8 1/2 – Federico Fellini

Creato il 06 giugno 2013 da Maxscorda @MaxScorda

6 giugno 2013 Lascia un commento

I cinquant’anni compiuti da "8 1/2", offrono l’occasione per tracciarne un profilo come sempre molto personale.
Del resto l’approccio soggettivo e’ stimolato da un film che nasce da un disagio interiore e fu fine e mezzo di un regista, un artista, in cerca di uno sfogo creativo, bisogno di ritrovare l’estro perduto e confuso nell’iconografia del proprio ruolo, dalla celebrita’ da rafforzare, dal successo da confermare, promesse da mantenere e in tutto questo girotondo, la causa e pretesto dell’eta’, quei quarant’anni che ci sono anche se non si fanno sentire, un mondo quello del cinema che inizia a divorare se stesso, un sodale, Flaiano, che proprio in quegli anni comincia a distaccarsi da quella vita o dalla vita in genere. Forse era l’aria che impercettibilmente stava cambiando, presagio di mutamenti di un mondo che lentamente scivola dalle proprie mani per cadere in altre piu’ giovani, come e’ sempre stato del resto.
"8 e 1/2" e’ tutto questo e ovviamente e’ il cortocircuito di un regista senza piu’ idee che narra di un regista senza piu’ idee, riflessi in tempo reale di un grido d’aiuto e nel contempo proiezione psicoanalitica che vuole essere espressione di disagio e cura, soluzione insita nel problema, la confessione che assolve il peccatore mentre altri peccatori stanno affacciati ad ascoltare. Il passato come pretesto e nel contempo possibile consolazione, arma affilata per farsi largo in un intricato futuro che riserva sempre meno certezze, anch’esso origine di disagio e nel contempo sublimi piaceri, un passato che ad ogni modo rende ognuno di noi cio’ che siamo e coi quali comunque, fare conto.  Poi le donne, origine del mondo in un’accezione che va oltre la carne e diviene psiche, abbraccio che non emula Canova ma tende a Goya, nella promisquita’ freudiana che in fondo resta uno dei pochi punti fermi dell’individuo maschio.
Per me il film resta ancora un mistero, lo avvolge una sorta di nebbia opacizzante, le tinte appaiono meno brillanti di quanto mi viene raccontato. Leggo di importanti registi che hanno una venerazione per questo film, due Oscar non sono uno scherzo, premi e celebrazioni si sprecano. Io stesso so qui a tesserne le lodi eppure mi sfugge qualcosa, non riesco a leggere tra quelle immagini il salto di qualita’ che qualcuno afferma abbia fato compiere all’arte cinematografica.
Visivamente e’ impressionate ancora oggi, in certi momenti commovente ed insuperato ma non trovo un inizio, nulla di cosi’ devastante da scuotere i pilastri della Terra.
Per quanto mi sforzi credo mi manchi la giusta collocazione temporale, non riesco a misurare appieno l’ampiezza delle innovazioni introdotte. Oggi il metalinguaggio cinematografico, il transfert psicoanalitico, il confondersi col proprio pubblico sono armi oramai abusate e ragionando da uomo del mio tempo quella che fu una nuova grammatica, oggi mi appare logora e vetusta, tutt’altro che rivoluzionaria ed esserne consapevole, non mi aiuta a comprendere meglio.
Da italiano un film del quale essere fiero e nostalgico, un sincero piacere per la mente ma mi fermo qui, non riesco a concedere altro.
"Adesso ho la testa piena di confusione… chissà perché le cose sono andate così.
A che punto avrò sbagliato strada? Non ho veramente niente da dire, ma lo voglio dire lo stesso
."

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