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6 febbraio 1971: “Situazione”

Creato il 04 febbraio 2013 da Csunicorno

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Diciotto morti (ma il bilancio non può considerarsi definitivo), centosette ricoverati negli ospedali una decina dei quali in condizioni gravi, 4150 persone ufficialmente “bisognose di assistenza”, vale a dire senza più una casa. Questa è Tuscania oggi, dopo le due scosse di terremoto (ieri nel pomeriggio ne sarebbero state avvertite altre due, alle 17, 15 e alle 17, 45 che però non trovano conferma dalle rilevazioni dei sismografi subito installati).

La parte vecchia della città – case medievali senza fondamenta, largo impiego dello stesso tufo su cui la città sorgeva – è totalmente distrutta: il venti per cento delle abitazioni sono crollate, l’altra parte è lesionata in modo irreparabile, tale da suffragare soltanto l’ipotesi della demolizione. Pure gravemente deteriorato l’importantissimo patrimonio artistico della piccola città (ad economia prevalentemente agricola e perciò sufficientemente povera): delle due famose basiliche romaniche del VII secolo, San Pietro e Santa Maria Maggiore, la prima ha riportato i danni maggiori: crollata l’abside, distrutto il rosone, perduta la stupenda Ascensione giottesca del coro; anche l’abside di Santa Maria Maggiore non ha retto, ed è parzialmente distrutta la torre che si trovava a fianco della chiesa; gravissimi danni anche al Duomo e alle altre due torri medievali, mentre è rimasta intatta la fontana del Bramante. Lesioni meno gravi di quanto sembrava, invece, ha riportato il teatro comunale che si sarebbe dovuto inaugurare, dopo abbondanti restauri, proprio nella serata del terremoto: è diventato una tragica “morgue”.

Nella cittadina la situazione è ancora critica: nella serata di ieri sono stati riattivati parzialmente i servizi più importanti, è tornata un po’ d’acqua (dopo che per tutta la giornata le autobotti avevano fatto la spola), sono stati installati alcuni apparecchi telefonici con cui riesce possibile comunicare (via Viterbo) con il resto del mondo, prestissimo ritornerà la luce, almeno nella parte nuova della città.

È ancora vietato l’accesso alla parte medioevale di Tuscania, vi si può entrare solo se scortati dalle forze dell’ordine, buona parte dei senzatetto sono stati radunati nel campo sportivo dove la Giunta municipale ha improvvisato una prima riunione d’urgenza. Il centro dei soccorsi è stato ricavato nel giardino della scuola elementare del paese subito fuori le mura medioevali: la colonna mobile dei Vigili del Fuoco vi fa funzionare una cucina da campo in grado di servire 1.600 pasti ogni due ore e presto si aggiungeranno altri tre complessi (300 pasti ogni due ore). Da Roma sono subito arrivati cento flaconi di plasma, duemila coperte, viveri e medicinali (la situazione non desta soverchie preoccupazioni); è stata sollecitata la posa in opera, logicamente secondo metodi prefabbricati, di un asilo per trecento bambini. Il Ministro della Sanità on. Mariotti, dopo aver inviato sul posto due ispettori generali ed aver stabilito un contatto telefonico diretto, ha disposto nella mattinata di ieri l’inoltro con mezzi celeri di massicce dosi di vaccino ed antibiotici e dello strumentario chirurgico necessario per l’intervento di ogni tipo ortopedico. A Tuscania sono pure affluiti fin dalla scorsa notte, trenta volontari del gruppo Archeologico romano, che collaboreranno con le autorità e con le Sovraintendenze sia a valutare i danni riportati dai monumenti della città, sia soprattutto a salvare il salvabile.

Aiuti sono giunti anche da tutta la Toscana, mentre nella Capitale il Movimento cristiano per la pace ha deciso un piano autosufficiente di aiuti, specialmente nelle zone di campagna più isolate, e svolgerà per questo una azione di sensibilizzazione e di raccolta di materiale nelle scuole e nei complessi industriali di Roma. Sul posto sono inoltre giunti numerosi volontari da tutta Italia centrale e per tutta la giornata, poi, le vie d’accesso sono state intasate dal consueto “pellegrinaggio della curiosità”, favorito anche dalla giornata domenicale.

A Tuscania sono arrivate anche subito le autorità: il Ministro Zagari, gli onorevoli Andreotti e Bonomi, il segretario della CEI, mons. Pangrazi; fin dalla notte era presente il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Sarti, che ha presieduto una riunione di tecnici ed esperti ed ha detto: «Duemila terremotati saranno ospitati in una tendopoli ad un chilometro da Tuscania nuova, mille negli alberghi e nelle colonie dei dintorni, gli altri nella parte nuova di Tuscania dopo i rilievi del Genio Civile». Il Provveditore alle opere pubbliche del Lazio ing. Ruberto, ha affermato che nella zona vecchia della città non più di ottanta abitazioni saranno in grado di essere restaurate: «Per un riconsolidamento degli edifici privati di Tuscania occorreranno oltre due miliardi, e seicento milioni per gli edifici pubblici».

I Presidenti Senato e della Camera Pertini e Fanfani hanno fatto giungere al Prefetto di Viterbo messaggi di cordoglio; il Presidente del Consiglio Colombo si recherà invece oggi nella città distrutta, accompagnato dal Ministro degli Interni Restivo e dal Capo della Polizia Vicari.

© Fabio Isman

© foto D’Aco/Bandinelli

Articolo tratto da “Il Messaggero” di lunedì 8 febbraio 1971 - testo e foto © “Il Messaggero” – Roma

Un ringraziamento all’amico Alessandro Rovati di Milano, per averci fornito questo materiale.


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