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6 nuovi giardini nella rete dei Grandi Giardini Italiani

Da Ortoweblog

Una notizia finalmente positiva dopo tutte le parole spese sulla crisi e sulla sua durata? Il turismo culturale registra dati in crescita e trend in aumento: è il settore del futuro.
Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale del Turismo, il comparto turistico internazionale nel 2013 ha infatti visto un incremento del 4,7% rispetto al 2012, con 1,087 miliardi di turisti. In questo trend si inserisce benissimo anche l’Italia che, nella graduatoria 2012 stilata dalla UNWTO delle destinazioni turistiche mondiali più frequentate, si posiziona al 5° posto per gli arrivi internazionali e al 6° posto per gli introiti valutari, dati che hanno registrato una ulteriore crescita nel 2013 e nel 2014 (dati provvisori).
Ma quali sono i principali mercati di provenienza dei turisti stranieri in Italia? Secondo l’ISTAT nel 2013 i turisti russi sono aumentati del 12,8% rispetto al 2012, i cinesi del 16,8% e gli australiani del 6,1%. Anche la Polonia mostra un dato significativo, con un aumento del 6,8%.

Un esempio virtuoso, che si inserisce perfettamente in questo settore in crescita e dalle grandi potenzialità è Grandi Giardini Italiani, la rete di giardini d’eccellenza fondata nel 1997 da Judith Wade, inglese di nascita ma italiana d’adozione.
Grandi Giardini Italiani, di cui fanno parte ben 122 giardini in 12 Regioni italiane, si pone infatti come riferimento per il cosiddetto Horticultural Tourism, un settore in costante espansione grazie all’interesse culturale crescente di Italiani e stranieri verso il patrimonio pubblico e privato costituito dagli splendidi giardini all’italiana di cui il nostro Paese è ricco. Un trend ormai inarrestabile, che nel 2014 ha registrato oltre 8 milioni di visitatori solo nei giardini della rete, con una grande affluenza di turisti dall’area tedesca (Germania, Austria, Svizzera) e dal Nord Europa (Olanda, Danimarca, Svezia) ma anche un aumento dei visitatori inglesi, francesi, russi, cinesi, statunitensi e australiani.

Grandi Giardini Italiani è un marchio di qualità e, grazie agli elevati standard di manutenzione e gestione richiesti ai giardini per entrare a far parte del network, è anche sinonimo di eccellenza e sensibilità alla cultura del verde.
Non solo: Judith Wade, dopo un’esperienza ventennale nel settore del marketing e della comunicazione, ha voluto creare un modello italiano di gestione dei beni culturali, con un’attitudine attiva e non passiva che mette a disposizione e fa circolare tra i proprietari e i curatori dei giardini della rete il know how per mettere a reddito i loro beni ottimizzandone la gestione, sviluppando servizi ed organizzando eventi.
Judith Wade crede fermamente nelle potenzialità del settore dei Beni Culturali in Italia: “Questa è però l’ultima possibilità che abbiamo per gestire e sviluppare il turismo culturale in Italia. La congiuntura socio-economica è favorevole e l’imprenditoria privata sta investendo nei beni culturali perché scorge delle opportunità importanti. Non possiamo permetterci di perdere questa occasione, dobbiamo imparare a gestire con professionalità, know how e competenze il patrimonio culturale pubblico e privato italiano. I giardini che fanno parte della nostra rete lo stanno già facendo, anche grazie al supporto, alle conoscenze e alla visibilità che offriamo ai proprietari. Non riceviamo sovvenzioni pubbliche: Grandi Giardini Italiani è un’impresa che vuole valorizzare altre imprese nell’ambito del turismo culturale”.

Nel 2014 nei Grandi Giardini Italiani sono stati organizzati oltre 700 eventi.

I nuovi giardini nella rete Grandi Giardini Italiani

La rete di Grandi Giardini Italiani si amplia quest’anno con l’ingresso di ben 6 nuovi giardini: la splendida Oasi Zegna (Trivero, BI), lo spettacolare labirinto monumentale ideato e voluto da Franco Maria Ricci e dalla moglie Laura Casalis a Fontanellato (Fontanellato, PR), la raffinata Collezione Rossini (Briosco, MB), il magico Parco del Castello di Miradolo (San Secondo di Pinerolo, TO) e, infine, i Giardini Vaticani e le Ville Pontificie di Castel Gandolfo (Città del Vaticano).
Tutti i nuovi giardini aderiscono inoltre al progetto “100 Giardini per EXPO 2015”: un itinerario progettato da Grandi Giardini Italiani in occasione di EXPO Milano 2015, che guiderà i visitatori alla scoperta dei più bei giardini visitabili d’Italia e Canton Ticino con orti, vigneti e frutteti.

Oasi Zegna – Trivero, BI
L’Oasi Zegna, nata nel 1993 come progetto di valorizzazione ambientale su un’ampia area montana nelle Alpi Biellesi (100km2), oggi è diventata un toponimo. Attraversata dalla strada statale Panoramica Zegna, da Trivero (mt 800 di altitudine, sede ancora oggi del Lanificio Ermenegildo Zegna) alla Valle Cervo offre una spettacolare balconata sulla Pianura Padana e suggestivi scorci sull’Alta Val Sessera.
Costruita da Ermenegildo Zegna a partire dal 1938, la Panoramica attraversa uno splendido paesaggio caratterizzato da 500.000 conifere, centinaia di rododendri di varie specie e coloriture ed ortensie blu. Si segnalano in particolare la meravigliosa Conca dei Rododendri (periodo di fioritura metà maggio-metà giugno) curata prima da Pietro Porcinai e di recente da Paolo Pejrone, e il Bosco del Sorriso, sentiero ad anello per scoprire i benefici bioenergetici delle piante sull’organismo.

Il Labirinto di Franco Maria Ricci – Fontanellato, PR
Grazie all’editore Franco Maria Ricci, appassionato collezionista d’arte e di bibliofilia, e alla moglie Laura Casalis, a Fontanellato (PR) ha preso vita un affascinante labirinto monumentale.
Il dedalo, visitabile a partire da maggio 2015, ha una pianta a stella che ricopre 7 ettari, con migliaia di bambù di specie diverse. Ispirato alla forma classica dei labirinti romani, a quattro campi interconnessi che si sviluppano intorno a un quadrato centrale, il Labirinto Ricci introduce biforcazioni, bivi e vicoli ciechi, che nei labirinti romani non esistevano.
Sono presenti inoltre una galleria con una collezione d’arte e di bibliofilia dove scultura, pittura e libri convivono dando luogo a un museo eclettico unico nel suo genere, uno spazio per mostre temporanee, un bookshop, un ristorante, un caffè/bistrò, uno spaccio di gastronomia, ma anche ampie gallerie porticate, una cappella a forma di piramide, due ampie sale per eventi speciali, un salone dalle grandi vetrate aperte sul verde e anche due deliziose suites.
La Fondazione Franco Maria Ricci, proprietaria del Labirinto, promuove in particolare l’attività di carattere botanico, che tratta del restauro del paesaggio attraverso la diffusione del bambù, pianta robusta, esuberante e sempreverde adatta a facili maquillages paesaggistici.

Parco del Castello di Miradolo – San Secondo di Pinerolo, TO
Sede della Fondazione Cosso, il Castello di Miradolo è una dimora storica ai piedi delle colline di Pinerolo, all’imbocco della Val Chisone e della Val Pellice.
Un parco di oltre sei ettari, iniziato nel Settecento e ampliato nel corso dell’Ottocento, circonda il Castello. Ispirato al giardino informale inglese, il parco si caratterizza per una forma vagamente ovale arricchita e resa piacevole da anse di rigogliosa vegetazione che si affacciano su una grande radura centrale e che hanno sembianze paesaggistiche di gusto romantico. Da non perdere gli altissimi e meravigliosi Tassodi, il maestoso viale di Tigli che porta al grande prato centrale, le alte siepi di Bosso, l’alta Sequoia, il grande bosco di Bambù, l’antico Cedro del Libano e lo storico Ginkgo Biloba.

Collezione Rossini – Briosco, MB
La collezione Rossini è un vero e proprio parco di sculture, una raccolta di opere d’arte del secondo Novecento allestita open air, tra le colline della Brianza, creata da un appassionato collezionista ed imprenditore.
La raccolta riveste una notevole rilevanza nel panorama della scultura contemporanea poichè è caratterizzata da opere spesso realizzate appositamente per il contesto in cui sono collocate ed in stretta relazione con il collezionista stesso che, nella maggior parte dei casi, intrattiene con gli artisti rapporti duraturi di amicizia, configurandosi come un vero e proprio mecenate.
Il Parco espone opere realizzate da artisti come Rambelli, Minguzzi, Negri, Milani, Mirko, Pomodoro, Melotti e Turcato, Cascella, Consagra e César, Stähler, Dietman e Levolella.

Giardini Vaticani e Ville Pontificie di Castel Gandolfo (Città del Vaticano)
Con un’estensione di circa 30 ettari sui 44 che compongono la superficie complessiva dello Stato della Città del Vaticano, l’impianto dei Giardini Vaticani risale alla seconda metà del 1200, quando papa Niccolò III Orsini (1277-1280), uomo di grande cultura e gran conoscitore di piante medicinali, fece realizzare un viridarium novum sul Colle Vaticano. Ancora oggi, così come all’epoca, i Giardini Vaticani si presentano come una sorta di hortus conclusus, in gran parte delimitati dalle mura erette tra i pontificati di Pio IV Medici (1559-1565) e Pio V Ghislieri (1566-1572). Arricchiti e decorati nel corso del tempo ad opera di vari Pontefici, i Giardini Vaticani sono il più antico impianto botanico d’Italia, realizzato dal grande Simone da Genova, dove tutt’oggi continuano a convivere piante mediterranee e fiori esotici di ogni specie, qui arrivate dai vari continenti; inoltre tra i prati, le siepi di bosso e gli alberi secolari si è nel tempo sviluppato un percorso devozionale dedicato alla Vergine Maria. Oggi resi disponibili ai visitatori, i Giardini Vaticani offrono la possibilità di ammirare una miriade di fontane, reperti archeologici, casine, torri e antiche mura incastonate nel verde.

Estendendosi per 55 ettari su una lingua di terra che dal cuore della cittadina di Castel Gandolfo si protrae sino ad Albano, le Ville Pontificie sono “zona extraterritoriale” dello Stato della Città del Vaticano. Esse si sviluppano sul versante sud occidentale del Lago di Albano, affacciandosi in posizione dominante sul Tirreno, proprio sopra i resti dell’Albanum Domitiani: una tra le più famose e grandiose ville dell’antichità, voluta dall’imperatore Domiziano (81-96 d.C.) come sua residenza di campagna. Il sito delle Ville Pontificie ha mantenuto nei secoli un destino importante, perché prima di divenire la meta estiva di molti Papi, è qui che sorgeva la leggendaria città di Alba Longa, che Tito Livio, Svetonio e Marziale hanno descritto come all’origine di Roma, per aver dato i natali ai gemelli Romolo e Remo.
Incantevoli in qualsiasi stagione dell’anno, le Ville Pontificie sono il risultato dell’unione di diverse proprietà. Al seicentesco Giardino del Moro, direttamente collegato al Palazzo Apostolico, nel 1773 è stata annessa Villa Cybo; mentre Villa Barberini, fatta costruire nel 1631, è pervenuta in forza del Trattato Lateranense del 1929. Rimasti abbandonati per settant’anni, in seguito alla fine dello Stato Pontificio (1870), a partire dal 1932 il Palazzo e le Ville Pontificie hanno subito una consistente trasformazione. Eccezionale e suggestivo è il percorso che si snoda nel contesto naturalistico ed archeologico che dal Giardino della Magnolia si estende fino alle terrazze panoramiche del Giardino del Belvedere, passando tra le rovine del Teatro e i resti del Criptoportico imperiale. E’ possibile visitare anche la Galleria dei Ritratti dei Pontefici, sita nel Palazzo Apostolico.

(Estratto dal testo a cura del dott. Sandro Barbagallo, Curatore del Reparto Collezioni Storiche dei Musei Vaticani).

L’elenco completo dei giardini che aderiscono al network e le schede dettagliate sono reperibili sul sito www.grandigiardini.it


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