Del 66mo Festival di Cannes, che prende il via oggi, mercoledì 15 maggio, ne ho già scritto nel corso dei giorni, man mano che venivano diffusi i vari comunicati stampa, per cui in questo articolo ho riassunto le notizie fondamentali, con qualche aggiornamento, nell’intenzione di condividere una sorta di promemoria con i lettori e quanti saranno sulla Croisette grazie alla forza del’immaginazione, offrendomi al riguardo gradita compagnia, seguendo l’evento su web, giornali e televisione, sino a domenica 26, quando sapremo a chi sarà assegnata la Palma d’Oro da parte della Giuria presieduta da Steven Spielberg e composta dalle attrici Nicole Kidman e Vidya Balan, dai registi Ang Lee, Naomi Kawase, Cristian Mungiu, Lynne Ramsay, ed infine dagli attori Daniel Auteuil e Christoph Waltz.

Tra i titoli in concorso risaltano Only God Forgives, di Nicolas Winding Refn, con Ryan Gosling; La venere in pelliccia, diretto da Roman Polanski; Wara No Tate/Shield Of Straw, per la regia di Takashi Miike; Behind The Candelabra, di Steven Soderbergh; Inside Llewyn Davis, dei fratelli Coen, Un chateau en Italie, terza prova come regista di Valeria Bruni-Tedeschi.
A rappresentare i nostri colori La grande bellezza di Paolo Sorrentino, interpretato da Toni Servillo, mentre Miele, opera prima di Valeria Golino, già in sala, parteciperà nella sezione Un Certain Regard (The Bling Ring, di Sofia Coppola, il film d’apertura); all’interno della Seimane de la Critique, aperta da Suzanne di Kaitel Katell Quillévéré, fra i titoli in programma vi è anche Salvo, film d’esordio dei due registi siciliani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza.

Prenderà inoltre parte alla cerimonia di chiusura della kermesse francese.
Tra i titoli presenti nella suddetta sezione in evidenza film come Cleopatra (’63, Joseph L. Mankiewicz), il delizioso musical Les parapluies de Cherbourg (‘64, Jacques Demy, Palma d’oro a Cannes nel ’64, con Catherine Deneuve e Nino Castelnuovo), La grande abbuffata (’73, Marco Ferreri) o Lucky Luciano (’73, Francesco Rosi) e Il deserto dei tartari (’76, Valerio Zurlini), senza dimenticare la riconversione in 3D de L’ ultimo imperatore, di Bernardo Bertolucci, ’87, della quale molti, scrivente compreso, si stanno chiedendo l’utilità, anche sotto l’aspetto della fruizione essenzialmente spettacolare.
