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7 tech trends 2014 secondo AKamai

Da B2corporate @b2corporate
Quali saranno i trend tech del 2014? Anche quest’anno, Luca Collacciani, Regional Manager di Akamai ha individuato alcuni trend e tecnologie che potrebbero caratterizzare i prossimi 12 mesi, pronte a spianare la strada a un mondo sempre più iper-connesso.  Tra la'ltro, recentemente avevamo intervistato Luca Collacciani, per apprfondire le tematiche relative all'impatto del mobile sull'ecommerce, analisi del concetto di situational perofmance, ruolo dell'usabilità in ambito delle strategie di shop on line, caratterizzazione dei dispositivi e la Front-End Optimization (FEO), l'evoluzione del consumatore e gli scenari futuri per il retail tradizionale.
7 tech trends 2014 secondo AKamai
Ma veniamo ai 7 trend indivisuati da Luca Collacciani e riepilogati qui di seuito:
 
1) L’internet of things
Si è affermato durante l’anno in corso ma avrà un peso sempre maggiore negli anni a venire: aumentano gli oggetti che escono dal quotidiano per diventare più smart e rendere più smart le nostre vite. E si tratta degli oggetti più disparati: come Nest, il termostato 2.0 che, con un wi-fi integrato e un’app dedicata permette di risparmiare sul riscaldamento; Lock8, l’antifurto high-tech per le biciclette e, ancora, DoorBot, un videocitofono che, per mezzo di un’app, interagisce con lo smartphone e ci consente di aprire la porta di casa da remoto (se l’ospite è gradito!).
 
2) Un internet sempre più frammentato
E’ la conseguenza più ovvia dell’internet of things: l’aumento di dispositivi connessi porterà non solo all’esplosione del traffico ma al delinearsi di un panorama web sempre più frammentato. Tante sfide dunque, riassumibili in un unico concetto, quello di ‘situational performance’, ossia la necessità di ottimizzare in modo intelligente a seconda delle circostanze uniche e specifiche in cui si trova l’utente, determinate da una combinazione di fattori quali il canale di fruizione, i dispositivi e i browser utilizzati, l’accesso al network, il tipo di connessione etc.
 
3) Un’app per domarli…
Nel 2013 abbiamo visto nascere sul web aziende che, per la prima volta, hanno osato modificare lo status quo e rivoluzionare i modelli di business a cui siamo abituati: pensiamo a Uber, l’app che consente di chiamare un ‘taxi privato’ e che va a scardinare non solo il concetto di auto a noleggio, ma a mettere in discussione la ben salda lobby dei tassisti. Un caso isolato? Difficile crederlo.
 
4) L’economia virtuale
In un anno il suo valore è moltiplicato: la bitcoin, la cyber moneta nata da un algoritmo, sfugge di fatto al sistema bancario. Priva di un’autorità centrale a tracciarne le transazioni - che avvengono esclusivamente tra i nodi di rete coinvolti – la bitcoin sembra essere stata creata apposta per il mondo iper-connesso e porterà con sé una serie di nuove sfide legate alla sicurezza.
 
5) App? No, personal assistant
Oltre Siri, oltre Google Now: le app diventano sempre più predittive. Un esempio su tutti: iBeacons. Molto più di un’app, si tratta di una tecnologia che assume le sembianze di un vero e proprio ‘assistente virtuale’ che accompagna l’utente durante lo shopping. Testato negli Apple store, iBeacons consente all’utente di scansionare gli oggetti visionati per accedere a ulteriori informazioni, recensioni di altri utenti e ricevere preventivi. Certo, di strada da fare iBeacons ne ha ancora parecchia, ma ci sono già altre catene, come la famosa Macy’s (e dunque non solo hi-tech) che già sembrano interessate a una prova in-store.
 
6) Droni: mai più senza
Li abbiamo visti impiegati nei contesti più diversi: dal rilevamento di bracconieri in Africa all’agricoltura di precisione in America, fino al recentissimo esperimento della DHL tedesca che ha messo in campo (anzi, in aria) un drone-corriere, il quale ha consegnato con successo il suo primo pacco dopo un volo di poco meno di tre chilometri. L’industria dei droni è pronta a mettere le ali, in tutti i sensi.
 
7) Evoluzione delle minacce
Una costante. Entro fine 2013, Akamai stima che i propri clienti riporteranno un numero di attacchi DDoS superiore al 30% rispetto al 2012. Cosa ci riserverà l’anno venturo? Sicuramente attacchi più intelligenti, caratterizzati da un targeting più accurato (verso applicazioni specifiche), non più di carattere volumetrico e indirizzati al front-end ma piuttosto di natura ‘slow&low’ e rivolti al back-end, come ad esempio Slow POST e HashDos.
 
Per approfondimenti: www.akamai.com

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