La FIR ha comunicato che al 23 febbraio sono già stati venduti 58mila biglietti per Italia-Scozia del 17 marzo. Un numero strabiliante, lasciatemelo dire, e devo fare pubblica ammenda. Ero infatti convinto che contro l’Inghilterra non si sarebbe andati oltre le 60mila presenze, e già mi pareva una cifra esorbitante. Perché gli inglesi non hanno il glamour degli All Blacks, tanto per dire, e affascinano chi è già appassionato di rugby. Per uno che lo guarda poco e male, dicono quasi nulla. Pari sono a Irlanda o Australia: grandi avversari, squadre forti, ma vuoi mettere con quelli che fanno la haka? E invece per gli inglesi c’è stato il sold-out.
Ora la Scozia, che volendo vedere ha ancora meno appeal degli inglesi. Eppure la marcia intrapresa dalla vendita dei biglietti procede speditissima verso la medesima meta.
I detrattori parleranno di biglietti regalati o venduti a basso prezzo. Biglietti omaggio ce ne sono sempre stati e sempre ce ne saranno, e il basso costo di acquisto… beh, quelli fighi lo chiamano marketing. Eppoi scusate, una roba può costare anche pochissimo, ma se non mi interessa o su di me non esercita una attrattiva comunque non la compro. O tantomeno non andrei allo stadio, anche se ho un biglietto gratuito.
Certo la Scozia, sulla carta, è la partita più abbordabile del Sei Nazioni, quella dove la vittoria è più probabile. Ma 58mila biglietti a tre settimane abbondanti dal kick-off sono tantissimi. Felice di aver sbagliato previsione.