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74 licenziati: non è una sitcom

Creato il 20 giugno 2014 da Cassintegrati @cassintegrati

Pubblichiamo il pensiero di Giulia Marrone, una dei 74 licenziati della Sitcom che oggi sono protagonisti di un sit-in di protesta davanti l’azienda.  I 45 giorni di trattativa obbligatoria tra azienda e sindacato si sono conclusi con un mancato accordo.

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Quando sono andata via da Sitcom ho pianto. Ho pianto come si piange quando sai che stai per chiudere un capitolo importantissimo. Sono stati 6 anni intensi. Ho imparato tanto. Mi sono messa in gioco. Ho puntato i piedi. Ho detto grazie. Ho condiviso. La crescita professionale e quella personale.

Ho visto tante volte l’alba e tante volte ho detto buonanotte varcando il tornello con persone meravigliose. Perché l’elemento che ha sempre reso Sitcom speciale è il suo patrimonio umano. Fatto di donne e uomini per la maggior parte eccellenti, creativi, disponibili, entusiasti, ironici. Veri. Come non mi è capitato di trovare altrove, se non in rarissime eccezioni.

In questo periodo, leggere di 74 licenziamenti, percepire sconcerto, rabbia, dolore e disillusione non può che tenermi in apnea. Mi dispiace. Tanto. A prescindere dai modelli produttivi. Perché so, col senno di poi, che qua fuori quell’enorme ricchezza che Sitcom ha non esiste. Sono dalla vostra parte, amici miei. Con tutto il cuore. E condivido il vostro pensiero. Abbiamo percorso migliaia di chilometri insieme. Abbiamo visto Paesi e porzioni di Italia. Abbiamo ascoltato e raccontato storie esclusive o pezzi di vita difficile. Abbiamo discusso, litigato, ci siamo sopportati nei momenti di stanchezza infinita. Necessariamente abbiamo dovuto fare squadra per consegnare la puntata in messa in onda, anche quando avevamo opinioni diverse. E ci siamo anche tanto divertiti. Ridendo di gusto.

Oggi i lavoratori e le lavoratrici di Sitcom srl, società che produce i canali Alice, Marcopolo, Leonardo e Nuvolari, terranno un presidio davanti all’azienda per manifestare contro l’annuncio di 74 licenziamenti su 94 dipendenti. I 45 giorni di trattativa obbligatoria tra azienda e sindacato si sono conclusi con un mancato accordo: l’azienda non ha voluto considerare nessuna misura alternativa al licenziamento, pur dichiarando di non voler cessare la propria attività.

Le lavoratrici e i lavoratori che con la loro professionalità hanno costruito negli anni programmi di grande successo come Casa Alice, Accademia Montersino, Romanzo Popolare, Atlante, Case&Segreti, e così via, andranno a casa, per lasciare spazio a un nuovo modo di fare televisione: un modello basato sulla precarietà e sulla mancanza di continuità. Una grande sconfitta per la televisione italiana indipendente, a cui i lavoratori e la CGIL intendono opporsi, anche attraverso questa giornata di mobilitazione, a cui saranno presenti rappresentanti delle istituzioni.

di Giulia Marrone


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