Forse questa coppia di veronesi pensava di essere in credito con la collettività. Marito e moglie denunciavano un reddito annuale di 6 euro lui e 1 euro lei, oppure 4 euro l’uno e 5 euro l’altra. Questi coniugi veronesi, commercianti di bovini, avevano disponibilità finanziarie all’estero fino a 200 milioni di euro all’anno.
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In più hanno prudentemente evitato di denunciare il ricavo (60 milioni di euro circa) dalla vendita di un grande pezzo di terra pregiata (180 ettari) sul litorale di Eraclea.
La diffidenza nei confronti dell’umanità li ha messi nei guai.
E la Finanza ha ficcato il naso su quel reddito “eccessivo” ed è venuto alla luce il malloppone. Altro che tesoretto sotto il materasso.
Per i contribuenti onesti, per chi ha un salario di 1000 euro al mese e paga fino all’ultimo centesimo, perché i soldi glieli trattengono dalla busta paga, questa notizia è un pugno nello stomaco. E per tutti noi, naturalmente, chiamati a fare sacrifici per salvare il nostro paese dal default.
Quanto i poveri salariati al minimo hanno pagato, per dare alla coppia di veronesi, i servizi, le medicine, le visite specialistiche, l’illuminazione delle strade, la pulizia delle strade, gli asili, e magari anche un contributo per l’affitto e per il gas?
La diffidenza di queste persone, perché tante ce ne sono (gioiellieri che denunciano una minchia, commercialisti, esercenti e commercianti che dovrebbero fare la fila alla caritas stando alle loro denunce dei redditi), costa sudore, fatica e sangue ai poveri veri, ai più deboli, ai precari, ai giovani.
E’ tutta gente che disprezza la sinistra, disprezza la parola uguaglianza, disprezza la giustizia sociale, disprezza la solidarietà, disprezza gli scioperi ed i sindacati, e vive tanto perbenino, riservatamente. Probabilmente votano Lega e odiano gli extracomunitari.
Sicuramente sono anche dei “buoni” cattolici, vanno a messa tutte le domeniche, fanno la comunione e, per mettere a posto la coscienza, ogni tanto, mettono un soldino nella cassetta delle elemosine.
