Johnnie To
Life Without Principle (Dyut Ming Gam), il nuovo film del maestro hongkonghese del cinema d’azione contemporaneo Johnnie To, sarà in Concorso in prima mondiale alla 68. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto – 10 settembre 2011), diretta da Marco Mueller e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.
Con Life Without Principle sono così 22 i film già annunciati nel Concorso di Venezia 68. A essi si aggiungerà il Film sorpresa.
Life Without Principle segna il ritorno in Concorso a Venezia di Johnnie To a quattro anni di distanza da The Mad Detective (2007) e dopo i precedenti Exiled (2006, in Concorso alla 63. Mostra) e Throw Down (2004, Fuori concorso alla 61. Mostra), tra i suoi più importanti, personali polizieschi per cui è internazionalmente ammirato e con cui ha profondamente innovato il cinema di Hong Kong.
Su questo suo nuovo attesissimo film, Johnnie To ha dichiarato:
“Viviamo in un mondo turbolento.
Per sopravvivere, le persone non hanno altra scelta che prendere parte al gioco.
Non importa con quanto impegno cerchino di seguire le regole; prima o poi una parte di loro andrà persa”.
Life Without Principle segue tre fili narrativi (che si incroceranno alla fine): 1. un’impiegata di banca, promossa analista finanziaria, è costretta a piazzare fondi ad alto rischio ai suoi clienti per raggiungere gli obiettivi di vendita assegnati; 2. un piccolo malvivente consulta gli indici di borsa, sperando di guadagnare denaro facile per pagare la cauzione del compagno nei guai con la legge; 3. un inappuntabile ispettore di polizia, orgoglioso del suo sobrio stile di vita, cade improvvisamente nella disperazione quando la moglie paga un anticipo per un appartamento di lusso che non si può permettere, e quando il padre morente vuole che si occupi della giovane sorellastra che lui non sapeva di avere. Tre piccoli uomini con un disperato bisogno di denaro nelle loro vite. Non hanno niente in comune finché non appare una borsa con 5 milioni di dollari rubati, che li trascina in una situazione intricata, costringendoli a prendere decisioni molto difficili fra il bene e il male.
Life Without Principle è prodotto e diretto da Johnnie To ed è interpretato da Lau Ching Wan, Richie Jen, Denise Ho, con la “guest star” Terence Yin. La direzione della fotografia è di Cheng Siu Keung, la scenografia di Sukie Yip, il montaggio di David Richardson, la sceneggiatura di Au Kin Yee e Wong King Fai. Life Without Principle è una produzione Milkyway Image ed è distribuito da Media Asia Distribution.
Johnnie To ha iniziato la sua carriera entrando nel 1974 alla Television Broadcast Ltd. (TVB) come assistente alla produzione, per poi diventare produttore e regista nel 1977. Fra i suoi numerosi lavori televisivi, due hanno vinto il primo premio al New York International TV Festival nel 1986 e 1989.
The Enigmatic Case (1979) ha segnato il suo debutto nella regia cinematografica. Negli anni ’80 e ’90 To ha prodotto e diretto più di trenta film, che lo hanno reso celebre a Hong Kong. Il suo stile è diventato familiare al pubblico internazionale dal suo successo post-moderno di arti marziali, The Heroic Trio (1993).
Nel 1993 Johnnie To ha creato Milkyway Image, dove è stato regista e produttore di una serie di film audaci e innovativi come The Longest Night (1998), Expect The Unexpected (1998), A Hero Never Dies (1998), Where A Good Man Goes (1999), Running Out Of Time (1999) e The Mission (1999).
Con tre decenni di regia alle spalle, Johnnie To ha realizzato un impressionante catalogo di opere con una grande varietà di generi, mentre internazionalmente è più conosciuto per i suoi polizieschi come The Mad Detective (2007) e Vengeance (Vendicami, 2009), che lo hanno inserito nella cerchia degli autori di culto e gli hanno garantito il rispetto della critica nei festival più importanti. Spesso è stato descritto come “multiforme e camaleontico” per la versatilità dei toni e dei generi nei suoi film. Con Sparrow (2008), To ha dimostrato la sua abilità nel mantenere uno stile coerente, con un’impronta personale che non compromette l’alto livello della narrazione, della recitazione e degli elementi stilistici visuali.