L’uscente Elsa Fornero
E siamo giunti sulla linea dello start. Domenica e lunedì si vota. In queste settimane abbiamo seguito la campagna elettorale facendo una ricognizione sui termini che con più frequenza tornano nei discorsi dei candidati. Non si è trattato di un censimento statistico, ma di una raccolta di pensieri intorno a parole che, sulla base di un ascolto disinteressato dello loro performance locutorie, sono via via schizzate in cima alle agende dei leader. Abbiamo cominciato con la ‘riforma’, poi ‘esodati’ ed ‘equità’, giovedì scorso la ‘crescita’, oggi chiudiamo col ‘lavoro’. In tutti e cinque i casi, il tentativo è stato quello di decostruire il termine, al netto del politichese, osservandolo nel suo uso a uno stadio verginale. Il lavoro pervade la destra e la sinistra e anche i moderati. Complice la crisi, che la mette in chiaro sui tavoli dell’economia e della politica, la parola penetra i partiti e ne diventa il feticcio preferito. Al lavoro si assegnano tratti che registrano l’acme della storia affettiva tipicamente umana: è dignità, è libertà, è vita. Il lavoro è stato il problema dell’ultimo governo e sarà la QUESTIONE del prossimo. Un cruccio, un tarlo, un assillo…
http://angelonizza.wordpress.com/2013/02/14/45-politica-e-parole-la-crescita/