Scritto da: Nina Catalano 24 febbraio 2014 in Iniziative Inserisci un commento 322 visite
Cosa saresti disposto a fare per la tua felicità ?
Ok, il titolo suona strano, ma dovresti sapere che ci sono dei fattori chiave molto importanti, sui quale vale la pena riflettere e che possono sfociare anche nella scelta del licenziamento.
Quanti sarebbero disposti a a perdere il lavoro in vista di alcune problematiche insopportabili?
Ci sono situazioni lavorative che non sono per niente risolvibili, perché non dipendono da noi oppure perché ci fanno in qualche modo del male.
Un noto quotidiano americano ha raggruppato 7 elementi per cui vale la pena perdere il lavoro, motivazioni che fanno bene sia al dipendente, così come al mercato del lavoro più in generale, perché permettono il ricircolo dei posti di lavoro e di conseguenza, più opportunità per tutti.
Ovviamente lo studio proviene dagli States, dove la possibilità di lasciare il lavoro per trovarne un’altro, è molto più fattibile che in Italia, nazione dove a stento, se ne trova uno.
Ecco i 7 segnali che indicano che è arrivato il momento di licenziarsi:
1) Non ti piace ciò che fai: questo è il primo presupposto che fa riflettere sulla possibilità di prendere e mollare via tutto! Sai quando si prende lo scatolone e si riempie di tutto quello che si ha sulla scrivania? Questo è il momento in cui, confermiamo a noi stessi che il lavoro che facciamo, è proprio brutto.
2) Sei stressato e per via del lavoro, ti ammali: questo è un problema molto diffuso, che spesso siamo soliti neanche collegare: stress e lavoro. Il primo segnale che ti stai ammalando di lavoro, è quello di non avere la ben che minima voglia di recarsi in ufficio, sei spento e non hai rapporti sociali con i colleghi.
3) Quell’azienda non fa per te: Spesso accade che nonostante la bravura e il potenziale del dipendente, lo stesso, ha difficoltà a comprendere le dinamiche aziendali, non si integra con lo staff e non ne comprende le scelte o le motivazioni. Questo fa si, che il lavoratore, non sposi la politiche aziendali e non si impegni per come dovrebbe, compromettendo l’intero suo operato.
4) Il tuo capo, è un diavolo (e tu non sei l’acqua santa) in genere la stragrande maggioranza di licenziamenti, in realtà non sono legati all’azienda ma al capo. Un capo infernale, che ti fa venire un nodo allo stomaco non appena entri in ufficio, oppure che augurandoti il buongiorno in realtà ha già firmato la tua condanna a morte per quella giornata, è effettivamente una brutta storia.
5) Le tue aspettative si sono perse strada facendo: Quando si inizia un nuovo lavoro, soprattutto se si è delle persone ambiziose, si pensa che a partire dalla mansione che ci hanno affidato, noi possiamo fare di più. Possiamo di sicuro diventare eccellenti e magari virare verso altre traiettorie dirigenziali. Quando tutto questo viene negato, non c’è più quello stimolo che motivi l’impegno e quindi tutto, diventa un vortice di noia e di insofferenza.
6) Ti chiedono di fare cose illegali: accade spesso più di quanto si possa immaginare, di modificare quel documento o cestinare qualcosa, o peggio lavorare a cose illegali dal tuo pc, “per caso”. Anche se spesso e purtroppo NON si viene beccati, c’è una triste ripercussione mentale in ciò che si fa e che spesso confluisce nel terrore che possa accadere di nuovo.
7) La vostra azienda si è messa in cattive acqua: questa è la ciliegina sulla torta, ciò che ad un tratto ci fa aprire gli occhi e che in fondo ci fa guardare altrove, perché “non si sa mai…”
E voi cosa fareste se ad un tratto, i 7 elementi per scoprire che è arrivato il momento di licenziarsi, culminano sulla vostra vita, rendendola infelice? Lascereste il lavoro?
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