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66esimo Festival di Cannes: “Wakolda” di Lucía Puenzo (Un Certain Regard)

Creato il 30 maggio 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

66esimo Festival di Cannes: “Wakolda” di Lucía Puenzo (Un Certain Regard)

 

Anno: 2013

Durata: 90’

Genere: Drammatico

Nazionalità: Argentina, SpagnaFranciaGermaniaNorvegia

Regia: Lucía Puenzo

 

Nell’ambito delle nuove generazioni di registi selezionati a Cannes, in particolare nella sezione 2013 di ‘Un Certain Regard’, fa piacere trovare diverse donne, professioniste di alto livello ma di grande semplicità nel’approccio, capaci di raccontare storie profondamente umane con un occhio  intelligente ed attento. È il caso ad esempio dell’argentina Lucía Puenzo, figlia di Luis Puenzo (un regista che nel 1985 vinse il premio Oscar con il film La historia official, sulla tragedia dei cittadini argentini dopo la caduta del regime militare) che ha presentato Wakolda, un film applauditissimo e già venduto in diversi Paesi, salendo sul palco della Sala Debussy come fosse ‘la ragazza della porta accanto’.

La pellicola è ispirata alla vera storia di una famiglia argentina che, durante un viaggio in una sterminata Patagonia, nel 1960, incontra un medico dai modi strani e dall’accento tedesco, che s’interessa ossessivamente a Lilith, la figlia adolescente del nucleo familiare, molto minuta per la sua età, ed insiste per darle farmaci che forzino la crescita prima che ‘sia troppo tardi’. Il padre di Lilith non si fida ma la madre, incinta di due gemelli, lo lascia fare, visto che la piccola, a causa della sua bassa statura, viene presa in giro da tutti i coetanei. A poco a poco l’uomo, che lavora in un laboratorio, diventa ospite fisso della locanda ristrutturata dalla famiglia: fa iniezioni alla bambina (finché il corpo di lei non darà segni di rigetto), s’informa sullo sviluppo della gravidanza della madre, disegna i corpi di tutti i membri della famiglia, aiuta il padre a creare una piccola impresa con le bambole artigianali che realizza. Ma, a poco a poco, la vera identità del criminale verrà alla luce, anche grazie ad un’archivista fotografa che, in incognito, lavora con le organizzazioni cacciatrici di criminali di guerra: il dottore altri non è che il feroce ex-nazista Josef Mendele, uno dei fautori e realizzatori degli esperimenti per la purezza della razza. Il mostro, avvertito dai suoi contatti, prende il volo per il Paraguay, troppo tardi per la cattura ma giusto in tempo perché la bambina ed i gemelli neonati vengano sottratti ai suoi esperimenti. La piccola Lilith, che si era affezionata a lui senza sapere nulla del suo passato, soffrirà intensamente per il distacco.

Il film, ispirato ad una storia vera, ha un ritmo serrato, da thriller, ed immagini stupende, girate in una luminosa Patagonia, dagli orizzonti infiniti. Lucía Puenzo torna a Cannes dopo i successi già ottenuti nel 2007 con il film XXY – tratto da un racconto dello scrittore e regista argentino Sergio Bizzio – che le era valso il Grand Prix della Semaine de la Critique ed un Premio Goya.

Elisabetta Colla


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