Recensione: Breaking Bad stagione 2
Questa recensione dovrei realizzarla al termine della seconda stagione, ma quanto accaduto nei primi tre episodi meriterebbe un post singolo…
L’episodio due in particolare è stato una miscela di tensione incredibile.
Il vecchio zio di Tuco, la sparatoria, il tentato avvelenamento… Non sono riuscito a staccare gli occhi dallo schermo tanta era l’ansia!
Per non parlare dell’episodio tre in cui non ci si spiega come Walt possa aver avuto un’idea tanto geniale per far tornare tutto alla normalità ed è incredibile come anche nelle situazioni impreviste se la cavi! E’ nel suo mentire ogni volta che possiamo notare come diventi ogni volta più “cattivo” e come il personaggio che inizialmente era simbolo di ingenuità e bonarietà, insomma completamente conforme al suo nome parlante (Walt White lo trovo assolutamente significativo come nome: Walt lo associo a Walt Disney, White al colore della purezza. Nella prima stagione poi viene anche citato un Grey-qualcosa, comunque un grosso progetto al quale aveva partecipato e il cui nome era dovuto all’unione del suo cognome con quello del suo collega di college), si trasformi ogni giorno in una maschera di bugie sempre più spessa.
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Scontro di aerei, orsacchiotto in piscina, occhio galleggiante, i due cadaveri, scritta bianca su sfondo nero con suono di una sottospecie di percussione tribale: LOST… ah giusto stiamo parlando di Breaking Bad! E’ che avevo trovato così piacevole finire una stagione di un telefilm senza l’ansia di cominciare subito la successiva che mi stavo quasi abituando all’idea.
La mia tossicodipendenza è salita notevolmente: adesso sono passato da “un episodio al giorno è decisamente piacevole” a “devo guardarmi le spalle da chiunque abbia già visto gli episodi successivi… li sento: gli spoiler sono dietro ogni angolo, aspettano soltanto che capiti nei dintorni”… già.
Quello che ho notato in questa seconda stagione è stata la perfezione con cui ogni tassello del puzzle occupava perfettamente il suo posto, segno che la serie è stata progettata con minuziosità e professionalità. Un esempio a favore di quest’affermazione è la caldaia che viene citata nell’episodio pilota e che diventa il centro del compasso intorno a cui gira l’intero episodio 10: quello in cui Walt risolve il problema dell’acqua calda e ricava un accesso alle fondamenta della casa sostituendo il parquet rovinato dalle infiltrazioni, inoltre l’espediente porta Brian Cranston a recitare la battuta più epica ascoltata fin ora: “restate fuori dal mio territorio!”.
Devo ammettere che subito dopo la frenesia degli episodi iniziali, il calo di tensione mi ha fatto temere l’eccessiva introspezione, ma è inutile dire che mi devo ricredere assolutamente.
Ancora una precisazione sulla scelta della struttura: 13 episodi di 45 minuti è una soluzione ideale non solo perché recupera con quei cinque minuti a episodio un tempo utile per sviluppare meglio la trama, ma anche perché con una media di due episodi al giorno permette la visione della stagione in una settimana (a favore della struttura narrativa).
Che dire: non vedo l’ora di scrivere il prossimo articolo della rubrica!
Gli episodi precedenti.
Introduzione
Stagione 1