La quarta edizione di 8×8 è stata vinta da Francesca Morelli, venticinquenne di Castellammare di Stabbia, laureata in giurisprudenza che vuole diventare magistrato. Si è definita «una lentichietta timida, idealista e volubile», sul comodino ha Erri De Luca e Agota Kristof, li tiene «fissi lì per conforto».
Ha vinto con il racconto Il vestito buono (qui la nostra recensione), selezionato il 20 marzo scorso a Roma dai giurati Giulio Milani e Dario Rossi di Transeuropa, Gilda Policastro, Matteo Nucci e Leonardo Luccone perché è «un racconto letterario, dove chi scrive sa dove ci vuole portare, un racconto sapientemente condotto».
Alessandra Penna (qui l’intervista), l’editor di Newton Compton che ha accompagnato la Morelli alla finale di Torino, ne ha sottolineato i pregi: «La compattezza della storia e la capacità di rivolgersi in modo molto diretto al lettore. Un monologo che riesce, in poche battute, a far capire al lettore la situazione in cui si trova, il personaggio principale (che è il narratore) e l’atmosfera che gli ruota attorno».
Pregi confermati dalla prestigiosa giuria di Torino, con il responsabile delle pagine letterarie del supplemento Domenica del Sole 24 Ore Stefano Salis, gli scrittori Paolo Giordano e Fabio Geda, l’editore Roberto Keller, e Leonardo Luccone di Oblique Studio, instancabile e appassionato organizzatore del concorso 8×8.
Sebbene il racconto abbia «un eccesso di retorica» e «un finale insopportabilmente giudicante», proprio l’immagine finale è risultata «la più luminosa» per Paolo Giordano, offre «una spazzolata di speranza su Napoli» per Fabio Geda.
Un racconto classico, canonico, che ha subìto un editing minimale, come si può leggere sul sito di Oblique.
Subito dopo la proclamazione abbiamo rivolto qualche domanda all’autrice.
Ti aspettavi questa vittoria?
No, sicuramente non me l’aspettavo. Erano tutti racconti bellissimi, li avevo letti prima e mi era venuta molta ansia.
Come è stato il lavoro di editing?
In realtà non ci sono stati molto interventi, essendoci molte frasi in napoletano era difficile intervenire. L’editor ha confermato l’impostazione però ha eliminato molte banalità e ripetizioni.
Come mai questa scelta di usare il dialetto?
Io non ho mai scritto in dialetto né su argomenti processuali. È stata la prima volta e questa storia mi è uscita in napoletano. Tra l’altro era scritta malissimo (oltre ad averla letta malissimo) e l’ho fatta correggere nella seconda stesura da chi conosceva il napoletano.
Prima di questo racconto avevi già scritto o pubblicato qualcosa?
Sì, ho partecipato ad altri concorsi e ad altre edizioni di 8×8, ma mi avevano sempre scartata. Poi ho pubblicato qualcosa con Arduino Sacco editore, il racconto Oltre la stanza di Chiara che era stato premiato nel 2005.
Adesso che cosa ti aspetti?
Ma proprio non lo so, sono contenta di aver vinto ovviamente, e già lo ero stata arrivando alla finale di Roma. Che cosa accadrà dopo proprio non riesco a immaginarlo. Se succederà qualcosa mi farà molto piacere.
Domani che cosa farai?
Torno a studiare, la vita continua.
Congratulazioni Francesca e in bocca a lupo da tutti i Serpenti!