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Peccato, ci credevo. Qualsiasi sconfitta lascia l'amaro in bocca, perfino quella che ti premia con l'argento olimpico ha un sapore cattivo.
Eppure e' un risultato straordinario, la conferma del titolo mondiale, la prova che questa squadra e' ai vertici.
Questa squadra, non il nostro movimento, al contrario della Croazia, punta di un iceberg dentro cui i 150 fondamentali di tecnica individuale e i 150 di tattica individuale codificati da Bato Orlic sono il linguaggio unico di una regione, quella balcanica, che in questo modo resta al vertice negli anni.
La diretta conseguenza e' una Croazia che gioca per certi versi come nel 2007 ai mondiali di Melbourne: massima espressione qualitativa dell' 1contro1 in difesa, micidiale sfruttamento delle pecche altrui ( avete visto con quanta attenzione hanno portato Premus in marcatura su Hinic e Dobud, per colpire il reparto dei centri azzurri, gia' reso precario dalle cattive condizioni di Aicardi?), grande qualita' nelle fasi di superiorita' ed inferiorita'.
Dimentico certamente qualcosa ma non e' mia intenzione fare una analisi tecnica.
Quello che voglio dire e' che la nostra squadra non e' costantemente alimentata come il modello balcanico permette ai nostri (3) avversari: a Rio Tempesti avra' 37 anni, Felugo 35. Sapranno essere nuovamente decisivi? Se avessimo un modello nazionale di produzione, potremmo vincere a Rio grazie all'esperienza di questi giocatori, non all'importanza e al peso che hanno attualmente e che andra' diminuendo nei prossimi anni.
E' bene quindi che chi da oggi sale sul carro dei vincitori capisca di avere una responsabilita' enorme per il destino della pallanuoto. Ammesso che gli interessi.
Ma se gli interessa occorrera':
1. Blindare per il quadriennio il migliore tecnico-stratega al mondo, Alessandro Campagna
2. Avviare un progetto nazionale per la creazione e lo sviluppo di scuole pallanuoto laddove non esistono, il potenziamento e l'unificazione di linguaggio tecnico laddove gia' producono giocatori di livello
3. Sfruttare a livello mediatico l'oro mondiale e l'argento olimpico
4. Rendere ogni singola societa' che pratica pallanuoto come parte integrante di un progetto, e quindi responsabilizzarla al fine di un obiettivo comune.
Creare, insomma, un modello tutto nostro, aggiungendo l'ingrediente mediatico, primi tra tutti.
Se non ora, quando?
Edoardo Osti
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