Ecco una meraviglia di film che datato 2014, che in Italia ha avuto una fugacissima distribuzione estiva. Pur avendo avuto l’onore della sala cinematografica solo per alcuni giorni, un vero peccato perché il film è magnifico, onore e gloria all’italica distribuzione, che accortasi delle potenzialità di una pellicola come questa, ha deciso di dar fiducia ad una storia tosta come il marmo e spiacevole quanto una bestemmia a denti stretti. Anno 1971, manco a dirlo, in quel di Belfast, il film segue un contingente di reclute inglesi, alle prese con problemi di ordine pubblico, dettati da una cittadinanza ben più che ostile, determinata a rendere impossibile la permanenza dei soldati britannici. Una recluta, per una serie di rocambolesche vicissitudini, resta isolata dal suo contingente, solo ed abbandonato in territorio nemico, con l’unico obbiettivo di sopravvivere e raggiungere i compagni. Il film è tutto qui, una tesissima fuga/rincorsa, senza buoni e cattivi, senza eroi e senza nessuna voglia di perdonare o assolvere nessuno. Questo è il maggior pregio di ‘71, pellicola forsennata che non prende le parti di nessuno, condannando allo stesso tempo tutti e soprattutto ogni conflitto in se, in quanto portatore di sangue e morte. Sono proprio le vittime innocenti, i bambini, a pagare il prezzo più alto di una guerra che non può avere vincitori, ma solo vinti, e ’71 non esita nemmeno un momento a mostrare la vigliacca atrocità di un conflitto che, al di là delle ragioni che ne sono alla base, si combatte tutti i giorni, tra le strade e nelle case, in mezzo alla gente, confuso da interessi e doppi giochi. ’71 Racconta la fragilità dell’umano sentire, la tentazione della fuga e l’utopia della giustizia, cercata, inseguita, sperata e… irraggiungibile. Bellissimo.
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