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66esimo Festival di Cannes: “All is lost” di J.C. Chandor (Fuori Concorso)

Creato il 31 maggio 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

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Anno: 2013

Durata: 105’

Genere: Drammatico

Nazionalità:  USA

Regia: J.C. Chandor

 

Only one man: un uomo solo ed una barca a vela, ed il film è servito. La trama di All is lost, l’ultima pellicola di J.C. Chandor (regista noto per Margin Call) interpretata da un magnifico Robert Redford (a qualsiasi età sarà sempre lui, l’icona cult degli Anni Settanta, l’attore/regista fascinoso, intelligente e democratico inventore del Sundance, insuperato interprete di film indimenticabili) è più o meno questa. Ma chi dovesse temere di annoiarsi, rimarrà piacevolmente sorpreso: Redford, infatti, intrattiene il pubblico per quasi due ore, dapprima aggiustando una falla nella sua barca  (causata dall’impatto con un container pieno di scarpe da ginnastica), con grande perizia, nella speranza che i suoi guai finiscano lì, ma molto presto ingegnandosi a sopravvivere in più di un’occasione fra tempeste, squali (di passaggio), fame e sete. L’ultimo stadio, dopo che la sua imbarcazione sarà finita letteralmente nell’occhio del ciclone, resta il gommone di salvataggio (da cui scrive il classico SOS in bottiglia, anzi meglio una sorta di testamento), a cui dovrà dar fuoco per farsi notare da una enorme nave di passaggio. Ed allora tutto sembra perduto. Redford recita completamente solo per l’intero film, non dice praticamente nulla (a parte qualche parolaccia quando avvengono piccoli, grandi drammi sulla nave) e tutta l’azione di svolge in acqua, nell’Oceano Indiano.

Chandor, selezionato col suo film precedente al Sundance, ha pensato bene di offrire un ruolo al Direttore del Festival alias Redford, il quale ha chiesto di poter girare tutte le scene in prima persona, dimostrando ancora una notevole prestanza nonostante i suoi 76 anni. “Nell’accettare questo film volevo provare a fare tutto ciò che veniva richiesto, in senso fisico - ha raccontato Redford ai giornalisti, nel ruolo di un redivivo Hemingway, sfoderando il sorriso che l’ha reso celebre -  Ho voluto girare io tutte le scene d’azione, sia per il bene del film che per il mio Ego:  girare da solo e senza parlare è stata una grande sfida, ma credo profondamente nel valore del silenzio in questo film”. Dopo Cast Away e Vita di Pi, una nuova avvincente vicenda di lotta tra l’uomo e il mare (e gli elementi naturali in genere), che tiene col fiato sospeso fino all’ultimo istante, grazie ad una congrua dose di pathos ed all’incalzante colonna sonora, che accompagnano il protagonista nella sua incredibile traiettoria verso la salvezza.

Elisabetta Colla


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