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#7 Incipit madness

Creato il 04 febbraio 2015 da Chiara

Pensavate che me ne fossi dimenticata, vero? Forse quasi ci speravate, perché le citazioni non mancano mai su questo blog e magari vi sono pure venute a noia…! In ogni caso, questa è la carrellata di incipit dei libri letti in questo primo mese del 2015: non male, vero? Spero di riuscire a tenere il ritmo e di riuscire, contemporaneamente, a fare tutto quello che devo fare. Ossia un sacco di cose.
Voi che mi dite? Cosa avete letto? Siete soddisfatti? Io decisamente sì. Quest’anno ho davvero iniziato col botto, non potrei esser più contenta!

«Sara, devi rifare il prelievo. Stendi il braccio».
Sto ancora dormendo quando la voce dell’infermiera mi risuona in testa come un’eco. Non è un sogno e prima che realizzi, sento un ago che mi buca la vena e vedo diventare la cannula rossa. Il braccio l’ho steso inconsciamente, forse in automatico.
«Abbiamo fatto. Premi forte, ti metto il cerotto».
— Giulia Dell’Uomo, Tutte le cose al loro posto.

«Se adesso non è abbastanza pulito,» disse Jaxom a N’ton, mentre passava per l’ultima volta lo straccio oliato sulla cresta del collo di Ruth, «non so proprio cosa voglia dire pulito!» Si terse la fronte sudata con la manica della tunica. «Cosa ne pensi, N’ton?» chiese educatamente, rendendosi conto di aver parlato senza il dovuto riguardo per il rango del suo compa- gno, che era Comandante del Weyr di Fort.
— Anne McCaffrey, Il drago bianco.

Da lontano, l’uomo che arrancava su per il fronte bianco del ghiacciaio poteva somigliare a una formica che zampetta lentamente sul bordo di un piatto. La baraccopoli di La Rinconada era una manciata di puntini sparsi molto più giù; il vento aumentava via via che lui saliva, soffiandogli sbuffi polverosi di neve sul volto e ghiacciando gli umidi ricci neri. Nonostante gli occhiali d’ambra, il suo viso era contratto in una smorfia per la luminosità del tramonto riflesso.
— Cassandra Clare & Holly Black, The Iron Trial.

Magnus si svegliò nella locanda sulla strada fuori Lima e dopo essersi agghindato con un panciotto ricamato, un elegante paio di calzoni al ginocchio e scarpe dalle lucidissime fibbie di metallo, andò in cerca di qualcosa da mangiare per colazione. Trovò invece la locandiera, una donna polposa dai lunghi capelli coperti da una mantilla nera, immersa in una fitta e preoccupata discussione con una delle cameriere, a proposito di qualcuno appena giunto alla locanda.
— Cassandra Clare, Le cronache di Magnus Bane.

She stands on the cliffs, near the old crumbling stone houseThere’s nothing left in the house but an upturned table, a ladle, and a clay bowl. She stands for more than an hour, goose-bumped and shivering. At these times, she won’t confide in me. She runs her hands over her body, as if checking that it’s still there, her heart pulsing and beating. The limbs are smooth and strong, thin and sinewy, her hair long and black and messy and gleaming despite her age. You wouldn’t know it to look at her, that she’s lived long enough to look for what’s across the water. Eighty years later, and she is still fifteen.
— Jodi Lynn Anderson, Tiger Lily.

I love the beginning of a hunt. No one is tired or hungry or complaining yet. Plus the start is so full of maybes. Like maybe we’ll capture our town’s legendary lake monster on film tonight. Maybe we’ll put to rest any doubts of his existence. Maybe we’ll become the legend. As Lake Champlain wrinkles with miniature waves, I imagine Champ swimming underneath, looking up at us and smiling.
— Lisa Aldin, One of the guys.

Se una cosa può andare male, lo farà. Penso alla prima Legge di Murphy mentre Mara… o Lara… o Antonella, insomma qualunque sia il nome della ragazza con cui sono uscito stasera, mi sta baciando con l’impeto di un formichiere in pieno raptus sul sedile posteriore della mia macchina. Lo so, sono un inguaribile romantico. Da un quarto d’ora la sto chiamando «Tesoro», un po’ perché non ricordo il nome e un po’ perché ho l’istinto di sotterrarla. È che questa ragazza è veramente pesante, in tutti i sensi!
— Chiara Parenti, Con un poco di zucchero.

Blue Sargent non ricordava più quante volte le avessero detto che avrebbe ucciso il suo vero amore. La sua famiglia si occupava di predizioni. Predizioni che tendevano, tuttavia, a essere abbastanza generiche. Frasi come:Oggi ti accadrà qualcosa di terribile. Potrebbe avere a che fare con il numero sei. O: Soldi in arrivo. Apri la mano. O: Ti spetta una decisione importante, e non si prenderà da sola. Ma a quelli che entravano nella piccola casa azzurra al numero 300 di Fox Way non importava l’imprecisione dei loro auspici. Era diventato un gioco, una sfida, scoprire il momento esatto in cui le predizioni si sarebbero avverate.
— Maggie Stiefvater, Raven Boys.

Un segreto è una cosa strana.
Ci sono tre tipi di segreti. Il primo è quello noto a tutti, per cui sono necessarie almeno due persone: una che lo custodisca, l’altra che non ne venga mai a conoscenza. Il secondo è quello più difficile, un segreto che non ammettiamo a noi stessi. Ogni giorno migliaia di possibili confessioni rimangono inespresse, e i mancati confessori ignorano che quei segreti mai ammessi si riducano alle solite tre parole: io ho paura. E poi c’è il terzo tipo di segreto, quello più profondo. Il segreto che nessuno conosce. Forse un tempo risaputo e in seguito sepolto. O forse un inutile mistero, arcano e solitario, mai emerso poiché nessuno l’ha mai cercato.
— Maggie Stiefvater, I ladri di sogni.

Non sapevo cosa mi avesse svegliato. Il vento impetuoso della prima, vera tempesta di neve dell’anno si era calmato la scorsa notte e la mia stanza era silenziosa, tranquilla. Mi girai su un fianco e mi stropicciai le palpebre. Occhi del colore delle foglie bagnate dalla rugiada mi fissavano. Occhi stranamente familiari, ma spenti in confronto a quelli che amavo. Dawson.
— Jennifer L. Armentrout, Opal.

Winning. Cara Sweeny had made it her business, and business was good. Honor Society presi- dent? Check. Young Leader Award? Check. State debate champion two years running? Double check. And when the title of valedictorian had eluded her, she’d found a way to snag that, too.
— Melissa Landers, Alienated.



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