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7 piccole storie che conosci già (Marina Iuele) - Venerdì del libro

Creato il 16 dicembre 2011 da Stefania
7 piccole storie che conosci già (Marina Iuele) - Venerdì del libro
Nel libro 7 piccole storie che conosci già l'autrice - Marina Iuele - fa un esperimento che secondo me è molto riuscito. Propone sette storie della nostra tradizione riviste e corrette modificandone la struttura per aggiungere degli elementi che le rendono più adatte ai bambini di oggi. Un esperimento che rende le storie più cariche di speranza, infondono fiducia, puntano su quei buoni sentimenti che anche grazie ad una storia possono passare. Perché i bimbi, si sa, sono delle spugne e recepiscono molto più di quanto si possa pensare o ci lascino pensare.Conosco l'autrice per aver letto altri suoi due libri - 18 storie dall'India e 21 piccole storie zen - letti senza seguire l'ordine cronologico di pubblicazione. Il primo che è uscito, quello di cui parlo oggi, l'ho letto per ultimo e devo dire che è stato quello che mi è piaciuto più di tutti. Nel prologo l'autrice si rivolge agli autori delle storie originali - tali Andersen, Grimm e Perrault - per informali di avere messo mano alle loro opere (ed i cambiamenti non passano inosservati) avvicinandosi a quanto da loro raccolto nella più antica tradizione popolare e poi trascritto, sotto forma di insegnamenti morali. Tutto ciò era conforme al tempo a cui si riferivano e l'autrice ha voluto adattare le storie ai tempi più moderni, ai piccoli lettori moderni che sono molto diversi da quelli di allora.
E che vuol dire tutto ciò? Vuol dire che l'autrice lima le storie e le arricchisce di nuove parti, senza insegnare la diffidenza e la paura che molte storie invece propongono nella versione originale. Ha voluto trasmettere speranza e meraviglia per la vita dando un suo tocco personale ai racconti.
7 piccole storie che conosci già (Marina Iuele) - Venerdì del libroEcco, dunque, che nascono sette storie familiari ma nuove in più punti: Biancaneve, Il brutto anatroccolo, Cappuccetto Rosso, Il soldatino di Piombo, Hansel e Gretel, Cenerentola, Il gatto con gli stivali. Mi sono lasciata incuriosire dalle intenzioni dell'autrice lette nel prologo ed ammetto di aver letto le storie per me, tutte d'un fiato, prima di proporle ai miei bimbi. Mi sono piaciute molto ma mi rendo conto che un bambino, abituato alle storie "classiche", possa rimanere smarrito davanti ad un esperimento - ben riuscito per me - di questo tipo. Così, ho letto una certa interdizione nel volto della mia bimba quando le ho letto la versione di Marina Iuele di Cenerentola... e mi sono resa conto che prima di procedere con la lettura i bimbi dovessero essere preparati a leggere storie nuove con personaggi che conoscevano già. Così, con un piccolo aiutino, è risultato tutto molto più sereno e molto più piacevole. Soprattutto, ho evitato le mille domande che i bambini curiosi porgono ogni volta che si trovano davanti a qualche cosa che li spiazza.
Non vi ho incuriositi nemmeno un po'? Non vi intriga la storia di Cenerentola rivista e corretta? O la nostra cara Cappuccetto Rosso? 
Il formato del libro per noi è familiare visto che ricalca le caratteristiche degli altri due della stessa autrice. E' edito da Bambini Nuovi per l'uomo del futuro Edizioni e fa parte della collana Storie d'Altrove. I testi sono accompagnati da illustrazioni di Debora Ballario.
Aggiungo un dettaglio: noi siamo abituati a leggere una storia la sera prima di andare a letto. Ebbene, le sette storie, seppur "piccole", sono comunque piuttosto lunghe e i miei bimbi non ce la fanno a restare svegli dall'inizio alla fine. Sono ancora piccoli e di sera, solitamente, leggiamo racconti più brevi. Così, le sette storie le ho proposte "a puntate" e devo dire che è andata comunque bene. Le hanno ascoltate con interesse ed hanno anche sottolineato le differenze con le storie originali.
Mi permetto anche un appunto - che però esula da questo libro in quanto tale - sulla storia di Hansel e Gretel: a noi non piace molto, non è mai piaciuta, tantomeno in questo particolare periodo storico. Due genitori in difficoltà economica che abbandonano i loro due figli nel bosco perché non hanno di che sfamarli: una tortura psicologica per i piccoli. Sentono parlare di famiglie povere, di genitori in difficoltà, di soldi che non bastano per arrivare alla fine del mese... Volenti o nolenti sono discorsi che prima o poi arrivano alle loro orecchie. E l'idea che anche mamma e papà possano avere di queste difficoltà (i bambini fanno presto a fare propri certi discorsi) e che possano pensare di lasciare i loro bimbi da qualche parte è davvero una tortura psicologica, secondo me.... Hansel e Gretel, non me ne voglia Marina ma non dipende certo da lei, ai miei bimbi non l'ho mai letta... Anche se poi c'è un lieto fine e tutto il resto... se la leggessi loro mi aspetterei da un momento all'altro la classica domanda: "...mamma, e se diventiamo poveri anche noi ci abbandonate da qualche parte?". 
Preferisco anche io infondere fiducia nei miei bimbi, amore per la vita, spirito positivo, leggerezza, allegria, divertimento... Hansel e Gretel è una storia che evito con cura. Magari sbaglio ma per il momento, conoscendo la sensibilità dei miei piccini, la penso così.Questo è il nostro contributo per il Venerdì del librodi oggi, di Homemademamma.

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