8 Consigli per creare TeamWork

Creato il 29 maggio 2012 da Ekis Corporate @Ekis_srl

Ho tenuto il mio primo corso di team building a novembre 1998, a San Diego, insieme al mio mentore Terry H. Anderson e al mio buddy Robert Pavelka. Da allora ho letteralmente perso il conto riguardo al numero di corsi e al numero di persone con le quali ho lavorato in programmi di apprendimento esperienziale e outdoor training con finalità di teambuilding e teamwork.

In questi 14 anni ho razionalizzato gli elementi principali per generare spirito e lavoro di squadra e proverò a strutturarli in questo post…

Ne ho già parlato in 2 post qui sul blog. Ricetta per il Teamwork e 7 Cose da Fare per Avere un Team Vincente . In questo cercherò di aggiungere qualcosa di utile all’argomento.

Il teamwork è presente in un gruppo quando gli individui che lo compongono riescono ad ottenere risultati superiori alla somma dei contributi individuali, generando sinergie che permettono performance superiori.

Le energie del singolo possono essere canalizzate verso sinergie e risultati d’eccellenza solo quando nel team gli obiettivi sono chiari, compresi da tutti, e c’è un generale allineamento nei loro confronti (se vuoi approfondire la differenza tra Condivisione e Allineamento leggi questo post di Pasquale Acampora).

Tutto questo è possibile quando comunicazione di qualità, fiducia reciproca e buona organizzazione sono parte della quotidianità.

Ecco altri consigli per perseguire tutto questo:

#1 Chiarisci sempre ruoli e responsabilità

in modo che tutti sappiano chiaramente cosa fare ma, ancora più importante, che siano cristalline le aspettative reciproche.

#2 Coinvolgi il team nel processo decisionale, ogni volta che è possibile

in modo che le persone si sentano parte della decisione finale e si possano assumere con maggior responsabilità la loro parte di processo.

#3 Organizza periodici momenti di monitoraggio

per far sì che tutti siano costantemente allineati e consci della posizione rispetto all’obiettivo; fotografa la situazione ed esci dalla riunione con un chiaro piano d’azione per il futuro.

#4 Premia i risultati

e non solo gli sforzi per creare una cultura della performance d’eccellenza ed un continuo orientamento all’obiettivo. Congratulati pubblicamente e cogli ogni opportunità per gratificare buoni comportamenti di team.

#5 Mantieni sempre aperta la comunicazione

per far sì che tutti siano costantemente informati su quanto sta succedendo e possano meglio capire come adattare il proprio comportamento e le proprie azioni alle situazioni contingenti.

#6 Lavora quotidianamente sulla costruzione della fiducia

attraverso incontri periodici one-to-one con i tuoi uomini e assecondando un costante orientamento al feedback costruttivo e tempestivo anche tra i singoli membri del gruppo.

#7 “Uccidi il mostro fin che è piccolo”

in modo da gestire ogni situazione di attrito o tensione sul nascere; il tempo infatti, all’interno di un team non guarisce, anzi piuttosto acuisce le divergenze.

#8 Organizza delle attività di team building

fuori dall’ufficio, permettendo alle persone di mettere in condivisione “la persona” oltre che “il professionista” e sviluppare una fiducia reciproca più profonda e radicata.

Credo di essere realmente un privilegiato nel poter fare il peak performance coach di gruppi aziendali con l’obiettivo di svilupparne il teamwork. Vedere persone che, trasformando unicamente la qualità del loro atteggiamento e dei loro comportamenti, riescono a stravolgere il livello delle proprie performance è la maggior gratificazione professionale del mio lavoro.

Se sei il leader di un team di lavoro o un suo membro, ricorda che la qualità dei risultati è sempre proporzionale alla quantità di teamwork che sei in grado di esercitare e generare. Il team work è prima di tutto uno stato mentale e la tua risorsa più importante per permettere a persone “ordinarie” di ottenere risultati “straordinari”.

Hai qualche altro consiglio da dare ai lettori di questo blog per sviluppare il teamwork nel loro gruppo? Se ti va LASCIA UN COMMENTO qui sotto.

Di Andrea Grassi


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