Il senso di questo articolo vuole essere ironico e scherzoso, voglio affrontare alcuni aneddoti e luoghi comuni che si trovano spesso nell’immaginario di tutti noi quando si pensa ad una vacanza. Chi non ha mai immaginato di sorseggiare un cocktail su un’amaca in qualche spiaggia tropicale o di fare amicizia con gli abitanti del posto e passare così una vacanza ancora più vicina alle vere usanze del posto? Nei sogni di tutti noi, i viaggi sono perfetti, momenti attesi da mesi, se non da una vita.
Questo è un articolo politicamente scorretto, dedicato a chi considera esaltato qualsiasi turista che si entusiasma per qualsiasi cosa, basta che sia esotica e lontana dal nostro modo di pensare, nuova e affascinante: la stessa cosa che se vedesse sotto casa propria lo farebbe fuggire urlando.
Ci sono persone che sfidano la sorte e la salute pur di mangiare una pietanza strana e tipica o pur di andare in paesi dai nomi strani, solo per non appartenere al gruppo di chi va nei “soliti posti” (che se si sono guadagnati la nomea dei più belli al mondo, un motivo ci sarà) e altri che non si sognano neanche lontanamente di dormire sotto le stelle in un campo tendato in piena savana africana. Siamo tutti diversi per fortuna! Ciò che attrae una persona, non colpisce un’altra o addirittura la fa allontanare.
Ma qui non voglio disquisire su chi per mal d’Africa intende la nostalgia per i tramonti, i colori, i visi e gli animali del continente nero o chi intende i dolori di pancia che si provano al rientro, se ti va male. Voglio prendere in giro alcuni punti, che sono nella fantasia di molti, e che lo sono stati anche nella mia.
Ultima considerazione: il paese più bello al mondo per me è l’Italia. Ho avuto la fortuna di girarla quasi tutta e più volte con i miei genitori, per questo ormai mi dedico soprattutto all’estero. Non sono d’accordo con chi critica gli “esterofili”: è vero, a volte si va alle Maldive, in Cina o in Namibia, e non si è mai stati a Firenze, Roma, Venezia… è anche vero che i posti vicini si possono fare più facilmente, anche un giorno da anziani o se si hanno figli o pochi giorni a disposizione… ma sono contenta di conoscere bene il mio paese…
1) L’amaca. Chi non ha mai immaginato di lasciarsi dondolare su un’amaca, senza nulla a cui pensare, sorseggiando un cocktail tropicale, il dolce rumore delle onde, il sole sulla pelle, lontano anni luce dal grigiore invernale e dalla vita di tutti i giorni? Magari in perfetta posizione da diva, con i capelli al vento in stile Pocahontas della Disney? Che delusione la prima volta in Messico per me! Non mi sono rovesciata per un pelo e dopo mezzora di tentativi per trovare una comoda posizione (e due foto ricordo in stile Pocahontas!) ho presto riguadagnato il mio comodo lettino ( rigorosamente sotto l’ombrellone). Amaca 25-Giorgia 0. Ho poi insistito anche nei viaggi successivi a salire su un’amaca, cercandone una comoda ( e per fare altre foto ricordo), ma diciamo che… continuo ancora a viaggiare per trovarla.
Messico 2002: mi sto tenendo anche con i piedi…
Versione più selvaggia dell’amaca: appoggiarsi delicatamente su una palma… nonostante la mia espressione, non è comoda (Repubblica Dominicana 2005)
Versione amaca dondolante a uovo nel bungalow all’Isola di Pasqua (2010): questa non solo non è comoda, ma ne ignoro ancora lo scopo)
2) I Beach Boys. Non sto parlando del gruppo musicale statunitense degli anni ’60, ma dei ragazzi che si trovano sulle spiagge di diverse località vacanziere, dal Kenya a Zanzibar, fino a in misura (per ora) ridotta Giamaica, Mauritius, insomma dove ci sia un tratto di mare. Argomento controverso: li si ama o li si odia. Non si resta indifferenti per il semplice fatto che te li troverai volente o nolente alle calcagna (nel vero senso della parola) spesso in veri e propri inseguimenti in mare. Quando sono andata in Kenya mi ero preparata psicologicamente, leggendo sui vari forum o parlando con chi era già stato, ma non sei mai preparato alla fine. Loro faranno parte della tua vacanza, facendo amicizia si potrà imparare tanto del posto, alcuni vi porteranno nel loro villaggio o uscirete insieme la sera per andare in un locale tipico, non c’è nessuno come la gente di un posto che conosce il suo paese. Ma dall’altra parte appena si mette piede in spiaggia, i primi giorni, si viene letteralmente assaliti e se uno desidera le spiagge deserte di certi luoghi dei Caraibi o della Polinesia, non è il posto adatto. Vorranno vendervi qualsiasi cosa, dal pareo alla statuetta, dall’escursione alle treccine da fare nei capelli. Inutile snobbarli o rispondere male. C’è chi ama questi luoghi proprio grazie a loro, ma ho conosciuto anche persone in hotel che non li sopportavano ed erano giunti ad evitare di mettere piede in spiaggia. Per cui cercate di capire che tipi siete e che vacanza volete prima di andarci, e poi il mio consiglio dopo la mia prima esperienza, è l’attacco. Andare in spiaggia facendo subito amicizia, comprando qualcosa, organizzando qualche escursione con loro (anche se in hotel ovviamente cercano di sconsigliarveli) e poi pian piano verrete lasciati in pace. Forse una passeggiata di coppia mano nella mano prima del rientro a casa riuscirete a farla. Per due metri.
Con alcuni Beach Boys in Kenya (2012): ci hanno fatto conoscere diverse cose del loro paese.
3) Fare paragoni con altri viaggi. Ogni paese è a sè, se ricerchiamo nel viaggio successivo le stesse sensazioni allora ci conviene andare tutti gli anni nello stesso luogo, con la certezza di cosa ci aspetta. Può infatti capitare che cambiando sempre meta, un anno si resti delusi dall’hotel, dalla spiaggia, dalla gente, dal cibo… parlo soprattutto per chi va al mare… però secondo me è bello cambiare! Ci sarà sempre una graduatoria dentro di noi, in base ai nostri gusti ma ancora più spesso in base a una serie di fattori a volte casuali: compagnia, stato d’animo, scelta dell’hotel, mente più o meno libera e spensierata… magari la stessa meta ci sarebbe apparsa diversa, andando un anno prima o dopo…
4) Il clima. Il clima a volte può essere una delusione. Si passano mesi, come neanche durante i preparativi di un matrimonio, per cercare la combinazione perfetta, il mese ideale, pazienza se costa il triplo rispetto ad andare dieci giorni dopo…e poi magari piove! Pazienza se ci si trova in una città o durante un tour (almeno io non ne faccio una tragedia) ma se uno aspetta tutto l’anno per una o due settimane di mare… il mare con la pioggia, i nuvoloni o peggio ancora, gli alberi sradicati da un uragano fuori stagione, è forse una delle cose più tristi da immaginare. Eppure il clima negli anni sta subendo grandi cambiamenti, anche se è sempre meglio scegliere la stagione secca, nei pasi tropicali il tempo può mutare velocemente e piovere anche nel mese più soleggiato. Non basiamo la nostra felicità o soddisfazione o peggio, la valutazione di un luogo, dal tempo che farà. Noi siamo quasi sempre stati fortunati, a Capo Verde per esempio non piove quasi mai e un grosso problema è proprio la siccità: noi siamo arrivati dopo una settimana di diluvio inaspettato! Ci è andata bene: avessimo scelto la settimana precedente saremmo rimasti chiusi in hotel. Quando siamo partiti per la Polonia, nella nostra città pioveva e faceva freddo e così in quasi tutta Europa: noi abbiamo invece avuto delle bellissime giornate di sole a Cracovia!
5) Fauna e flora. Che bello riuscire ad andare in un posto selvaggio, ancora incontaminato, con animali unici, fiori profumatissimi, specie mai viste, il pesciolino, l’uccellino, il paguro in spiaggia, il geco, la zanzara, il ragnetto… ok, voglio tornare a casa! Ho alcuni amici che sono esattamente così: inutile andare nei luoghi più remoti sulla Terra, anche se nel 5 stelle più costoso, essendo in mezzo alla natura può capitare di trovare qualche insetto innocuo (si spera!) in camera, non denota mancanza di pulizia.
Un geco in camera a Santo Domingo (2005): a me piacciono!
6) L’all inclusive. Pro e contro di una delle questioni spesso più fondamentali per la scelta di un viaggio, sia quando parlo con amici che quando lavoravo in agenzia di viaggi. Se si va in una capitale europea o ci si appresta a fare un tour intero di un paese (che sia Giappone o Perù) ci possono essere dei pasti inclusi oppure no. Io preferisco essere libera di scegliere dove andare a mangiare, perchè per me l’argomento ristoranti è importantissimo in un viaggio, per conoscere meglio un luogo. Voglio provare i piatti tipici e mi informo su internet da casa per molti ristoranti o pasticcerie dove voglio fermarmi, alcuni per la fama oltre che la fame, altri per le specialità e i punti di forza. Ma se si prenota una settimana di mare, spesso in molti luoghi come il Mar Rosso o i Caraibi e soprattutto nei villaggi italiani, ci sono formule che consentono di risparmiare e danno il tutto incluso. Anche in questo caso preferisco non avere l’all inclusive, che se è comodo stando chiusi nel resort, molto spesso non ne usufruisco perchè quasi tutti i giorni sono fuori a pranzo per le escursioni e la sera voglio andare fuori a provare qualche localino tipico (anche in Kenya!). Ma in alcune occasioni sono stata felice di averlo, in luoghi dove sei isolato e passi il tempo romanticamente tra pappa-nanna-nuotata (per esempio a Cuba a Cayo Largo o a Capo Verde a Boa Vista). Attenzione però al lato negativo dell’all inclusive: all’errore di non uscire a provare qualche locale per non spendere altri extra (ho capito che avete già pranzi e cene pagati, però siete in un posto dove magari non tornerete più…almeno un paio di volte merita sforare!) ma soprattutto al mangiare 24 ore su 24 passando da uno all’altro dei ristoranti: ho visto gente riempire il piatto come se non avesse un domani e fiondarsi a 40 gradi sotto il sole o addirittura in acqua. Uno sforzo enorme per il fisico e un rischio molto grosso.
7) I tramonti. Che dire di questo punto? Ho sentito dire (e alcuni li ho visti dal vivo) che il tramonto più bello del mondo è a Santorini… che il tramonto più bello del mondo è in Australia con il monte Uluro sullo sfondo…che il più bello è all’isola di Bali al tempio di Tanah Lot… no, vuoi mettere il tramonto visto dall’Empire State Building di New York? O un tramonto in Toscana? O a Parigi? Al Gran Canyon? Il sole che tramonta a Mauritius o alle Seychelles non ha pari… come non ha rivali il tramonto nella savana africana… o quello del deserto… Insomma, ogni luogo ha il tramonto più bello del mondo, ma non solo quello: in tutti i posti che ho visitato c’era qualcosa che avrei visto solo lì… e in altri 127 posti, i fiori, il cielo stellato, le risaie a terrazza, i templi, la natura… almeno alle Galapagos era vero: solo lì crescono alcune specie di piante ed animali. Ma per il resto, a parte i gusti personali, non troverete mai una guida che vi dirà: ma cosa siete venuti a fare fin qui, che non c’è niente da vedere? Ma è tanto bella la vostra Italia!
Tanah Lot a Bali con la marea che sale… (2004)
Tramonto nel deserto degli Emirati Arabi Uniti (2009)
8) L’isola deserta. Uno dei sogni più gettonati tra la gente ed uno dei commenti che sento più spesso a qualsiasi età è: mollerei tutto per andare a vivere in un’isola deserta, tipo in un bungalow su una spiaggia tropicale, che sia a Bora Bora, o a Santo Domingo o alle Maldive. Io ho sognato spesso di andarci e ora spero di tornarci, ma sinceramente non sono convinta che tutti quelli che lo dicono sarebbero contenti di farlo. Magari due settimane, un mese, un anno… ma poi?Per quanto ami il mare, dopo un po’ mi mancherebbero le cose che amo della mia vita: andare al ristorante, passeggiare per negozi con le amiche, andare ad una mostra… A me mancherebbe la mia vita, mi piace l’Europa, l’Italia, il mio modo di vivere, mi piace viaggiare soprattutto perchè mi permette di tornare a casa mia, vedere nuove realtà, conoscere, divertirmi, ma poi il posto più bello del mondo per me è dove sono i miei cari.
Isole Cook, 2010: ok, scherzavo, mi fermo qui!
I viaggi e le vacanze sono belle soprattutto perchè rappresentano un’evasione, una novità, anche per me che sostengo di vivere per viaggiare…