Lei aprì gli occhi, lui la guardò… Con le labbra sospese tra la parola e il respiro di chi aspetta. Alla fine decise di prenderle la mano con uno scatto che fece per un attimo sussultare lei che aveva gli occhi aperti . Veloce, le tirò via la mano poggiata molle sulle coperte e se l’appoggiò al cuore. Veloce. Come se quello che stava succedendo dentro di lui potesse, da un momento all’altro fermarsi. Regalarle l’ultimo battito di un cuore incredulo. Una tachicardia feroce. Un’angina di emozioni che confuse premevano sulle 3 pareti di quel muscolo vermiglio . Lei era lì. Girò piano la testa sprofondando nel cuscino. Gli occhi di nuovo chiusi. Lui aspettò. Con la mano sul cuore che non smetteva di battere. Aspettò a lungo. Le luci della città si spensero e si accesero . Una volta, due volte, tre. Finché lei riaprì gli occhi e vide che la sua mano era ancora lì, le dita che le formicolavano per essere stata costretta in una posizione scomoda, sul petto di lui. Lui che aveva le stesse labbra socchiuse e gli occhi che la fissavano; che la imploravano di riempire quello spazio, quella fessurina tra i denti con parole, gesti… Lei non parlò, non tolse la mano. Ma prese quella di lui e se la poggio tra la scapola sinistra e la curva del seno . E per un momento lui ebbe la certezza: sarebbe morto. Il cuore gli sarebbe esploso nel petto. Muscoli, fibre nervose e vasi sanguigni avrebbero ceduto: il momento più felice della sua vita. E invece stranamente il cuore batteva piano, lento ,70 piccole spinte che al minuto spezzavano l’immobilità di quei corpi. E lui chiuse le labbra. Chiuse gli occhi . E capì. Non era il suo cuore che batteva piano. Lui sarebbe morto comunque . Lasciò andare quella mano. E aspettò. Aspettò che la luce disegnasse le coperte, il ricordo di un corpo disteso a 5 cm dal suo. Aspettò la notte e il vento fresco per portargli il profumo della sua pelle. Una volta,due volte,tre. Non aprì gli occhi. Non ancora. Allungò la mano sperando che lei fosse solo un po’ più distante,girata su un fianco, lì dove le sue dita non potevano toccarla. Ma più si sporgeva in avanti e più sentiva solo il freddo di un letto vuoto a metà. Quel cuore che non voleva saperne di calmarsi. La ragione che si rifiutava di vedere. Ma gli occhi si aprirono. E vide. Vide finalmente che lei non c’era più. Se n’era andata . 70 battiti al minuto. Tolse la mano dal suo cuore. Per questa volta era sopravvissuto.