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“50 sfumature di grigio” ovvero come cercare il principe azzurro e finire nella “stanza dei giochi” dell’”orco”

Creato il 21 febbraio 2015 da Musicstarsblog @MusicStarStaff

50-sfumature-di-grigio-recensione

[Scritto da: Fede]

A letto col mostro. Ormai si è trasformata in una moda irrinunciabile nella letteratura e cinematografia attuali. Nei film con Christopher Lee, le illibate fanciulle si ritraevano con un moto di orrore appena sentivano pronunciare la parola “vampiro”, creatura delle tenebre mantenuta in vita da continui beveraggi del loro sangue, della quale erano le “vittime” designate, oggi se ne innamorano perdutamente, come Bella nella saga di “Twilight” e contro ogni previsione scoprono che anche loro hanno un’anima, esattamente come i loro rivali in amore, i “licantropi”, vacci a capire qualcosa… Di mostruosità in mostruosità e di aberrazione in aberrazione al termine della lunga catena c’ è il “best seller” di E.L. James “50 sfumature di grigio” di cui è uscita nelle sale, proprio a ridosso di San Valentino, la trasposizione cinematografica, in una versione edulcorata (le situazioni più spinte non erano rappresentabili) e soft-erotica. La trama è esilissima,c’è un Mr. Grey LaQualunque (cognome che significa “grigio” e negli States è stra-sentito, anche di più dei nostri Signori Bianchi e Rossi), antipaticissimo e inavvicinabile giovane rampante dell’alta finanza, pure belloccio, della serie “guardatemi ma non toccatemi” (e in effetti non fa mistero della sua abitudine di mantenere le “distanze”), come se non bastasse è anche dichiaratamente cinico, spietato e affettivamente desertificato, possiede “giocattolini” costosi come aerei privati, elicotteri e un parco di fuoriserie degno di un emiro di Abu Dhabi, mentre il suo “antro” è un appartamento extralusso provvisto di ogni comfort, fin qui sembrerebbe un calco dell’Edward Lewis di Richard Gere in “Pretty Woman” e invece no, perché Mr. Grey, bisogna precisarlo, è dedito alla sperimentazione di pratiche erotiche “non convenzionali” e “deviate” (alla Garbatella, senza girarci tanto intorno, si direbbe “da zozzone”), ha pure una madre adottiva medico, ma, strano a dirsi, non si è mai accorta di aver vissuto per anni al fianco di un “caso clinico”. La “lei” è una timida, idealista e goffa laureanda, Anastasia Steele, bel corpicino, sguardo basso, vestita da cani, neanche si rifornisse al peggiore “mercato delle pulci”, non ancora “iniziata” ai piaceri del sesso. Non si scommetterebbe un soldo bucato che due tipi così incompatibili possano arrendersi alle famose “laws of attraction” e invece è ciò che succede, fra loro nasce un rapporto morboso, dominatore-sottomessa (anche se lei rifiuta di assecondarlo supinamente in tutto), consumato in una “stanza degli orrori” dove i “giochi” sono staffili, fruste, scudisci, catene, corde, polsini di cuoio e tutto l’armamentario di diavolerie utili a procurare sofferenza e ad un tempo godimento (per divertirvi provate a consultare Von Sacher-Masoch e il marchese De Sade). L’inesperta Anastasia si immedesima troppo nell’eroina di ”Io ti salverò” e scava nelle angosce di Mr. Grey, nel cui passato ci sono, oltre a complessi edipici irrisolti, traumi infantili che gli hanno lasciato profonde cicatrici incise nell’anima e nella pelle, ma noi spettatori perché ci dovremmo impietosire, visto che ci sta sulle scatole fin dall’inizio? I titoli di coda calano come una scure inaspettatamente, senza un’autentica conclusione, ma non c’è neanche da dubitare che si tratti di abilissime strategie commerciali, tanto che si vocifera che il “sequel” potrebbe essere già in cantiere, anche perché i romanzi incentrati sulla coppia di amanti pervertiti sono finora (e si spera che basti così) in tutto tre, quindi ci sarebbe, eventualmente, spazio anche per un terzo capitolo. Dal punto di vista recitativo, Dakota Johnson se l’è cavata abbastanza bene, emotivamente è stata “nella parte”, facendola sua, di Jamie Dornan, ex modello, si ricorderanno soprattutto lo sguardo che più che concupiscente è sempre fisso e un po’ anche da suino e i glutei turgidi che si sono spesso guadagnati il primo piano, il pubblico femminile si sarebbe aspettato certo qualche inquadratura sul “sexy slip” ben sagomato sulla “conchiglia”, macchè, nulla di fatto. Il consiglio, per una boccata “ri-ossigenante”, è di procurarsi una delle pellicole “cult” di Rocco (Siffredi), lì altro che sfumature di “grigio” o mezze tinte, ne vedrete di tutti i colori …


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