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Recensione | Once Upon A Time 5×14 “Devil’s Due”

Creato il 21 marzo 2016 da Parolepelate

Seguendo l’evoluzione di questo telefilm, sto iniziando ad esserne sempre più sicura: per aver avuto la folle idea di cominciare Once Upon A Time, devo aver fatto un patto col diavolo.
Non lo so, forse stavo cercando di ottenere un bel voto a scuola ed ho barattato un bel 9 con la visione di questa serie, cioè con tanta, infinita sofferenza.
Devo dire che da un lato non mi dispiacerebbe, mi farebbe sentire un po’ come Dottor Faustus, ma dall’altro… mh, di questi tempi, mi fa sta facendo impazzire. Una cosa è certa: oramai che OUAT fa parte della mia vita, nessun accordo potrebbe farmi rinunciare ad esso. O quasi.

Questa settimana, con Devil’s Duefacciamo un salto nel passato di Rumpelstilskin. Un bel salto, a dire il vero, di quelli che bisogna stare attenti all’equilibrio o si cade e ci si spiaccica per terra. E, spiaccicato per terra, in questa puntata, ci è finito proprio Rumple. Fisicamente, quasi. Moralmente, diciamo che è finito spiaccicato sotto terra (in tutti i sensi, sì).
Siamo tornati indietro a quando Baelfire era poco più di un bambino: un giorno, nella Foresta Incantata, quest’ultimo è stato morso da un serpente. La sfiga lo ha perseguitato sin dall’infanzia.
Col figlio in fin di vita, Rumple e sua moglie, Milah, si sono rivolti a Fendrake, un guaritore che sembrava essere stato dentro una lavatrice insieme all’Acchiappacolore Grey (ottimo direi). Egli aveva la medicina che poteva salvare il futuro delinquente, ma ai genitori sarebbe venuta a costare un occhio della testa. Be’, non proprio un occhio della testa, perché Rumple si sarebbe volentieri accecato pur di salvare suo figlio ma, insomma, il prezzo per quella boccetta era abbastanza alto.
Milah sembrava, tuttavia avere la soluzione: uccidere la palla colorata e prendere l’antidoto, evitando il problema del pagamento. Il suo piano le sembrava geniale, ma la donna mancava di scaltrezza: se ne vantava, ma voleva che ad attuarlo fosse il marito. Lei preferiva, piuttosto, lasciarsi abbindolare da un bellissimo Killian Jones (con due mani!) nella locanda. Be’, come biasimarla. Vorrei chiamarla donna di facili costumi, ma non so se, al suo posto, avrei rinunciato ad immaginare l’oceano attraverso gli occhi azzurri di Hook.

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Rumple era troppo codardo per fare fuori il guaritore. Anzi, io non la chiamerei codardia, bensì bontà ed amore. Elementi che hanno ricompensato (in parte) lo zoppo, facendogli ottenere ugualmente la boccetta.
Ma rimaneva un prezzo da pagare: quando Rumple avrebbe un secondogenito, questi sarebbe andato al guaritore. Se con i secondogeniti, gli italiani avessero potuto estinguere il debito pubblico, a quest’ora saremmo a cavallo – sul cavallo bianco di Napoleone, può darsi.
Milah era schifata dalla scelta del marito e, dopo aver visto suo figlio risvegliarsi, torna a fare la libertina.

Anni dopo, una volta diventato The Dark One, Rumple non ha dimenticato il guaritore (quanta passione nel tingersi il corpo con tanta premura tutti i giorni) e ha portato a termine ciò che gli aveva chiesto sua moglie: si è disfatto di lui, annullando il patto che avevano stretto. Al che ho pensato: Hai visto Rumple, furbo!

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Nell’Oltretomba o, come ha meglio sottolineato Regina, ad Underbrooke, Rumple – che è bipolare: a momenti vuol fare il paladino ed aiutare tutti, cinque minuti dopo è pronto a togliersi da tre passi – sa chi può aiutare Emma a ritrovare l’amato perduto: si tratta proprio di Milah, sua ex moglie, nonché former lover di Hook.
Milah, saputi i trascorsi di Emma con Neal, suo figlio, ed Hook, suo ex, non manca dal giudicarla, sebbene indirettamente. Emma è un po’ la Brooke di Beautiful della situazione, ma vorrei ricordare alla gentile clientela che la cara mammina faceva la ganza con Hook mentre il figlio stava quasi subendo la sorte di Cleopatra.

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Ma comunque. Grazie a Milah (non ho ben capito perché, ma il fatto che io non abbia capito è puramente nella norma, non vi preoccupate) Rumple ed Emma riescono ad entrare nel covo di Ade.
Ad attenderli vi è Hook a penzoloni, ma grazie a Dio (che ancora non si è visto) Emma lo salva subito.
Mentre Milah aspetta, Rumple ha un interessante colloquio con Ade. Due diavoli faccia a faccia, ma sappiamo bene che Rumple non è tutto peste e corna (le uniche corna sono quelle che gli ha fatto l’ex moglie), mentre Ade è un fuoco inarrestabile: che abbia delle fiamme in testa e che Rumple, invece, in capo abbia un Mocio Vileda, ne è la chiara prova.
A Rumple è piaciuto scherzare col male, ma non gli piacerà giocare col Diavolo. Ade, nonostante sia un grande fan di Rumple – non voglio immaginare cosa pensi di Lord Voldemort o di Steven Moffat – non lo vuole tra i piedi. Ordina a Rumple di disfarsi sia della barca che può riportare tutti nel mondo dei vivi, sia di Milah, lui potrà tornare a casa in un altro modo.

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Rumple obbedisce e, con un incantesimo, fa annegare Milah nel fiume delle anime perdute, fingendo, quando Emma ed Hook lo raggiungono, che sia stata tutta opera di Ade.
A questo, le manate che avrei voluto dargli erano parecchie, ma menomale che a dargli un bel ceffone morale ci ha pensato qualcun altro. Rumple si è lasciato corrompere così facilmente che si è dimenticato che ogni patto ha un prezzo, e lui sembra destinato a doverlo pagare. Quando dicono che le cose certe nella vita sono due: la morte e le tasse, hanno proprio ragione.
Ade, fattosi esattore di Equitalia, vuole che Rumple si prostri al suo servizio e il suddetto non ha scelta. Il patto stretto anni ed anni prima col guaritore è ancora valido – friendly reminder: siamo nell’Oltretomba, tutti sono morti… ma nessuno lo è – e lui gli deve il suo secondo figlio. Si dà il caso che Belle sia incinta (OH MY GOD!), quindi: ora sono cavoli amari. Il fatto che Belle aspetti un bambino, mi ha lasciato un po’ inquieta… mi fa un po’ strano, ecco. A questo punto, o pensato: Hai visto Rumple, f… fesso!
Comunque, Rumple si trova con le spalle al muro. Ripeto: non ha scelta. Ancora una volta dovrà mettere zizzania e stimolare la mia fantasia per farmi pensare a nuovi insulti. Ha voluto la bicicletta, ora deve pedalare. Tra le fiamme.

Nel frattempo, Regina scopre che il suo primo amore, Daniel, è andato in un posto migliore. Oh, una gioia ogni tanto! Segniamo questa data sul calendario, non so quante altri momenti così vi saranno.
Cruella, infatti, dopo un’indelicata battuta sulla sua pelliccia fatta col pelo della mamma di Bambi (mi è passata tutta l’infanzia davanti), aveva spiegato a Regina che esistono tre tipi di lapidi: quelle ritte (di coloro con questioni in sospeso), quelle cadute (di chi è passato a miglior vita, per davvero) e quelle rotte (di chi è andato all’Inferno). Se vedrete una pazza che gira per i cimiteri ad analizzare le tombe, sappiate che sarò io. Ma almeno Edgar Allan Poe sarà fiero di me. 

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Un’altra gioia per Regina sembra arrivare quando questa recupera i suoi poteri; invece, nell’atto di togliere il cuore ad Emma per poterlo dividere in due e ridare la vita ad Hook, scopre di essere morta. Anche Emma e Biancaneve lo sono. Cioè, in realtà non sono propriamente morte, ma sono le anime vive designate da Ade per rimanere nell’Oltretomba. E’ come se lo fossero.
Cancelliamo pure questa data dal calendario, mai una gioia per Regina anche stavolta.
E mai una gioia anche per noi, per me: cosa faranno adesso? Ma che poi, io dico: proprio loro dovevano essere scelte, ma non poteva decidere Hook? I mean, se la sfortunata sorte fosse toccata a David, me ne sarei fatta una ragione.
Io invoco l’aiuto di Dante e Virgilio, secondo me sono gli unici che possono tirarli fuori da questa situazione. L’incisione “Abandon all hope ye who enter here” (Lasciate ogni speranza voi ch’intrate) ne è la conferma. A proposito, l’ho trovata un po’ trash… per non parlare delle lettere del contratto che sembravano alludere all’alfabeto greco! Americani, please.

In definitiva:

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Rumple, Rumple, Rumple. C’è sempre lui nel mezzo. E’ come il prezzemolo. Che poi, il prezzemolo rimane anche tra i denti.
E’ peculiarità di Once Upon A Time mostrarci il lato buono dei cattivi, questo telefilm è una sorta di Apologia dei Cattivi. Rumple, poi, è forse il personaggio più giustificato della storia… ma come biasimarlo.
Quello che abbiamo visto nella Foresta Incantata era ingenuo, docile, buono, premuroso… quasi un bambino. Era innocente, come un agnello, l’agnellino di William Blake.
Per Blake, però, la fase dell’innocenza sfocia in quella dell’esperienza, dove si conosce il male della società, del mondo, il peccato, gli alti ed i bassi della vita. E’ allora che l’agnello diventa una tigre, una forma di energia che è, al contempo, innocente e distruttiva. La tigre è l’emblema del male, ma è stata creata da qualcun altro con la forza, è stata forgiata per fare del male, ma non è stata lei a volerlo, è per questo che preserva uno stato d’innocenza.
E’ questo il Rumple che ci viene mostrato: oscilla tra il peccato e l’innocenza ed incarna le debolezze dell’essere umano, gli errori che questi compie in nome di qualcosa di grande, ma che poi portano alla sofferenza di tutti: vincitori e vinti.
La tigre è, sempre secondo il poeta William Blake, simbolo della rivoluzione, come lo è il vento per Percy Bysshe Shelley. Il vento è distruttore e preservatore, la rivoluzione distrugge ma porta anche ad un nuovo inizio, il suo fine è giusto e nobile, ma causa morte e devastazione, però rimane grande. Così è Rumple: distrugge, credendo di farlo per costruire qualcosa di più grande dopo, e quest’atteggiamento lo mantiene stabile, lo fa migliorare, e poi peggiorare di nuovo… ed arriverà un giorno in cui verranno tirate le somme, e spero che Once Upon A Time ce lo mostri.

Sono stata fin troppo prolissa e noiosa, perciò mi fermo qui. A voi il promo della prossima puntata (ne vedremo delle belle!), arrivederci! :)


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