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“Mondazzoli” e la tentazione del self-publishing

Da Ayameazuma

Dalla mia pagina Fecebook ho dato il benvenuto ad Andrea De Carlo nel meraviglioso mondo del self-publishing. Lui era stato uno dei firmatari, insieme ad altri 48 autori, tra cui Umberto Eco, dell'appello contro la fusione Mondadori - Rizzoli Libri.
Appello caduto nel vuoto, poiché l'accordo è avvenuto e prevede l'acquisizione da parte del gruppo della famiglia Berlusconi di Rizzoli, Bur, Bompiani e Marsilio, per più di 127 milioni di euro.

Alla fine dei giochi la Mondadori potrebbe arrivare a coprire ben il 38% di tutto il mercato editoriale italiano. Con quali conseguenze, oltre al probabile abuso di posizione predominante, su cui dovrà pronunciarsi l'Antitrust?
L'operazione "Mondazzoli" non ha precedenti se non nella fusione tra il colosso statunitense Random House e la casa editrice britannica Penguin, i cui esiti non sono stati dei migliori. Nata dalla necessità di imporre i propri prezzi a rivenditori come Amazon, Google e Apple, la Penguin-Random House è finita poi in perdita, soprattutto sulle vendite di ebook.

C'è lo stesso intento dietro Mondazzoli? E arriverà dunque allo stesso risultato?

Sembrerebbe di sì, stando alle parole di Marina Berlusconi: "Le dinamiche del settore spingono in tutto il mondo gli editori ad unire le forze. Un processo che in Italia, dove gli operatori hanno dimensioni molto più piccole rispetto a quelli degli altri principali Paesi, risulta ancora più necessario. L'acquisizione della Rcs Libri va in questa direzione."

Sebbene non sia questa la sede, non possiamo certo chiudere gli occhi di fronte alle anomalie politiche ed economiche che caratterizzano da decenni questo paese, ai conflitti d'interesse, che finiscono sempre per infierire sull'offerta culturale. Infatti, come si osserva su Internazionale, che differenza può esserci tra il possedere il 27% o il 38% del mercato?

"Il mercato è già un oligopolio e all'interno di questo c'è già un gruppo fortemente dominante, Mondadori, che è quasi due volte e mezzo Rcs Libri per quota di mercato. Rcs Libri con il suo 11,7 per cento sta infatti nella categoria degli altri tre "piccoli grandi": Gems, Feltrinelli e Giunti. Si ritiene, quindi, che tra un gruppo al 27 per cento e quattro gruppi intorno al 10 per cento e un gruppo al 38-39 per cento e tre gruppi intorno al 10 per cento non ci sia un salto qualitativo".

“Mondazzoli” e la tentazione del self-publishing

Forse le due cose non sono collegate, ma fatto sta che meno della metà degli italiani dichiara di leggere almeno un libro all'anno e il mercato è in constante perdita. I dati della Aie riportano un calo del 10% dei lettori tra il 2010 e il 2014. Solo che, come abbiamo visto dagli ultimi dati Nielsen, molti di quelli che sono rimasti lettori forti si stanno anche trasformando in lettori digitali, quindi, non si può escludere che comincino lentamente a rivolgere il loro interesse verso pubblicazioni che non vengono considerate dalle rilevazioni ufficiali.

"Si tratta di uno spazio che inizia ad uscire dalla zona grigia", scrive Mario Mancini di GoWare.

"Gli spazi di mercato non raggiunti dalla politica delle grandi case editrici iniziano ad essere coperti da nuovi soggetti che hanno assunto il nuovo scenario come arena nella quale dispiegare la propria azione. Si tratta di start-up di servizi, editori indipendenti che vengono dal mercato del libro o nativi digitali, autori che hanno deciso di autopubblicarsi, grandi gruppi di Internet e dei nuovi media che iniziano a intravedere spazi interessanti nei quali posizionarsi.

AuthorEarnings, che studia i dati di Amazon, ha stimato che il 38% degli ebook scaricati su Amazon sono di quel tipo. Questa massa di titoli pubblicati fuori dai canali tradizionali, genera un giro d'affari di quasi mezzo miliardo di dollari".

Dovremmo cominciare ad abituarci sempre di più a dichiarazioni di interesse per il self-publishing da parte scrittori che fino ad oggi lo hanno snobbato? Allora sì che sarebbe interessante stare a guardare come si evolverà il mercato editoriale e (risultato marginale ma non del tutto trascurabile) quelle competizioni che si chiamano premi letterari, di cui si preoccupano tanto i firmatari dell'appello.


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