Il manager perfetto esiste? Secondo il mio parere personale la perfezione è troppo soggettiva per “esistere”. Quel che è perfetto per me non lo è per altri. Diciamo, però, che esistono dei principi, dei canoni, degli atteggiamenti che rendono sicuramente possibile un percorso verso la propria perfezione personale. Va da sé che poi entrano in gioco caratteristiche personali, esperienze di vita, relazioni quotidiane ed eventi che rendono unico il proprio percorso. Detto questo, mi sono imbattuta in un articolo di Forbes firmato da Victor Lipman, in cui si danno alcuni consigli per diventare un manager migliore. Ve li propongo in una mia lettura personale.
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Essere aperto a nuovi punti di vista. Ogni cosa nella vita – professionale e personale – ha differenti punti di vista. L’errore più grande che possiamo fare nei confronti di noi stessi e di chi ci sta accanto è quello di non cambiare mai il modo in cui si vedono le cose.
La rigidità è nemica del progresso.Tweet this
Quindi: aprite la mente e lasciate che vi entrino idee nuove. Ricordate: possono arrivare da chiunque e in qualunque momento. Siate un manager o una manager aperto ai propri collaboratori. Siate capaci di ascoltare e non abbiate timore di cambiare il vostro punto di vista. Primo passo: abolire il principio dell’ “abbiamo sempre fatto cosi!”.
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Chiedete il massimo, non l’impossibile. Un buon manager è colui che riesce a chiedere e ottenere il massimo dai propri collaboratori. Come è possibile? Abbiate fiducia in loro, distribuite i compiti in base alle capacità e soprattutto date il buon esempio. Se voi per primi siete rivolti all’eccellenza, lo saranno anche loro. Riuscire a capire il talento dei singoli componenti di un team è il vero asso nella manica di un buon manager.
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Fate chiarezza. Ogni singolo collaboratore del vostro team deve avere ben chiaro l’obiettivo, la mission di un progetto, la filosofia aziendale. Coinvolgeteli.
Siate complici in un percorso. Tweet this
Per fare questo, torniamo al punto 2, serve che le persone coinvolte abbiano compiti che rispettano il proprio talento espresso. Se vi rendete conto che una persona ha un potenziale inespresso o un talento che voi notate e lei no, allora dategli fiducia. Accompagnatelo alla scoperta di questo talento nascosto.
Prendetevi cura del vostro tempo. Imparate a delegare. Un buon manager è colui che riesce a gestire il proprio tempo come fosse la cosa più preziosa che ha per le mani. E se vogliamo dirla tutta è un po’ cosi. Consultate la vostra agenda, delegate quel che altri possono fare e prendetevi anche del tempo di pura analisi e studio. Un manager spinto in più direzioni durante il giorno difficilmente ha la testa abbastanza libera per carpire nuovi stimoli e opportunità.
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Comunicate con i vostri collaboratori. Apritevi al dialogo costante- ma non futile – con i membri della vostra squadra. Siate presenti e disponibili. Fate in modo che i vostri collaboratori possano condividere con voi sia i risultati positivi che quelli negativi. Con serenità, maturità e disponibilità. Favorite la comunicazione personale – che vince sempre nonostante l’affollamento tecnologico – ma siate disponibili anche via mail, telephono, chat. Chiedete feedback in real time ma senza diventare l’ombra di chi lavora per voi. Con discrezione.
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Non favorite i conflitti. Nell’ambiente lavorativo, si sa, sono molti in conflitti che nascono tra colleghi e manager degli uffici vicini. Le motivazioni possono essere molte e variano dal professionale al personale. Voi siate al di sopra della banale lite tra colletti bianchi. I manager più rispettati risultano essere coloro che affrontano le difficoltà con l’unico obiettivo di risolverle e non per avere ragione o sentirsi migliore.
Trovo questi consigli di Victor Lipman pubblicati su Forbes molto utili. Se applicati possono fare la differenza perché si basano su dei principi molto semplici a cui personalmente sono molto legata: la comunicazione, la consapevolezza, il lavoro di squadra, il rifiuto della lotta per la ragione e la capacità di far esprimere i singoli talenti. Alla base di tutti resta l’approccio positivo, il sorriso e il buonumore. Un capo che arriva in ufficio con il sorriso garantisce un’atmosfera conviviale, complice e serena. Elementi fondamentali per poter lavorare in armonia.