Il 730 precompilato rischia di schiacciare i Centri di assistenza fiscale. I costi a cui andrebbero incontro sono, infatti, insostenibili per il sistema. E questo è solo l’inizio.
Entro il prossimo 30 novembre, infatti, con decreto del ministero dell’economia e delle finanze, dovranno essere rimodulati senza incrementi di oneri per il bilancio dello stato e per i contribuenti i compensi spettanti proprio ai diretti interessati.
Elementi questi che vanno ad aggiungersi al fatto che a far girare gli ingranaggi alla base delle dichiarazioni dei redditi precompilate c’è un meccanismo che il viceministro dell’economia e delle finanze Luigi Casero ha, più volte, definito «estremamente complesso» e che richiederà almeno due anni per essere perfezionato per stessa ammissione del governo.
E nel mentre, a meno che nel corso dei lavori presso le Commissioni finanze di camera e senato non siano modificate le disposizioni contenute nello schema di decreto legislativo sulle semplificazioni fiscali reso noto venerdì 20 giugno al termine del Consiglio dei ministri, chi rischia di soccombere sono gli anelli intermedi della catena a cui vengono attribuite maggiori responsabilità a fronte di minori introiti.
Lo schema di decreto legislativo prevede, infatti, che i Caf, nel caso in cui le informazioni fornite dal contribuente per il completamento o l’integrazione del 730 risultino errate, siano direttamente ed economicamente responsabili dell’errore. Un gravame economico che «è assolutamente insostenibile per i Caf e che rischia di far saltare l’intero sistema», ha spiegato a ItaliaOggi il portavoce della consulta dei Caf, Valeriano Canepari, «da un lato viene posta l’attenzione sul fatto che il meccanismo per le dichiarazioni dei redditi precompilate, che noi condividiamo come concetto, è estremamente difficile da attuare e richiederà del tempo; dall’altro, però, viene attribuita ai Caf la responsabilità, in termini economi, per eventuali errori nelle dichiarazioni».
Un profilo, quello della responsabilità, dal quale il contribuente rimarrebbe escluso. «Sul fatto che l’Agenzia delle entrate debba avere a che fare solo con i Caf lasciando stare il contribuente possiamo anche essere d’accordo in un’ottica di semplificazione», ha sottolineato Canepari, «ma non si capisce perché in caso di errori il contribuente debba essere alleggerito di qualsiasi tipo di responsabilità».
Resta, quindi, da vedere se nel corso dei lavori presso le Commissioni finanze, che avranno poco meno di 30 giorni di tempo per studiare le modifiche necessarie al testo e sottoporlo al vaglio del Consiglio dei ministri, le disposizioni saranno modificate introducendo, come primo elemento, una distinzione tra l’errore tecnico e il caso in cui l’errore sia, invece, diretta conseguenza di una mancanza del contribuente.
Fonte: ItaliaOggi