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É stato calcolato che dal 1994 ad oggi dei 2,2 miliardi di finanziamenti pubblici destinati ai partiti solo 580 milioni sono stati usati “in modo corretto”. Ormai tutti sappiamo, tramite gli scandali della Regione Lazio e Lombardiae tanto altro ancora, quale “fine” fanno quei soldi. I costi della politica e della “casta” da tempo sono argomento di discussione dell’opinione pubblica: nonostante questo i politici non accennano a diminuire i loro “stipendi” e i loro “privilegi”.
La politica costa davvero tanto ai cittadini italiani: è il costo della democrazia rappresentativa, è il costo della sovranità popolare “delegata”.
Renzi e Grillo hanno scelto questo argomento nella loro “perenne” campagna elettorale: argomento che “va di moda” anche in talk-show politici e non solo. Argomento che è ormai “sulla bocca di tutti”: fuori ai bar, in palestra, negli uffici, nelle file agli uffci postali etc. Tutti ne parlano ma il problema è sempre lì come un “mausoleo di pietra”….
Paradossalmente i vari partiti litigano su tante cose ma su questo argomento sembrano “compatti” come una “testuggine romana”: è uno dei pochi punti che li tiene uniti.
Intanto tra la gente, nel mondo reale, questo argomento suscita non poca rabbia, scontento e indignazione: sono in molti che vorrebbero che i soldi pubblci fossero spesi in modo corretto e che fossero ridimensionati i costi della politica e della casta. Tanti italiani vorrebbero una politica al servizio dei cittadini e non il contrario come avviene ora.
In un momento particolare come questo in cui si chiedono tanti sacrifici agli italiani dovrebbe essere un “obbligo” ridurre stipendi e privilegi dei politici insieme agli altri costi della politica.