Non ci siamo ancora lasciati alle spalle i pesanti strascichi della crisi economica. Tuttavia, da qualche tempo, è iniziata ad emergere una vivace voglia di reagire e di superare le difficoltà. Il mondo dell’imprenditoria alessandrina non si è dato per vinto ed è stato anche aiutato da iniziative e contributi messi a disposizione dalla Regione. Il frutto principale di questa campagna di sostegno è la nascita di numerosi “sportelli per la creazione d’impresa”: si tratta di appositi uffici che offrono gratuitamente un servizio di orientamento, consulenza e assistenza all’imprenditoria. Grazie a questi sportelli, chi ha in mente un progetto ma non sa come concretizzarlo, può trovare le informazioni di cui ha bisogno, ottenere delle risposte ai vari interrogativi e consolidare così la sua idea di partenza. Gli aspiranti impresari vengono fin da subito assistiti da un tutor, che ne valuta le attitudini, le competenze, le capacità, le motivazioni e le esperienze pregresse, in modo da ottenere una prima analisi sulla fattibilità del progetto. Il passo successivo è la stesura del “business plan”. A completamento del percorso, vengono messi a disposizione dell’utente diversi corsi di formazione per analizzare alcune tematiche centrali del mondo imprenditoriale (gestione aziendale, adempimenti amministrativi e fi scali). Una volta terminata questa fase preliminare, la Provincia, attraverso un’apposita Commissione, valuta il “business plan” e, se il progetto soddisfa i vari requisiti di fattibilità, avviene la convalida ufficiale. L’Ente aiuta il neo imprenditore per i primi tre anni, i più duri, con consulenze e servizi mirati. Quanti sono gli alessandrini che hanno deciso di aprire un’attività imprenditoriale con questo aiuto? Dall’aprile 2009 ad oggi, in tutta la nostra Provincia, sono stati compilati 105 “business plan” e 80 nuove imprese hanno fatto la loro comparsa nei settori più svariati. Alessandro Fontana, operatore dello sportello centrale,si è detto soddisfatto: “Attualmente siamo a conoscenza di una sola impresa che ha cessato l’attività”. Nella maggior parte dei casi, chi ha inaugurato una nuova impresa, si è presentato allo sportello già con le idee chiare: “Cerchiamo di dare una mano soprattutto a coloro che sanno quello che vogliono. Ci sono molti che si presentano qui con le idee confuse e alla fi ne di loro non si sa poi più nulla”. Ma l’imprenditore mandrogno non è molto originale. La gente, insomma, preferisce muoversi sul sicuro, puntando sui settori più tradizionali e comuni, senza sbilanciarsi troppo verso progetti azzardati. Esempi? Bar e i ristoranti, negozi (abbigliamento, enoteche, informatica, edicole, sport, bigiotteria). Non mancano poi le attività artigiane (fabbri, orefi cerie, sarti, elettricisti, parrucchieri, estetisti) che si affiancano ad imprese edili, tabaccherie, agenzie di viaggio, asili nido e designer orafi . Tra gli imprenditori più “coraggiosi” ci sono alcuni che hanno aperto negozi per la rigenerazione di batterie, altri che si occupano di ristrutturare le barche, altri ancora che si sono lanciati nell’avvio di una scuola di lingue. Senza dimenticare i consulenti per le energie rinnovabili, gli organizzatori di eventi e di matrimoni e coloro che hanno dato vita a servizi postali privati. Insomma, agli alessandrini l’inventiva non manca di certo. Sono davvero tante le idee premiate e, per molti progetti, i bilanci sono ampiamente in positivo. “Delle 80 nuove imprese, circa 40 si trovano in Alessandria. Alcune hanno aperto in pieno centro storico, nonostante gli affi tti siano altissimi” ha commentato Fontana. È sorprendente notare che tra coloro che si sono rivolti agli sportelli, i disoccupati siano in maggioranza (50%), seguiti dai lavoratori dipendenti (30%), da quelli in mobilità, a progetto e dai liberi professionisti. L’età media si aggira sui 40 anni, mentre il livello di istruzione più comune è il diploma della scuola superiore, anche se non si possono trascurare i laureati (20%) e coloro con una licenza elementare o media (18%). Con grande stupore, sono le donne ad essere le più attive: grazie al loro 63%, dimostrano una dinamicità e un’adattabilità maggiore dei loro colleghi uomini. Per il futuro, Fontana è fi ducioso: “Speriamo che questo servizio continui, perché offre un’assistenza completa e soprattutto gratuita. Insomma, è un vero aiuto”. Incoraggiare la nascita e lo sviluppo di idee imprenditoriali, in un momento di relativa crisi come quello che stiamo vivendo, rappresenta un ottimo punto di partenza per invertire il trend negativo e guardare verso nuovi orizzonti. Continuando a viaggiare in questa direzione, l’uscita dal tunnel della crisi si fa sempre più vicina, anche se non deve mai mancare l’attenzione verso improvvisi ostacoli o deviazioni repentine.
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