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8×8: interviste agli autori della quinta serata

Creato il 29 aprile 2012 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

Stasera alla Scighera di Milano ci sarà l’ultima serata di selezioni per 8×8. Noi abbiamo fatto qualche domanda agli autori partecipanti.
Ecco che cosa hanno risposto Pier Franco Brandimarte, Emanuela Kalb, Valentina Maini, Chiara Marletta, Cristiano Micucci, Angelo Murtas, Daniela Rochira, Valeria Sirabella.

Pier Franco Brandimarte, autore di Ristorante all’Aquila
Come ti chiami? Quanti anni hai? Di dove sei? Che cosa fai?

Mi chiamo Pier Franco, ho 25 anni, sono abruzzese della provincia di Teramo e faccio birdwatching.

Come ti descrivi, in tre aggettivi?
Malvagio, bieco, crudele.

Che cosa vuoi fare da grande?
Campare di rendita.

Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Non saprei, ultimamente ho letto Robert Walser.

Il tuo racconto è il migliore. Come convincere anche la giuria?
Improvviso un numero di giocoleria.

Emanuela Kalb, autrice di Sulla luna
Come ti chiami? Quanti anni hai? Di dove sei? Che cosa fai?

Mi chiamo Emanuela Kalb, sono nata a Cagliari ma ho lontane origini tedesche. Di Norimberga, si dice. Impegnativo. Impegnativo anche il mio prossimo compleanno, a breve compirò 33 anni, che nel 2012 non è proprio uno scherzo.
Studio al secondo anno del master in tecniche di narrazione della Scuola Holden di Torino. Scrivo, fotografo, colleziono oggetti perduti (dagli altri), provo a dimenticare quelli smarriti (da me). 

Come ti descrivi, in tre aggettivi?
Multiforme, equilibrata, lunga.

Che cosa vuoi fare da grande?
Essere veramente “grande” in qualcosa di creativo. Fosse anche preparare la miglior pasta alla bottarga della storia.

Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Sono una lettrice onnivora e disordinata. Per motivi puramente affettivi cito Elsa Morante in primis. Poi Carver, Hemingway, Cortázar, Alice Munro, Amy Hempel, Jonathan Safran Foer. Due poemi che mi hanno cambiato la vita: The love song of J. Alfred Prufrock di T.S. Eliot e The rime of the ancient mariner di Samuel Coleridge.

Il tuo racconto è il migliore. Come convincere anche la giuria?
Ascoltandolo. Con gli occhi aperti.

Valentina Maini, autrice di
Come ti chiami? Quanti anni hai? Di dove sei? Che cosa fai?

Valentina. Ho 24 anni e sono nata a Bologna, ma con sembianze di fuorisede, dicono. Forse dovrei stirarmi le camicie. Mi sono appena laureata in letterature comparate. Adesso, vediamo.

Come ti descrivi, in tre aggettivi?
Mimica, ritmica, lunare.

Che cosa vuoi fare da grande?
L’idraulico, come voleva mia mamma. Dell’idraulico c’è sempre bisogno ed è vero. Ma è troppo tardi.

Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Così, a casaccio: Parise, Moresco, Sereni, Centi e De André, Nori. Un poco anche Pasolini, qualche volta. Tre donne: Gualtieri, Rosselli, Plath. Allargando il campo: Camus, Artaud, Keats, Beckett (ancora per poco), il buon vecchio Fëdor, Gogol’, Daniil Kharms e Majakovskij. Vabbè, Kafka. Sono parecchio all’antica. Nutro un amore particolare per Bolaño e Cortázar. Quando ho letto per la prima volta Rayuela ho pensato che non avrei più letto niente. Poi è passata.

Il tuo racconto è il migliore. Come convincere anche la giuria?
Giuria, Giuria. Dài giuria. Vabbè, la trama, lasciate stare la trama. Fate conto che ci sia un’altra trama. Un’altra trama più avvincente e poi, vabbè, detta meglio. Con altre parole, dico. Fate conto che l’abbia scritto con altre parole e mettendoci un altro titolo che questo, diciamolo, fa pure un po’ schifo. Togliete la trama lo stile e il titolo, e poi. Vedrete che roba.

Chiara Marletta, autrice di Mimì
Come ti chiami? Quanti anni hai? Di dove sei? Che cosa fai?

Chiara Marletta, 24 anni, catanese. Mi sono da poco laureata in Filosofia e frequento il biennio di storytelling alla Scuola Holden.

Come ti descrivi, in tre aggettivi?
Collodiana, cinica, caustica.

Che cosa vuoi fare da grande?
Scoprire ciò che mi piace fare davvero. E farlo, of course.

Quali sono i tuoi autori di riferimento?
I riferimenti cambiano di continuo. Per adesso: Carver, Eugenides, Bender, Hempel.

Il tuo racconto è il migliore. Come convincere anche la giuria?
Io in realtà voglio la pace nel mondo. Non vincere. Ma se proprio non potete darmi la pace nel mondo…

Cristiano Micucci, autore di La caduta di Michele Carboni
Come ti chiami? Quanti anni hai? Di dove sei? Che cosa fai?

Mi chiamo Cristiano Micucci, anche se spesso mi firmo Mix. Sono nato e cresciuto e abito nella profonda provincia di Macerata, territorio che i fisici farebbero bene a studiare, perché il tempo lì scorre più lentamente che nel resto del mondo (ad esempio, adesso, siamo nel Medioevo). Ho 36 anni, senza barba dimostro meno. Allevo api e correggo bozze, oltre a scrivere scemenze.

Come ti descrivi, in tre aggettivi?
Grouchomarxista, scientifico, sovrappeso (poco).

Che cosa vuoi fare da grande?
Fino a poco tempo fa sognavo di fare l’imperatore cattivo della Galassia. Ora mi accontento di diventare un pianista jazz, ma non saprei da dove cominciare.

Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Douglas Adams e Kurt Vonnegut mi hanno riorganizzato i circuiti cerebrali, a leggerli. Paolo Nori, anche lui sta facendo un bel lavoro, sul mio cervello.

Il tuo racconto è il migliore. Come convincere anche la giuria?
Diteglielo voi, che io magari sembro di parte.

Angelo Murtas, autore di La strategia della tensione
Come ti chiami? Quanti anni hai? Di dove sei? Che cosa fai?

Angelo Murtas. Ventotto anni che corrono e non li vedi passare. Da Fondi, imbronciata città nella provincia di Latina. Studio Scienze della Comunicazione a Roma (laurea dietro l’angolo). Lavoro. Scrivo per la rivista musicale online Indieforbunnies.

Come ti descrivi, in tre aggettivi?
Pigro. Snob. Verde.

Che cosa vuoi fare da grande?
Mi piacerebbe lavorare nel mondo dell’editoria. In un modo o nell’altro. Imparare a giocare a tressette. Conquistare Stalingrado. Sopravvivere.

Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Gli americani, specie i contemporanei. Don DeLillo, Philip Roth, William Faulkner, D.F. Wallace, Rick Moody, Richard Powers, Jonathan Franzen, Raymond Carver. Su tutti. E il cinema italiano degli anni ’60 barra ’70.

Il tuo racconto è il migliore. Come convincere anche la giuria?
Sono il nipote di Mubarak. Io. O qualche diavoleria di minaccia.

Daniela Rochira, autrice di L’uovo Kinder
Come ti chiami? Quanti anni hai? Di dove sei? Che cosa fai?

Sono Daniela Rochira, ho 40 anni, pugliese girovaga da più di venti anni, nella vita non faccio nulla che abbia a che fare con la scrittura, ma con le storie sì, di tanti tipi, tristi, allegre, felici, disperate. Le ascolto e qualche volta riesco a far qualcosa per cambiarle.

Come ti descrivi, in tre aggettivi?
Caotica, lunatica, meravigliata.

Che cosa vuoi fare da grande?
Preparare una lunga, grande, meravigliosa cena con migliaia di invitati, che duri per sempre. E la gente si a siede a tavola e mangia, ride, viene a sbirciare dietro fornelli e poi va, poi torna.

Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Niente riferimenti, odio le regole, solo curiosità e piacere. Quindi un gran mischino con dentro Calvino, Franzen, Veronesi, Elizabeth Strout, Hemingway, Pirandello, Borges, Hornby, Capote, Pennac, ecc. ecc.

Il tuo racconto è il migliore. Come convincere anche la giuria.
Dopo averlo letto, riguardatevelo in testa, come un film.

Valeria Sirabella, autrice di Giochiamo a scacchi
Come ti chiami? Quanti anni hai? Di dove sei? Che cosa fai?

Valeria Sirabella, 29 anni (ancora per due mesi, e sono spaventata dal “3”), sono di Roma.. Che cosa faccio? Un sacco di cose: cammino, respiro, parlo…anche contemporaneamente.

Come ti descrivi, in tre aggettivi?
Smarrita. Ondeggiante. Polarizzata. Tutto chiaro?

Che cosa vuoi fare da grande?
“La bambina” (ma questa non è mia).

Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Nessuno di cui sia consapevole, probabilmente tutti quelli che ho letto in vita mia.

Il tuo racconto è il migliore. Come convincere anche la giuria.
Facendoli bere, ma solo il giusto.

 


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