano a tal punto che lo desiderano per sentirsi pienamente realizzati. La loro speranza è quella di non essere condannati a trascorrere la vita in solitudine, esclusi da una delle più antiche istituzioni umane. Chiedono di essere trattati davanti alla legge con la stessa dignità delle altre persone. La Costituzione dà loro questo diritto.

Per quanto riguarda la situazione (arretrata) Italiana, trovate in questo post una breve storia di tutto ciò che (non) è accaduto negli ultimi decenni e una descrizione dettagliata di quanto si sta cercando di introdurre oggi con il Disegno di Legge presentato dalla Senatrice Cirinnà.

Parlando di “Teoria Gender“, vi consigliamo di guardare questa intervista alla Prof.ssa Saraceno (sociologa) in cui si spiega bene che la “Teoria Gender” non esiste (almeno non così come ce la raccontano quelli del Family Day) e dice anche altre cose molto interessanti sulle famiglie.

Questo è invece il commovente spot elettorale di Hillary Clinton sui “diritti umani” delle persone LGBT, del quale vi abbiamo fatto ascoltare la parte finale.

Infine, vi lasciamo il link a questo articolo intitolato “Mi turbava immaginare due uomini che si baciano. Vi racconto perché non è più così”, nel quale si parla del concetto di “omofobia lieve”, di come la Natura sia invocata solo quando fa comodo e del motivo per cui la questione dei diritti delle persone omosessuali dovrebbe interessare tutti. Vi riportiamo qui alcuni passaggi secondo noi più significativi.

L’omofobia non è solo quella violenta degli insulti, delle sprangate in un vicolo. Che sia ingiustificabile l’omofobia violenta siamo sempre (quasi) tutti d’accordo. C’è una forma di omofobia che tutti e tutte ci portiamo addosso, chi più che meno, e che ha a che fare con la cultura che ci ha nutriti di stereotipi e paure, in un paese omofobo e sessuofobico. Io la chiamo omofobia lieve. L’omofobia lieve è quel disagio che sentiamo addosso anche se a parole diciamo di rispettare tutti, quando percepiamo nel nostro intimo quel «però». Che cos’è quel «però»? A volte diciamo che è pudore ma non è vero. È timore. È il non voler socchiudere una porta che preferiamo lasciare chiusa, quando basterebbe poco per scoprire che dietro non c’è niente di speciale. Tutto il castello di impercettibili paure che abbiamo costruito intorno all’omosessualità si sgretola di fronte alla sua banalità. Perché è tutto come nelle coppie eterosessuali. A volte splendido, a volte no, a volte l’amore dura una notte, a volte un mese, a volte una vita intera.

Con riferimento alla Natura:

Chi si ostina a ritenere innaturale la famiglia omogenitoriale invoca la Natura in quanto madre illustrissima e intoccabile a cui bisogna lasciar fare. Ma guarda caso sono proprio gli stessi che invece non ne vogliono sapere di lasciar fare alla Natura quando si accaniscono a tenere in vita per 18 anni una ragazza grazie a un respiratore che di naturale non ha niente. La Natura diventa buona o cattiva, a piacimento. e noi abbocchiamo, perché le certezze ci piacciono e ci rassicurano.

Infine, sulla relazione tra mancato riconoscimento dei diritti e fase storica che stiamo vivendo:

A volte quando parliamo di diritti e leggi, sacrosanti, rischiamo didimenticarci che stiamo parlando della vita quotidiana delle persone, della loro felicità e della loro infelicità. Di un rubinetto che perde un po’ di dolore ogni giorno, per tutta la vita.

Nei momenti socialmente difficili come quello che stiamo attraversando c’è il rischio che gli stereotipi si rafforzino, perché lo stereotipo è qualcosa di certo e dunque di rassicurante. Più il nostro futuro ci appare incerto e più ci aggrappiamo alle poche cose certe che ci riportano indietro, a quando avevamo meno paura del presente e del futuro.

Ogni vostro commento è ben accetto, ancor di più se volete condividere ulteriori spunti o materiali per approfondire il tema.

UPDATE: Mi segnalano ad esempio l’evento che si terrà oggi a Milano alle ore 21, a seguito di quanto successo ieri al Pride di Istanbul (Polizia che disperde e carica la folla). Se siete a Milano, l’appuntamento è davanti al Consolato della Turchia (Via Larga, 19) con una bandiera arcobaleno (o qualunque altro simbolo). Tutti i dettagli nell’evento Facebook dedicato.

Se siete arrivati fin qui e non siete ancora PIENI di noi, vi ricordo che potete riascoltare le prime due puntate del podcast Che bello fare le pause.

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