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66esimo Festival di Cannes: “Inside Llewyn Davis” di Joel ed Ethan Coen (In Concorso)

Creato il 19 maggio 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

66esimo Festival di Cannes: “Inside Llewyn Davis” di Joel ed Ethan Coen (In Concorso)

 

Anno: 2013

Durata: 105′

Genere: Drammatico

Nazionalità: USA

Regia: Joel e Ethan Coen

 

File interminabili e tanta stampa rimasta fuori dalla prima mondiale organizzata nella sala Debussy del Palais per il film dei fratelli Coen. Attesissima e applaudita da pubblico e critica, la coppia di registi del Minnesota sembra non sbagliare un colpo a Cannes: Palma d’Oro al Miglior Film e Regia nel 1991 con Barton Fink, ancora Palma d’Oro alla Regia nel 1996 con Fargo e nel 2001 con L’uomo che non c’era.

Liberamente ispirato alla vita del chitarrista folk Dave van Ronk, che influenzò Bob Dylan, Inside Llewyn Davis ritrae le vicende di una settimana nella vita di Llewyn (un malinconico e profondo Oscar Isaac), un giovane cantante folk che cerca di affermarsi nella scena ancora non battuta del Greenwich Village di New York dei primissimi anni ’60. È appena uscito il suo singolo – dopo la morte del partner artistico – quando la sua etichetta, la Legacy Records, lo informa dell’insuccesso economico dell’album. Senza soldi e senza tante alternative, dorme sul divano dei suoi amici, dall’accademico Gorfein alla coppia nell’arte e nella vita Jim (Justin Timberlake) e Jean (Carey Mulligan), la quale aspetta da lui un figlio che non vuole. Si arrabatta come può, Llewyn, accettando di lavorare nella marina mercantile come il padre, fino all’istante di cedimento in cui il dubbio se continuare a lottare per affermarsi o abbandonare tutto si fa insostenibile.

In un road movie in autostop, da zaino e chitarra in spalla e in compagnia di un gatto ora perduto, ora abbandonato o ritrovato, Llewyn incontra i personaggi più disparati, da Bud Grossman (F. Murray Abraham) – il magnate dell’industria musicale di Chicago – al jazzista Roland Turner (John Goodman) scarrozzato dal suo autista personale (Garrett Hedlund), testimoni dello sconforto di un musicista incompreso e abbattuto. Grazie alla fotografia crepuscolare di Bruno Delbonnel (Il favoloso mondo di Amelie, Harry Potter e Il principe mezzosangue) e alla supervisione musicale di T.Bone Burnett che ricrea lo spirito sonoro dell’epoca, i fratelli Coen ci deliziano con il ritratto di un uomo e un artista importante nella storia della musica sebbene non toccato dalla fama. Il mondo su cui i Coen puntano la lente di ingrandimento è lontano dallo star system musicale e il business sfrenato arrivato una manciata di anni dopo. L’uomo su cui si concentrano non è una stella del firmamento musicale ma ha un dono e una passione per cui vive, lotta e a volte si arrende. Oscar Isaac (di recente visto recitare una piccola parte in Drive) è emozionante, puro sentimento nel vestire i panni mesti dell’artista talentuoso e bistrattato. Ancora una volta in equilibrio tra genere e autorialità, i Coen hanno portato alla ribalta una piccola e umile pagina di umanità e arte rendendola magnificente e vibrante sul grande schermo.

Francesca Vantaggiato


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