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La trama (con parole mie): Jimmy "B-Rabbit", ragazzo cresciuto nei bassifondi di Detroit in una famiglia problematica, vorrebbe trovare spazio nel mondo dell'hip hop underground e riuscire ad incidere una prima demo nella speranza di lanciarsi verso il successo.
A spingerlo c'è un gruppo di amici di lunga data, capitanato da Future, che dirige le sfide in rima in uno dei locali più famosi dell'ambiente, e vorrebbe che Rabbit mostrasse davanti ad un pubblico tendenzialmente ostile tutto il suo talento.A complicare la vita del ragazzo, però, ci sono la madre ed il suo compagno, il lavoro in fabbrica, la storia complessa con la scostante Alex e le promesse di successo garantito di Wink, cresciuto anch'egli nel quartiere di Jimmy ma legatosi ai rapper rivali del nostro guidati da Papa Doc.
Non mi è mai dispiaciuto Eminem, e non mi è mai dispiaciuto Curtis Hanson, autore dell'ottimo L. A. Confidential. Dunque, non potevo che aspettarmi almeno un film discreto dall'incontro dei loro talenti.
Ora, questo vi parrà un incipit di quelli che sono preludio a tempeste di bottigliate selvagge, e invece vi stupirò: ho mantenuto questo tono finto serio giusto per far credere al Cannibale di aver bastonato il film - che, è chiaro, a lui sarà piaciuto soltanto per la presenza di Brittany Murphy -, quando in realtà ammetto di essermelo goduto con discreto piacere.
Certo, non saremo di fronte ad una pietra miliare del disagio sociale su pellicola, eppure storia, protagonisti, sceneggiatura e parte tecnica si combinano andando a costruire un buon ritratto della Detroit dei ghetti - la stessa, e di nuovo per stuzzicare un pò il mio blogger rivale, cantata anche da Kid Rock, peraltro amico di Eminem - e della crisi, come ben raccontato qualche anno fa - anche se si trattava, nello specifico, di Flint, poco distante dalla città di riferimento del Michigan - da Michael Moore nel suo Roger and me.
Indubbiamente la parte del leone spetta all'irrequieto Slim Shady, che se dal punto di vista attoriale non regala certo un'interpretazione da ricordare, dall'altro firma una colonna sonora davvero d'impatto, che ha come cavallo di battaglia la splendida Lose yourself, che portò al giovane cantante addirittura un Oscar.
Una menzione va certamente assegnata anche a Kim Basinger, azzeccatissima nel ruolo della madre disequilibrata e decisamente in forma per la sua età - mi ha ricordato molto la Marisa Tomei di The wrestlercon qualche anno in più, per intenderci -, così come allo stesso Hanson, capace di trasformare un potenziale polpettone per ragazzini/e in un discreto film di formazione assolutamente privo di facili soluzioni e retorica spicciola.
Le scelte legate al lavoro di Rabbit e al suo rapporto con Wink ed Alex - ottima la direzione presa dalla storia nata tra i due - fanno onore a regista e sceneggiatore, rendono molto più credibili i personaggi - Alex in particolare - e danno uno spessore decisamente più realistico ad una pellicola che, in altre mani, avrebbe corso il rischio terribile di divenire una sorta di catena di videoclip tenuti insieme con un pò di melensaggine.
Un'occasione non sprecata, dunque, per un solido film d'ispirazione urbana sentito ed in egual misura drammatico e divertente - le battaglie a suon di rap, da vedere rigorosamente in lingua originale, e Cheddar Bob che si spara da solo "per fare brutto" sono da non perdere -, in grado di parlare ad ogni tipo di pubblico.
L'importante, però, è non pensare di trovarsi di fronte ad un Capolavoro.
Sarebbe come paragonare il nostro Eminem a Notorious.
MrFord
"He won't have it , he knows his whole back's to these ropes
it don't matter, he's dope
he knows that, but he's broke
he's so stagnant that he knows
when he goes back to his mobile home, that's when it's
back to the lab again yo
this whole rhapsody
he better go capture this moment and hope it don't pass him."Eminem - "Lose yourself" -
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