Magazine Diario personale

6 luglio, pianeta agcom

Da Micantino

secondo quello che si vocifera, anche questo blog potrà chiudere i battenti o comunque perdere pezzi.
Non la vedo tragica e vorrei tranquillizzare la folta platea del MiCantino’s. (E dai!!! non ridete che la cosa è seria… eh!)

Probabilmente il nuovo regolamento entrerà in vigore, ma alla prima chiusura di blog verrà fatto un qualche tipo di ricorso anche con l’aiuto di associazioni, con banner sui siti maggiori e infiniti post infuocati, dichiarazioni di docenti universitari di Scienze della Comunicazione, Di Pietro farà un’estenuante battaglia fuori dal parlamento, verranno sentiti blogger, giornalisti e Chiappedoro; al massimo verrà ascoltata in qualche eventuale servizio tg “la voce di Feisbuk” (ma a quest’ultima ipotesi credo poco anch’io).
Verrà fuori che si tratta di una palese incostituzionalità , quindi il regolamento finirà nel dimenticatoio e passeremo alla prossima quisquilia.
Evito di fare il conto dei soldi e delle energie gettate al vento anche solo per mettere in moto questo nuddu ‘mmiscatu ccu nenti, e mi concentro su un altro aspetto.

Perchè?
Cosa si vuole comunicare?
Cosa c’è dietro?
Ho letto “Lo scopo è forgiare il web in modo simile al mercato che loro conoscono e depotenziandone la minaccia al loro business“. Mi rimane difficile pensare che le cose stiano così. E anche che siano semplicemente (tutti, indistintamente) privi di cultura, se non minima istruzione, istituzionale e giuridica.
Ho sempre paura che si stia cercando di portare il dibattito con chi vive la rete su argomentazioni sterili, futili, praticamente a livelli da bar.

Ogni volta che tirano fuori un fazzoletto noi gridiamo al bavaglio… alla lunga stanchiamo.
Sbaglio?



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