62 – Esegesi di Gigi d’alessio

Da Winston Smith @diariodiwinston

Date le copiose richieste, ecco a voi la (ennesima) nuova rubrica. Ancora una volta tratterò di musica, questa volta vista sotto un occhio più maturo e riflessivo. Per cominciare alla grande prenderò in prestito i versi dei magistrali Gigi D’alessio e Anna Tatangelo in questa loro opera che trascende il significato spicciolo di amore, e percorre un dedalo intricato di luoghi reali e onirici in un delicato intreccio in cui la realtà e il sogno si fondono.

Esegesi di: Un bacio nuovo

LEGENDA: La seguente opera rappresenta un dialogo tra due personaggi non meglio definiti (nel corso dell’analisi Lui e Lei). I colori sono frutto di una minuziosa ricerca al fine di rendere chiaro al lettore qual è il protagonista che parla nei versi corrispondenti e in particolare: il blu indica le battute di Lui e il rosa quelle di Lei.

Negli occhi miei
ormai ci sei
chissà se con lo stesso sguardo
vedi me negli occhi tuoi

Con questa prima quartina siamo catapultati con violenza nell’aspetto più criptico ma al contempo aulico della poesia, con questo pezzo il D’Alessio è stato capace di dividere il mondo in nuove fazioni, ognuna a favore di un’interpretazione differente:

c’è quella dei Montecchi, che considera il brano un elogio alla solitudine, una storia straziante che parla di un uomo solo che si innamora di una delle sue lacrime (in questo senso la lacrima rispecchia il suo sguardo ma non essendo dotata di organi di vista non può restituire la cosa). Questa versione propone una storia di abbandoni e tradimenti, che percorre l’intera ode, ma -almeno per la prima parte- prenderò in considerazione l’altra corrente critica…

quella dei Capuleti, invece, vede il Nostro alle prese con una donna presbite, mentre giocano a battaglia navale (il suggerimento è nel C6 del secondo verso che si presuppone sia la mossa di Lui)

Allora si
io devo dirtelo
mentre provavo a non pensarti
ti pensavo sempre più

La scena si incupisce e l’atmosfera assume tratti gotici nonché psicoanalitici. Il conflitto assume dimensioni extrasensoriali: è una lotta del pensiero in cui emerge l’aspetto titanico della protagonista che cancella definitivamente l’immagine di donna-oggetto. Nonostante l’estenuante impegno nel riuscire a vincere il Gioco, è costretta ad ammettere di aver perso.

(clicca sulla foto se non conosci il GIOCO)

L’unica soluzione possibile sembrerebbe una fuga, ma ancora una volta Gigi ci sorprende con le sue verità:

Siamo un po’ troppo vicini adesso per scappare via

La tragedia è assicurata: davanti agli occhi della protagonista scorrono tragici momenti del passato, e senza più alcuna necessità di mantenere segreti getta via gli scheletri dall’armadio osso per osso:

Tu non lo sai
prima di te
c’é stato un altro che ha lasciato
le ferite dentro me

La storia volge al momento di phatos più elevato: Lei rivela di essere stanca di giocare a battaglia navale poiché in passato è già stata sconfitta da un altro uomo, e con un accenno di due di picche propone una sessione di burraco. L’aspetto ludico e quello sentimentale si uniscono in un ossimoro stridente in cui il protagonista risponde con la propria carta di nobile cavaliere senza macchia e senza paura, e prontamente le risponde:

Non avere paura giuro sono qui a difenderti
con il tempo guarirò il tuo cuore cancellando i lividi
e per tutti i giorni che verranno ti respirerò

Finalmente la rivelazione: la battaglia navale era solo un espediente per rivelare il proprio amore, e con questa immagine fatta di persone respirate e lividi si attende il responso di lei.

Giunti a questo punto, il ritornello cantato insieme è nuovamente fonte di divisioni accese: nonostante una tesi poco valida sulla questione della lacrima (vedi prima quartina), appartiene ai Montecchi la versione più affidabile. Secondo questa fetta di critica infatti con la precedente dichiarazione si creerà una rottura trai protagonisti in cui Lei tenterà in tutti i modi di allontanare Lui, che invece tenterà approcci sempre più disperati andando a finire in mondi non ancora esplorati dalla poesia.

Io ti dirò le cose dette mai

Prova a dire Lei, lasciando intendere che c’è ben più di un solo lui nel suo passato, ma il protagonista non vuole sentire e replica con maggiore voga:

Di questo amore noi saremo gli angeli

Sempre per i Montecchi, se il protagonista si fosse fermato qui la storia avrebbe avuto un lieto fine, ma la dichiarazione continua:

Il mio petto da cuscino
per la vita ti farà

Di fronte a tale prospettiva, Lei resta sconcertata. Ancora sconvolta lascia intendere che arrivato a questo punto, Lui potrebbe dire qualunque cosa, ma Lei rifiuterà ogni volta; in questo senso i versi

Sembra cominciata già
una storia senza fine

segnano l’abbandono definitivo al protagonista che resta da solo davanti alla battaglia navale non ancora conclusa: Lei fugge spaventata il protagonista impazzisce, e comincia a urlare da solo contro l’immagine di Lei che la sua pazzia ha ricreato davanti ai suoi occhi come un ologramma:

una pazzia di promesse impossibili

Farò girare il mondo intorno a noi
arriverà Natale senza nuvole

e di immensa poesia

Le domeniche d’agosto
quanta neve che cadrà

Fino all’amara profezia dell’infarto che la priverà del proprio cuscino

e nel tempo che verra’ 
il mio cuore ti sorprenderà

Ancora una volta la poesia si capovolge, e davanti all’immagine di questa tragedia cardiaca si scopre che Lei aveva soltanto finto di essersene andata, e pensando che dopotutto l’eredità di un cantante famoso potrebbe valere qualche anno di insonnia, torna alla luce e la sua sagoma si fonde con l’ologramma immaginato da Lui. Non sapendo che parole usare, sceglie una scusa volutamente banale riferita al freddo fuori di casa (banale poiché la storia è ambientata in una domenica di Agosto):

Che freddo fa 
stringimi un po’
riaccendi tutti i desideri quasi spenti dentro me

Ma ormai è tardi: la mente del protagonista è sconvolta, e la disperazione ha ceduto il posto alla pazzia. La sagoma della donna appare confusa, e lui prova a collegare i puntini suo profilo come se si trattasse del classico gioco da settimana enigmistica (ancora una volta emerge l’ossimoro amore-gioco), ma a differenza della battaglia navale, non si mostra capace, e i capelli al vento rendono il tutto ancora più difficile

Con le dita sfioro i tuo profilo poi mi fermo un attimo
Per giocare con i tuoi capelli che nel vento volano

E così si arrende alla sconfitta e si abbandona nel cibo. Nel congedarsi dalla donna tanto amata finisce in uno degli emblematici bar scuri e, per poter andare in bagno, acquista un cioccolatino: la nuova specialità della Perugina:

prima di scoprire un bacio nuovo che sapore avrà

Ciò che avverrà nel bagno non ci è dato saperlo: la canzone ci lascia un vuoto, un qualcosa di non concluso, proprio come la partita a battaglia navale che colpisce con l’amore e poi ti affonda con la disperazione in un bagno di un bar anonimo, nel gelido clima di una domenica di agosto.


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