Per La Cassandra, ho incontrato uno degli autori di questa intelligente "utopia moderna", adatta ai ragazzi di tutte le età: Paolo Pulcina
Andrea e Sofia sono due ragazzini del nostro tempo. "Hanno 8, 10 o 12 anni" e stanno accompagnando i genitori a fare la spesa in un grande supermercato. Un non-luogo rigurgitante luci, suoni e merci di ogni tipo: stimoli che si annullano a vicenda, creando il vuoto intorno ai piccoli protagonisti: i genitori di Andrea continuano a litigare sospingendo il carrello tra le corsie, quelli di Sofia "si muovono in due bolle di silenzio e indifferenza reciproca" - e i due ragazzini, per tutta risposta, cercano rifugio in una realtà alternativa: la musica, il telefono cellulare.
Si incontrano per caso, dopo essersi allontanati da mamma e papà, e - proprio lì, nel reparto riservato ai cellulari - vengono di colpo risucchiati in un mondo "altro", un "altrove misterioso" che si snoda lungo sette stanze ("Una stanza [...] è un luogo in cui avviene qualcosa o semplicemente si riposa. Per voi si tratterà di tappe di un percorso che vi farà scoprire molte cose che ora ignorate"), a partire dalla stanza dell'approdo. Per giungervi, i due dovranno risalire il pozzo in cui sono caduti.
L' incipit ricorda vagamente quello di Alice nel Paese delle Meraviglie, sebbene, come Paolo Pulcina, vi siano alcune importanti differenze:
"Alice si immerge nel mondo delle meraviglie, cominciando il suo cammino dalla tana del Bianconiglio; noi invece siamo in un supermercato, cioè nel più banale antro della società odierna. Mentre Carroll architetta una realtà fantastica, noi facciamo quasi l'opposto: pensiamo ad una favola quanto mai realistica! È certissimo, però, il valore iniziatico e simbolico di entrambe le opere. Carroll, che conosceva l'esoterismo, ha cifrato bene il messaggio nel racconto e lo stesso abbiamo fatto noi, a cominciare, in modo ancora più esplicito, dal titolo "7 stanze d'alberi e d'acqua". In conclusione, quindi, gli effetti sono all'incirca gli stessi: pur visitando due mondi di fantasia e stile differente, i protagonisti Alice e Andrea/Sofia (quasi un'androginia, la nostra) apprendono che la presunta realtà è sicuramente mutabile, rispetto a quanto il senso comune intenda farci credere, eliminando dalle nostre anime il dubbio ed inserendovi una routinaria sicumera. Pensare è potere."
Nella stanza dell'approdo, Andrea e Sofia vengono accolti da Unua, "un uomo sorridente, la barba folta e riccioluta, il portamento elegante, un abito tutto drappeggiato, verde acqua e turchese, che lo fa somigliare a una delle statue antiche che ci sono sui libri di storia", che altri non è se non il filosofo greco Talete, che introduce i due giovani visitatori in questo luogo un po' magico, una terra i cui abitanti fanno di tutto "per ridurre i disagi e le scomodità, per rispettare la natura e le esigenze di ciascuno"; una terra dove i più grandi filosofi di tutti i secoli (Pitagora, Cusano, De Montaigne, Pascal, Kant, Nietzsche - tanto per citarne alcuni) hanno nomi e aspetti stravaganti ("Clint" è Eraclito; "Salvatore" Epicuro; "Fred" Nietzsche...) e sono pronti ad accompagnare Andrea e Sofia attraverso un percorso di crescita interiore.
Si tratta, insomma, di una vera e propria "utopia", rivolta ai più giovani, che si propone di educare all'inclusione della differenza e della fragilità (come si legge nella postfazione).
A tale proposito, ho chiesto a Paolo Pulcina quale importanza può rivestire la filosofia per i giovani d'oggi che, al contrario, sembrano sempre meno interessati riguardo a certi argomenti e problematiche.
"Ai ragazzi la filosofia non interessa perché non incontrano persone che possano interessarli alla filosofia. È semplicistico, ma per sommi capi è così. C'è una concomitanza di fattori: contesti sbagliati (la scuola pubblica è vissuta come un'imposizione legale, non come luogo di apprendimento e maturazione), approcci sbagliati (i docenti, per lo più, si accontentano di fare il loro lavoro... Ma quale lavoro???), relazioni sbagliate (io insegno, tu impari?!?! Io ho un ruolo, tu un altro: ci rispettiamo ed io offro a te ciò che tu non hai, e chi lo sa che anch'io non impari qualcosa da te che per ora non sai e sei più giovane di me!). Durante le conferenze e le presentazioni che teniamo, è evidente e quasi commovente osservare come le persone, di ogni età, in realtà abbiano fame di un cibo raro come la filosofia: quasi che tutti l'avessero assaporato, o solo annusato una volta nel passato, l'abbiano amato e poi perduto e non appena qualcuno ripropone loro il manicaretto, i sensi e gli spiriti si ridestino. Questa è la "poesia". I bambini delle scuole elementari sono i miei allievi migliori: sono sinceramente attratti dalle domande che interrogano l'uomo dalla notte dei tempi, domande che in età adulta dimentichiamo per non dover cercare le risposte. I bambini vogliono le risposte, ma ancor di più vogliono buone domande: è il preambolo di una società che potrebbe risorgere dalle sue miserie odierne. Ecco perché è sempre bene gettare e coltivare anche solo qualche seme."
Proprio alla luce di questa attenzione nei confronti dei più giovani (e, dunque, dei più "fragili"), la favola filosofica scritta a quattro mani da Paolo Pulcina e Roberta Invernizzi si presenta come un'opera gentile, un omaggio garbato che mira a insegnare senza indottrinare, a far crescere senza spegnere la curiosità, a rafforzare senza cancellare la bellezza delle nostre umane debolezze.
"In un'epoca in cui la crisi è finita per diventare la dimensione ordinaria del vivere, la fragilità, per fisiologia, è emersa come esperienza multiforme [...], familiare per tutti, in forma occasionale, intermittente oppure cronica. Nonostante ciò, la società reale fatica ad accogliere la fragilità, come se non la volesse o potesse accettare, come se la rifiutasse per rimuoverla. Come se ignorandola sparisse." (Dalla postfazione di 7 stanze d'alberi e d'acqua)
Paolo Pulcina, laureato in filosofia, insegna nella scuola secondaria superiore e tiene corsi di filosofia ai ragazzi delle scuole elementari e medie, grazie al sostegno della Fondazione Montalcini.Roberta Invernizzi, laureata in filosofia, è autrice, per Effedì, di Capelli (2012) e Come una mosca nel latte (2013).
R. Invernizzi, P. Pulcina
7 stanze d'alberi e d'acqua
Effedì edizioni, 2014
182 pagine, 12 euro