Fonte: Facebook
Quando si scrive, sia che si faccia per se stessi, sia che si abbiano ambizioni più grandi, è sempre vitale il sostegno di chi ci sta intorno. Il parere degli altri è fondamentale, ma qualche volta sarà necessario difenderci da opinioni che non fanno altro che scoraggiarci e frenare la voglia di continuare a scrivere.Devo ammettere che in questo aspetto sono sempre stata piuttosto fortunata perché nessuno ha mai tentato di dissuadermi, anche perché di solito ci penso da sola a deprimermi...
E non sono solo le persone che ci circondano a influenzarci: lo fa in continuazione anche Internet con la moltitudine di idee e voci che circolano, e che nel bene e nel male ci spingono più meno consciamente in una direzione o in un'altra.
E se le informazioni, le esperienze e i pareri delle persone sono utili da una parte, dall'altra certe opinioni non richieste e alcune convizioni generali possono anche essere dannose e logoranti per chi ama scrivere. La creatività è come una piantina molto delicata e se viene esposta a influenze velenose può seccarsi fino a morire...
Quali sono questi influssi?
1) Stai solo perdendo tempo
Io sono del parere che fare qualcosa che ci fa sentire bene non è mai perdere tempo, e più in generale penso che esprimere la nostra creatività (a prescindere dal risultato) va considerato come un arricchimento personale. Nel tempo che spendiamo per scrivere potremmo fare qualcosa di più costruttivo e utile? Può darsi, ma se qualcuno instilla in noi questo dubbio forse è il caso di domandarci cosa rappresenta per noi la scrittura. Se è un bisogno, un'esigenza profonda non è di certo una perdita di tempo.
2) Non troverai mai un editore
Se abbiamo l'ambizione di pubblicare ciò che scriviamo, è molto probabile che qualcuno prima o poi ci farà notare che le case editrici disponibili a investire su esordienti sconosciuti sono pochissime. Anche semplicemente navigando in rete, un aspirante scrittore si può rendere conto della situazione attuale dell'editoria e uscirne demotivato a continuare.
Ma prendere coscienza delle difficoltà non significa arrendersi. E soprattutto non bisogna permettere che i luoghi comuni e le opinioni diffuse, spesso semplicistiche e generalizzanti, frenino i processi creativi. Se ascoltiamo chi ci dice "non pubblicherai mai", significa che ci siamo arresi in partenza. Pubblicare è difficile ma non impossibile.
3) Tutti gli esordienti pagano per pubblicare
Questa cosa mi stata detta anni fa, quando cominciai a pensare di pubblicare. Era un luogo comune così diffuso allora (oggi un po' meno) che quando poi trovai un editore senza dover pagare, alcuni amici diedero per scontato che lo avessi fatto. Questa è stata una cosa molto deprimente. Certi luoghi comuni fanno moltissimi danni, perché sono basati su "sentito dire", su situazioni non verificate, ecc.
Bisogna imparare a pensare con la propria testa e un aspirante scrittore dovrebbe saper discernere le verità dai luoghi comuni.
Se vi dicono che tutti gli esordienti pagano per pubblicare o qualcosa di simile, la cosa migliore da fare è verificare personalmente.
4) C'è troppa concorrenza
Assolutamente vero. Il mercato è saturo di autori e libri, pubblicati da editori e autopubblicati. Quando navigo in rete in cerca di un libro da leggere o vado in libreria, sono stordita dalle tante proposte. Farsi notare è un'impresa titanica, emergere ancora di più. Ma un aspirante scrittore deve contare su una sufficiente autostima da non lasciarsi intimidire di fronte alla concorrenza.
Inoltre, anche qui è importante capire cosa ci spinge a scrivere: è la fama? O piuttosto scriviamo perché non possiamo farne a meno?
5) Scrivere non porta soldi
Anche questa è una verità incontestabile. Bisogna prenderne atto e non sognare a occhi aperti guadagni astronomici. Anzi, neppure pensare di fare della narrativa una fonte di reddito sufficiente per vivere. Sono in pochi a riuscire in questo. Se è ai soldi che puntiamo, allora sarà bene dare ascolto a chi ci dice che scrivere non porta soldi e smettere subito di farlo.
6) Scrivi male
Sono del parere che le critiche non vadano mai prese sottogamba. Certo, è anche possibile che chi vi dice una cosa simile sia solo invidioso o acido di suo, ma i pareri negativi vanno presi sempre in considerazione e analizzati. Probabilmente c'è un fondo di verità o anche più di un fondo! Se ci rendiamo conto che è così, non dobbiamo però condizionarci a tal punto da smettere di scrivere, ma puntare a migliorarci. La qualità di quello che produciamo è fondamentale, quindi le critiche (soprattutto se fondate e costruttive) vanno ascoltate, ma non devono metterci ko o spingerci a mollare.
7) Non hai abbastanza talento
Non tutti gli scrittori sono dei geni della penna, questo è ovvio. Ci sono libri che forse non meritano la fama nei secoli, ma sono comunque piacevoli da leggere. Anche se pensiamo di avere un'attitudine per la scrittura, questa va comunque coltivata, sviluppata, perfezionata.
Inoltre, scrivere deve essere principalmente un piacere. E non occorre avere un particolare talento perché risulti un'attività piacevole e soddisfacente, no?
Difendersi dalle influenze nocive richiede, in definitiva, una certa dose di fiducia in se stessi, e a tal proposito dovremo seguire una delle regole di scrittura di Neil Gaiman:
La regola principale della scrittura è che, se hai abbastanza sicurezza e fiducia, puoi fare tutto quello che ti pare. (Questa potrebbe essere una regola sia per la vita che per la scrittura. Ma per la scrittura funziona davvero.)
E voi come gestite le influenze nocive?
Anima di carta